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Le molecole che orientano le nostre scelte sessuali

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Le molecole che orientano le nostre scelte sessuali
Germania. Un gruppo di biologi conduce esperimenti seguendo l'ipotesi che un gruppo di molecole influenzi il comportamento umano

L'articolo "Le molecole che orientano le nostre scelte sessuali" parla di:

  • Studio sulla correlazione fra MHC e comportamento sociale
  • Test psicometrici e test con risonanza magnetica funzionale
  • MHC: percezione e attivazione di una precisa area cerebrale
Psico-Pratika:
Numero 95 Anno 2013

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 2 aprile 2013

Le molecole che orientano le nostre scelte sessuali
Germania. Un gruppo di biologi conduce esperimenti seguendo l'ipotesi che un gruppo di molecole influenzi il comportamento umano

Un gruppo di Biologi dell'Istituto di Immunobiologia ed Epigenetica di Friburgo ha condotto due esperimenti su un gruppo di molecole (MHC) che risiede sulla superficie di alcune cellule. Esse sembrano in grado di essere riconosciute dal sistema immunitario e di riconoscere gli agenti patogeni.

Ogni persona presenta MHC differente ed esso si manifesta anche con un diverso odore del corpo (urine e sudore) da persona a persona.

In alcuni animali, gli stimoli codificati dalle molecole correlate a MHC assolvono anche alla funzione di orientare le scelte per l'accoppiamento, per garantire un buon grado di diversità di MHC, quindi un migliore assetto immunitario nella prole.
Per gli uomini si direbbe: evitare la consanguineità per avere figli con un sistema immunitario più robusto.

Se per il mondo animale c'è una vasta e corposa sperimentazione sugli accoppiamenti non-casuali, per gli uomini «il meccanismo attraverso cui il MHC influenza le scelte sessuali è materia di un intenso dibattito» (*).

Lo studio - pubblicato lo scorso gennaio su "Proceedings B of the Royal Society" - rivela però due importanti scoperte che potrebbero alimentare l'ipotesi che il complesso MHC possa in qualche modo influenzare comportamenti e scelte sessuali anche negli uomini.

I biologi, fra il 2005 e il 2007, hanno effettuato test psicometrici su alcune donne dell'Università di Amburgo e Kiel di età media di 25,9 anni.

Per due notti consecutive le donne si sono lavate con un sapone privo di odori e hanno applicato su ogni ascella una diversa lozione, una delle quali riproduceva in sintesi il MHC rispondente a quello personale. Le sessioni sono state ripetute a intervalli di tre mesi.
Dopo avere dormito con indosso una maglietta in cotone non trattato, al risveglio dovevano valutare se avvertivano differenze, quale odore preferissero e in quale misura.

Il test rivelò che le donne erano in grado di distinguere il proprio odore e - su se stesse - lo preferivano all'altro. Questo confermava l'obiettivo dello studio, ossia stabilire che: l'uomo è in grado di riconoscere gli stimoli provenienti dalla molecola MHC del proprio corpo e di quello altrui, nonché le modificazioni nell'odore del corpo in relazione al MHC.

Un'indagine precedente - lo Studio della maglietta sudata (*) - aveva invece mostrato che le donne - sugli uomini - preferiscono sentire un odore diverso dal proprio, confermando quindi che la percezione degli odori influisce su scelte e comportamenti sociali (*).

In sostanza le donne tenderebbero a volere migliorare il proprio odore e a scegliere un partner con un odore differente, cosa che garantisce la diversità di MHC.
Questo, secondo gli scienziati, «potrebbe gettare le basi per una valutazione sensoriale del potenziale partner durante le scelte umane per l'accoppiamento» e sarebbe in linea con l'idea evolutiva della difesa della specie (*).

Gli studiosi però invitano a considerare questi risultati con prudenza.
«I meccanismi cellulari e molecolari con cui questo si verifica e la natura di questi segnali chimici restano poco chiari» (*).

Per approfondire e confermare i risultati del test psicometrico, fra il 2010 e il 2011, hanno eseguito un ulteriore test, avvalendosi della risonanza magnetica funzionale per cui sono state reclutate 22 donne in buona salute e con un senso dell'olfatto nella media (11 delle quali avevano partecipato anche al test psicometrico).

Le donne sono state sottoposte a quattro diversi stimoli olfattivi di 20 secondi ciascuno: due con sintesi di MHC - uno dei quali uguale al proprio - un'essenza odorosa alla pesca (Peach) e una inodore, attraverso una specie di aerosol. Dopo ogni sessione dovevano valutare la qualità degli odori in una scala da 1 a 10 (*).

Se questa valutazione non evidenziava dati scientificamente rilevanti, dalle risonanze effettuate durante l'esposizione agli odori, invece, è emerso che l'impulso odoroso contenente MHC simile al proprio attiva una zona specifica del cervello (*).

Che la sessualità fosse anche una questione di chimica è noto ormai da tempo.
In attesa di individuare i recettori che permettano di identificare il MHC la domanda resta aperta:
Come la valutazione sensoriale della diversità di MHC può condizionare il comportamento sessuale umano?

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