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Un saluto a Paul Watzlawick

scritto da:

Dott. Italo Conti

psicologo e psicoterapeuta
specializzato in terapia breve strategica - Roma

articolo tratto da psico-pratika - Guarda tutti gli articoli

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Un saluto a Paul Watzlawick

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Un saluto a Paul Watzlawick
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UN SALUTO A PAUL WATZLAWICK


PAUL WATZLAWICK: 25 Luglio 1921 - 31 Marzo 2007

Paul Watzlawick, e' morto Sabato 31 Marzo 2007 nella sua casa in California all'eta' di 85 anni per arresto cardiaco.

    "Dopo aver amabilmente cenato, ed ascoltando musica italiana, [Watzlawick] e' morto esattamente come avrebbe voluto morire".
    Tratto da San Francisco Chronicle.
Paul Watzlawick si era laureato in Filosofia e lingue moderne, all'universita' Ca' Foscari di Venezia, e per questo parlava benissimo l'italiano, assieme a tedesco, inglese, spagnolo, francese.

Le sue conferenze e seminari nel mondo erano tenute praticamente sempre nella lingua del posto, e una delle sue strategie per coinvolgere l'uditorio era fingere di non conoscere l'esatto vocabolo o la frase appropriata, stimolando cosi' il suggerimento e la partecipazione.

Nato come psicanalista junghiano (si era specializzato presso l'istituto Carl Gustav Jung a Zurigo), era successivamente entrato in contatto con il gruppo di ricercatori americani, (fra cui l'antropologo Gregory Bateson, che ha elaborato la teoria del doppio legame come modello di comunicazione patogeno nelle famiglie con un membro affetto da schizofrenia) che avevano analizzato i processi di comunicazione nel cercare di comprendere se e quanto potessero avere rilevanza nella costruzione di relazioni personali ed interpersonali equilibrate ed efficaci o meno.

Assieme a Bateson, Fisch, Jackson, Weakland, per citarne alcuni, contribui' alla nascita della Scuola di Palo Alto (Mental Research Institute), che, a partire dagli anni '60, ha rappresentato un polo di ricerca e del modello di psicoterapia noto oggi come Brief Strathegic Therapy, un modello dinamico tuttora in evoluzione, che ha riferimenti epistemologici non solo nella tradizionale psicologia, ma nella cibernetica, nella teoria dei sistemi, nel costruttivismo, e cioe' in discipline che spaziano dalla fisica alla filosofia, all'antropologia, alla teoria della comunicazione.

Il suo contributo alla conoscenza della comunicazione, con il saggio scritto assieme a Beavin e Jackson "Pragmatica della comunicazione umana" (N Y 1967) rimane a tutt'oggi un riferimento originale ed indispensabile: l'analisi dei processi comunicativi, dei loro effetti, e delle strategie per cambiarli, hanno consentito di muovere i primi passi per l'elaborazione del modello di terapia breve, che nasce come progetto alla fine degli anni '60, e nel 1974 viene presentato come metodo: viene costituito a Palo Alto il Brief Therapy Center, che presenta alla comunita' degli psicoterapeuti un sistema rivoluzionario di gestire il disagio, centrato non sulle ipotetiche cause, ma sulle soluzioni inefficaci che il paziente utilizza in modo ripetitivo, e che producono la persistenza o l'aggravamento del disagio stesso, e quindi sulle"strategie" che lo psicoterapeuta puo' usare per indurre un cambiamento.

Nel 1976 diventa professore associato all'Universita' di Stanford, insegnando nel Dipartimento di psichiatria e scienza comportamentale.
La collaborazione e lo studio con i colleghi del MRI, e l'interdisciplinarieta' delle sue conoscenze, gli permettono di pubblicare contributi essenziali ai temi del cambiamento (Change, con Weakland e Fisch, La realta' della realta', Il linguaggio del cambiamento), e, successivamente, contributi fondamentali al costruttivismo (La realta' inventata, 1981) e alla psicoterapia (Il codino del Barone di Munchhausen, 1988).

Le sue pubblicazioni (22 libri, e oltre 150 articoli e saggi) sono state tradotte in tutte le principali lingue del pianeta.

Watzlawick ha ricevuto numerose onorificenze, tra cui:

  • Prix Psych, Paris, 1971
  • Distinguished Achievement Award, American Family Therapy Association, 1981
  • Outstanding Teacher Award, Psychiatric Residency Class 1981, Stanford University Medical Center
  • Paracelsus Ring, City of Villach (Austria), 1987
  • Lifetime Achievement Award, Milton H. Erickson Foundation, 1988
  • Distinguished Professor for Contributions to Family Therapy Award, American Association of Marriage & Family Therapy, 1982
  • Medal for Meritorious Service, City of Vienna, 1990
  • Doctor honoris causa, University of Liege (Belgium), 1992
  • Doctor honoris causa, University of Bordeaux-III, 1992
  • Honorary Medal, Province of Carinthia (Austria), 1993
  • Author's Award (Nonfiction), Donauland Book Association, Vienna, 1993
Autore di 22 libri, con la sua morte ha voluto fare un ultimo regalo al mondo, donando il suo corpo alla scienza.

Paul Watzlawick, pensieri liberi per un collega ...

lo conoscevo;

ho parlato con lui tante volte, sempre consapevole di vivere una opportunita' rara, quella di incontrare un uomo straordinario, disponibile, gentile, modesto, e con il raro dono del rispetto verso qualunque suo interlocutore.

Da lui, in ogni occasione, ho imparato saggezza, misura, senso dell'humor.

Ha dato, fino alla fine della sua vita, contributi alla comprensione e all'aiuto degli esseri umani in difficolta', ha dato inizio ed impulso alla Terapia Strategica Breve, che ha travolto nei fatti l'idea che una psicoterapia per essere utile debba durare anni, ha proposto, affinato e modificato modelli d'intervento psicoterapeutico che hanno consentito di abbinare (e rendere dimostrabili) efficacia ed efficienza.

E' stato un maestro, e ritengo che, con cio' che ha scritto, continuera' ad esserlo, per migliaia di psicoterapeuti;
con la sua modestia e disponibilita' a condividere, discutere, innovare, ha permesso che altri continuassero il suo lavoro, lo ampliassero, diffondendo in tal modo i criteri e i metodi della Brief Strathegic Therapy, che e' partita dagli USA, con la Scuola di Palo Alto, virtualmente in tutte le nazioni del pianeta.

Quante volte, trovandoci in difficolta' con un cliente, abbiamo detto: "parliamone con Paul, vedrai che ci dara' un consiglio utile", e questo spesso avveniva, ma era altrettanto utile alle volte, sentirsi rispondere
    "non so che dire, e' la prima volta che mi capita di sentire una situazione cosi'; pero'... cosa si potrebbe fare?"
e quindi innescare un dibattito che otteneva un doppio risultato, quello di rimarcare in modo molto zen che lui non era il Budda, e di realizzare un tentativo attraverso la discussione e il confronto delle esperienze.

Fra l'altro, e' anche questo che ci ha lasciato.

Averlo conosciuto e' stato un privilegio.
Italo Conti

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