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Ricerca sul disturbo della condotta sociale: studio mostra alterazioni cerebrali Italia - Regno Unito. Team di ricercatori inglesi e italiani individua anomalie nella struttura cerebrale dei ragazzi
con disturbo della condotta sociale
L'articolo " Ricerca sul disturbo della condotta sociale: studio mostra alterazioni cerebrali" parla di:
- Analisi dello sviluppo coordinato di regioni cerebrali
La doppia indagine a Cambridge e Southampton I risultati della ricerca
A cura di: Redazione - Pubblicato il 04 Luglio 2016 Ricerca sul disturbo della condotta sociale: studio mostra alterazioni cerebrali Italia - Regno Unito. Team di ricercatori inglesi e italiani individua anomalie nella struttura cerebrale dei ragazzi
con disturbo della condotta sociale
Regno Unito. Gli adolescenti che presentano un disturbo della condotta sociale hanno una struttura cerebrale differente da quella
dei coetanei che non mostrano le caratteristiche di tale patologia neuropsichiatrica.
A sostenerlo è un nuovo studio internazionale al quale hanno collaborato ricercatori inglesi appartenenti alle Università di
Cambridge e di Southampton e studiosi italiani dell'Università degli Studi "Tor Vergata" di Roma e del CNR, il Consiglio Nazionale
delle Ricerche.
Pubblicato lo scorso 15 Giugno 2016 sulla rivista "The Journal of Child, Psychology and Psichiatry", lo studio riporta dati
ed esiti di una doppia indagine dalla quale è emerso come i ragazzi affetti da tale disturbo presentino anomalie strutturali non solo
nell'amigdala (area importante per il comportamento emotivo e la cui diversità rispetto alla norma era già stata evidenziata
da ricerche precedenti) ma anche in altre regioni del cervello, in modo particolare in quella frontale e temporale.
Come afferma il Dr. Luca Passamonti - ricercatore presso l'IBFM (Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR)
nonché uno degli autori dello studio - la ricerca si è concentrata sull'analisi dello sviluppo coordinato di varie aree del
cervello, guardando nello specifico lo spessore della corteccia cerebrale e partendo dal presupposto che regioni che si sviluppano in modo
simile abbiano spessori corticali di livello comparabile.
Prima indagine. La prima indagine - realizzata a Cambridge tra il 2007 ed il 2010 - ha coinvolto adolescenti maschi di età
compresa tra i 16 ed i 21 anni, suddivisi nei seguenti gruppi:
- un gruppo di 58 ragazzi con disturbo della condotta sociale (CD, conduct disorder) reclutati dallo YOSs (Youth Offending
Service, agenzia che si occupa di giovani che hanno commesso crimini);
- un gruppo di controllo (HCs, healthy controls) formato da 25 adolescenti senza disturbi neuropsichiatrici, reclutati tra collegi
e scuole tradizionali.
I 58 ragazzi del gruppo CD, inoltre, erano così composti:
- 33 adolescenti con forma del disturbo che compare nella fase dell'infanzia (CO-CD, childhood-onset conduct disorder);
- 25 con forma del disturbo che si sviluppa durante l'adolescenza (AO-CD, adolescence-onset conduct disorder).
Visualizzando la struttura cerebrale dei partecipanti attraverso una risonanza magnetica i ricercatori hanno notato come vi fossero
differenze significative non solo tra il gruppo di controllo ed il gruppo CD, ma anche tra gli stessi ragazzi affetti dal disturbo.
Tra loro, infatti:
- il gruppo CO-CD (infanzia) mostrava un numero elevato di correlazioni nello spessore della corteccia cerebrale rispetto al gruppo di
controllo. Secondo i ricercatori questo potrebbe essere dovuto ad anomalie nello sviluppo cerebrale;
- il gruppo AO-CD (adolescenza), invece, aveva un numero inferiore di correlazioni, cosa che potrebbe indicare un problema di sviluppo
specifico.
Seconda indagine. La seconda indagine - condotta a Southampton tra il 2012 ed il 2014 - ha riguardato 37 adolescenti maschi con
disturbo e 32 del gruppo di controllo, tutti di età compresa tra i 13 ed i 18 anni. I risultati ottenuti hanno confermato quanto
già emerso a Cambridge.
In conclusione, per il team di studiosi queste indagini hanno dimostrato come il disturbo della condotta sociale sia collegato ad
un problema di natura cerebrale che coinvolge molte regioni del cervello.
I risultati ottenuti sono importanti in quanto possono aiutare i ricercatori ad affinare diagnosi e classificazione di questa patologia
neuropsichiatrica, nonché portare alla nascita di marcatori grazie ai quali sarà possibile monitorare con precisione il suo
andamento e verificare quanto le terapie disponibili siano efficaci.
Fonte:
- G. Fairchild et al., "Mapping the structural organization of the brain in conduct disorder: replication of findings in two
independent samples", articolo pubblicato su The Journal of Child, Psychology and Psichiatry, 15 Giugno 2016,
onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jcpp.12581/full
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