HT: La Psicologia per Professionisti Gli Psicologi sono capaci di promuovere la loro competenza professionale? | ||||||||
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Promozione Professionale Psicologo
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Stiamo assistendo sempre piu' alla nascita di nuove professioni afferenti all'area psicologica: da un lato counselor, filosofi, sociologi, pedagogisti che si pongono come piu' capaci di noi psicologi nel campo della promozione della salute. Dall'altro lato assistiamo alla nascita di nuove forme di terapia, piu' basate sul livello motivazionale, sul livello suggestivo, sul
supporto attivo della persona che su un cambiamento psicologico. Sono interventi che spesso possono aiutare la persona a sentirsi meglio, percio' vengono considerate forme "terapeutiche". Di fronte a questo panorama, lo psicologo come reagisce? L'impressione e' che il mondo psicologico resti allibito a guardare, o si arrabbi di fronte a uno spazio lavorativo che sembra diminuire
sempre piu'. Da qui si conclude ingenuamente che troppi psicologi, o troppi concorrenti, sono un pericolo che sottrae lavoro in una situazione che e' gia' problematica di suo. In realta' questa visione e' tipicamente da "dipendente": "esiste una fetta di mercato di cui io mi posso occupare e io devo
solo fare il mio lavoro". Ma che fare? Ad esempio analizzando le richieste e le strategie portate al CISP da parte di colleghi in 8 anni di mia (Barbara Rossi) collaborazione col CISP stesso, abbiamo notato che la maggioranza dei giovani colleghi presentava un atteggiamento di questo tipo:
Questi due pensieri sembrano normali, all'apparenza sono pure condivisibili, eppure... Per capirne i perche' potremmo spiegare che siamo in una societa' post-industriale, cioe' non e' piu' sufficiente saper fare bene qualcosa
perche' qualcuno ti paghi per farla. Fermarsi all'atteggiamento del "mi lamento", come aspettarsi che qualcun altro ci invii persone, e' un qualcosa di condivisibile, di umanamente comprensibile, ma nello stesso momento e' il perpetrarsi della stessa strategia che ti porta a lamentarti, cioe' si entra in una sorta di "coazione a ripetere". Di fronte al perdurare di questa situazione di impasse, le direzioni che si sono prese spesso sono state:
E' evidente che entrambe queste strategie non sono la scelta migliore che si possa fare. La difficolta' pare essere proprio quella di mantenere il proprio specifico professionale, riconoscerselo, rilanciandosi. Per questi motivi nel 2003 il CISP, insieme ad HumanTrainer.com e altre Associazioni di categoria, ha inaugurato la prima settimana nazionale dedicata alla prevenzione psicologica, divenuta famosa col nome di "settimana del benessere psicologico", oggi ormai adottata da vari Ordini professionali e organizzazioni su tutto il territorio nazionale. Una splendida occasione per gli psicologi per promuovere la propria professione e la categoria. Pero' il problema non e' cambiato per gli psicologi, che faticano ad utilizzare al meglio questo strumento.Per esempio, cio' che abbiamo visto, e che abbiamo analizzato anche nel libro "So-stare nei gruppi?" (in corso di stampa), e' la difficolta' degli psicologi a entrare in una logica di promozione. I motivi principali che abbiamo identificato sono:
Organizzare una settimana della prevenzione psicologica e' prima di tutto un atto comunicativo nostro nei confronti della cittadinanza tutta, e come tale e' promozione dello psicologo e della psicologia. Spesso si confonde "la settimana" con "primo appuntamento gratuito", in una sorta di "supermercato psicologico", dimenticandosi che l'utenza che arriva da un'iniziativa di questo tipo non sono "futuri pazienti", ma anzi la maggior parte non lo diventeranno mai. Non credo sia sbagliato dire che il vero effetto di una settimana e' prima che questa avvenga: le comunicazioni, l'attenzione nel presentarsi e anche nei piccoli dettagli: Come reagiranno, non le cento persone che verranno, ma le mille o le diecimila che ascoltano il nostro messaggio? Che immagine trasmettiamo di noi singoli professionisti e prima ancora della nostra categoria? Questo articolo e' una riflessione a voce alta, riflessione che nasce dalla domanda iniziale: "Sappiamo proporre la nostra competenza professionale?" Con l'auspicio che queste riflessioni mettano in moto nuovi pensieri, vorremmo concludere con una citazione di Gatti, dell'ASL di Milano: "Ragazzi, pensate bene a che futuro vi interessa perche' il futuro condiziona il presente molto piu' del passato". Buoni pensieri a tutti! Barbara Rossi |
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