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Disturbo dello spettro autistico: testato nuovo farmaco USA. Nuova sostanza farmacologica potrebbe risultare efficace nella cura di molte forme di autismo
L'articolo " Disturbo dello spettro autistico: testato nuovo farmaco" parla di:
- Disfunzione del gene MEF2C
Il NitroSynapsin Esperimenti su topi
A cura di: Redazione - Pubblicato il 03 Dicembre 2017 Disturbo dello spettro autistico: testato nuovo farmaco USA. Nuova sostanza farmacologica potrebbe risultare efficace nella cura di molte forme di autismo
California. Testato su topi di laboratorio un nuovo farmaco che potrebbe risultare efficace nella cura di gran parte delle forme
di disturbo dello spettro autistico riscontrabili negli esseri umani. La sostanza - chiamata NitroSynapsin - sarebbe in grado di
ristabilire l'equilibrio tra stimoli eccitatori e stimoli inibitori dei neuroni, riportandoli così a funzionare correttamente.
Lo studio - pubblicato il 14 Novembre 2017 sulla rivista online Nature Communication - è stato condotto presso il The
Scripps Research Institute (TSRI) di La Jolla ed è nato dalla collaborazione di scienziati appartenenti a diversi enti di ricerca
- come l'Università della California, la Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute, la Scintillon Institute, la San Diego
School of Medicine, ecc. -, guidati dal Dott. Stuart Lipton, neurologo clinico, neuroscienziato e professore del Dipartimento di Neuroscienze
del TSRI.
Premesse dello Studio
Disfunzione del gene MEF2C e sindrome di Rett. Nel 1993 Lipton ed il suo team avevano scoperto come un nuovo gene chiamato MEF2C
avesse un ruolo importante nello sviluppo cerebrale: era, infatti, coinvolto nel differenziamento neuronale (la fase durante la quale le
cellule assumono caratteristiche e funzioni diverse), nella sopravvivenza dei neuroni, nella formazione delle sinapsi.
Una ricerca successiva mostrò come una disfunzione di questo gene durante lo sviluppo fetale dei topi di laboratorio portasse alla
nascita di roditori con anomalie nella rete elettrofisiologica e deficit comportamentali simili a quelli della Sindrome di Rett.
Mutazione del gene MEF2C e sindrome MHS. In seguito, ulteriori studi fecero emergere casi di bambini affetti da un disturbo analogo.
Nel DNA umano esistono 2 copie di ogni gene (una proveniente dal padre, l'altra dalla madre): in questi bambini una delle copie del gene MEF2C
presentava una mutazione. Si è parlato allora di MEF2C Haploinsufficiency Syndrome (MHS), Sindrome da aploinsufficienza MEF2C,
un disturbo dello sviluppo neurologico che viene associato anche all'autismo.
La sindrome MHS, in realtà, rappresenta solo una percentuale minore di casi di disturbo dello spettro autistico; tuttavia ulteriori
ricerche in questo campo negli ultimi anni hanno messo in evidenza come molte delle mutazioni alla base dell'autismo coinvolgano spesso geni
che normalmente vengono attivati proprio dal MEF2C.
Memantina e NitroSynapsin. Tra le caratteristiche che sono state associate al disturbo dello spettro autistico vi è lo squilibrio
nel rapporto tra eccitazione/inibizione nei circuiti nervosi.
La memantina – un farmaco che viene utilizzato per il trattamento dell'Alzheimer – è stata indicata come sostanza capace di migliorare
lo squilibrio nel rapporto eccitazione/inibizione dell'ippocampo. Tuttavia, durante studi clinici avanzati con esseri umani questa sostanza
farmacologica non si era dimostrata efficace per il trattamento dell'autismo.
Proprio per questo il Dott. Lipton ed il suo team hanno deciso di sintetizzare nuove sostanze, fino ad arrivare al composto utilizzato nella
presente ricerca, correlato alla memantina e chiamato NitroSynapsin per via della sua capacità di ripristinare numero e funzione
sinaptica. Nello specifico, la NitroSynapsin sarebbe in grado di ridurre l'eccesso di attività neurale.
Sviluppo, risultati e conclusioni
Sviluppo. Per poter condurre l'esperimento, i ricercatori americani hanno letteralmente progettato in laboratorio topi portatori di
una sola copia del gene MEF2C funzionante. Gli animali, dunque, presentavano disturbi identici a quelli della sindrome MHS degli esseri umani
(disturbi della memoria spaziale, movimenti ripetitivi, ecc.).
Al fine di assicurare uniformità nell'esperimento, sono stati utilizzati solo roditori maschi.
Per 3 mesi i topi sono stati sottoposti a trattamenti farmacologici: a partire dalle 2,5 settimane di età e per due volte al giorno,
hanno ricevuto un'iniezione di memantina o NitroSynapsin oppure di PBS - Phosphate Saline Buffer - una soluzione tampone.
Nel corso della ricerca sono stati utilizzati vari test neurocomportamentali, tra cui il labirinto acquatico di Morris, il labirinto di
Barnes, l'interazione sociale a tre camere, etc.
Dopo aver eseguito i test, i topi sono stati analizzati attraverso immunoistochimica o elettrofisiologia.
Risultati della ricerca. L'esperimento ha portato risultati importanti soprattutto per gli animali trattati con la nuova sostanza
farmacologica. La somministrazione di NitroSynapsin, infatti, ha migliorato i deficit cognitivi dei topi affetti da MHS, le loro interazioni
sociali, il comportamento ripetitivo anormale.
Per esempio, il primo test comportamentale al quale sono stati sottoposti gli animali è stato il test del labirinto acquatico di
Morris, utilizzato per verificare apprendimento spaziale e capacità di memoria. Durante questo test, i topi con MHS ai quali era stato
somministrato PBS avevano mostrato difficoltà nei primi 2 giorni nel trovare la piattaforma nascosta rispetto ai topi del gruppo di
controllo; i topi con MHS trattati con NitroSynapsin, invece, avevano ottenuto prestazioni migliori. Inoltre, dopo 24 ore dal momento in cui
tutti gli animali erano riusciti a raggiungere i criteri necessari per il test (impiegare 20 secondi per trovare la piattaforma nascosta),
è stato eseguito il test della sonda per esaminarne la memoria. In questo caso, i topi di controllo avevano mostrato una conservazione
normale della memoria, avendo trascorso più tempo sul quadrante bersaglio dove prima si trovava la piattaforma; i topi con MHS trattati
con PBS non avevano mostrato preferenze tra quadrante bersaglio e quadrante opposto; i topi con MHS a cui era stato somministrato il nuovo
farmaco, invece, avevano passato più tempo sul quadrante bersaglio. La sostanza, dunque, era riuscita a normalizzare la memoria degli
animali trattati.
Inoltre, dall'analisi di sezioni cerebrali dei roditori è emerso come la NitroSynapsin, contribuendo a ridurre la segnalazione di
eccitatori in eccesso nel cervello, fosse riuscita a ripristinare l'equilibro tra eccitazione/inibizione nei circuiti nervosi.
Conclusione. Per il Dott. Lipton i risultati ottenuti con questo esperimento aprono a nuove prospettive per il futuro per quanto
riguarda la cura dell'autismo: dal momento che nel disturbo sono coinvolti geni normalmente attivati dal MEF2C, la speranza è che un
trattamento efficace con l'MHS risulti altrettanto valido anche contro altre forme di autismo.
Fonte
- Stuart A. Lipton et al., "NitroSynapsin therapy for a mouse MEF2C haploinsufficiency model of human autism", articolo
pubblicato su Nature Communications, 14 Novembre 2017
www.nature.com/articles/s41467-017-01563-8
Altre letture su HT
- Ada Moscarella, "Recensione libro: La ragazza porcospino",
articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 63, 2011
- Redazione, "Autismo
ed empatia: cade lo stereotipo sulla presunta incapacità di provare emozioni", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika
nr. 126, 2016
- Redazione, "Autismo, esposizione ai
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