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Anoressia e Dismorfismo: stesse anomalie nella corteccia visiva

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Anoressia e Dismorfismo: stesse anomalie nella corteccia visiva
USA. Localizzata nel cervello alterazione nel processamento delle informazioni visive comune ad Anoressia e Dismorfismo Corporeo

L'articolo "Anoressia e Dismorfismo: stesse anomalie nella corteccia visiva" parla di:

  • Analisi della capacità di processare le informazioni visive
  • Localizzazione e timing della distorsione percettiva
  • Ipotesi per una terapia di riqualificazione percettiva
Psico-Pratika:
Numero 115 Anno 2015

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 31 marzo 2015

Anoressia e Dismorfismo: stesse anomalie nella corteccia visiva
USA. Localizzata nel cervello alterazione nel processamento delle informazioni visive comune ad Anoressia e Dismorfismo Corporeo

Un team della UCLA University ha condotto uno studio comparativo - pubblicato lo scorso marzo su "Psychological Medicine" (*) - su due differenti patologie, l'Anoressia e il Dismorfismo Corporeo, che però manifestano alcuni tratti comuni.

I disturbi condividono le distorsioni dell'immagine corporea e spesso vengono diagnosticati nella stessa persona, ma il loro rapporto resta poco indagato e «nessuno studio ha direttamente comparato i due disturbi» (*).

  • Le persone con anoressia hanno un senso distorto del proprio peso e delle forme del corpo. Il disturbo, che in genere insorge in adolescenza, causa: ritiro sociale, disturbi cardiovascolari, squilibri elettrolitici e gravi complicanze, fino a provocare la morte.
    Il disordine colpisce circa il 6% della popolazione e pochi trattamenti sono veramente efficaci (*).
  • Le persone con disordine dismorfico vedono il proprio corpo brutto e sfigurato.
    Il disturbo può causare: depressione, ansia e gravi danni funzionali, tanto da comportare il ricovero ospedaliero e, in casi più gravi, il suicidio.
    Il disordine colpisce circa il 2% della popolazione (*) e gli studiosi sanno ancora relativamente poco sulla base biologica della malattia (*).

I ricercatori della UCLA hanno riscontrato che le persone affette da Anoressia e da Dismorfismo Corporeo presentano simili anomalie nel funzionamento delle aree cerebrali preposte alla capacità di processare le informazioni visive, riguardanti sia l'immagine nella sua interezza sia nei dettagli più minuti.

La sperimentazione si è svolta su 45 soggetti - 15 affetti da Anoressia, 15 da Dismorfismo e 15 persone sane - a cui sono state fatte vedere immagini di volti e case in diverse sequenze spaziali. Per l'indagine sono state utilizzate due modalità:

  • risonanza magnetica funzionale (fMRI, functional Magnetic Resonance Imaging), per localizzare le aree cerebrali coinvolte nel processo visivo e verificare l'attività anomala in associazione alla precoce segnalazione visiva,
  • potenziale evento-correlato (ERPs, Event-Related Potentials) ossia la risposta elettrofisiologica del cervello a uno stimolo percettivo, misurata con l'elettroencefalografia (EEG, registrazione dell'attività elettrica dell'encefalo), per valutare la sequenza temporale con cui il cervello processa i segnali.

Studi precedenti sul Dismorfismo corporeo avevano già riscontrato alterazioni nell'attività della corteccia visiva (emisfero sinistro), la novità è che gli scienziati della UCLA sono riusciti a collegare la localizzazione dell'attività anomala al momento preciso in cui avviene con la EEG.

Le persone che soffrono di questi disturbi presentano una attività anomala della corteccia visiva nei primissimi istanti in cui il cervello processa le informazioni globali del campo visivo: 1 decimo di secondo dopo la visualizzazione dell'immagine.

Nelle persone con dismorfismo è stata inoltre riscontrata una maggiore attività delle aree cerebrali che processano informazioni dettagliate; che non si accompagna però a una migliore elaborazione dei dettagli del viso, che risulta distorto nel suo aspetto.
Questa distorsione è connessa all'attività elettrica del cervello e si verifica entro 200 millesimi di secondo dalla visione di un'immagine.

La comprensione del timing è importante - scrivono i ricercatori - poiché aiuta a capire se l'anomalia percettiva avviene a livello inferiore della corteccia visiva o in meccanismi cerebrali di livello superiore, quindi a migliorare le strategie terapeutiche per affrontare questo tipo di disturbi (*).

Secondo gli autori questo potrebbe significare che, per entrambi i disturbi, possa essere efficace una terapia di riqualificazione percettiva - o perceptual retraining - esercizio comportamentale che mira a regolare e riequilibrare l'elaborazione visiva - globale e dettagliata - incoraggiando i partecipanti a non focalizzare l'attenzione sui dettagli degli oggetti, ma su una visione complessiva (*).

«Ora - commenta Wei Li, ricercatore a capo dello studio (*) - sappiamo che queste anomalie possono avvenire a uno stadio molto precoce, quando il cervello inizia a processare gli input visivi, e che tale analoga alterazione nella percezione - condivisa dall'anoressia e dal dismorfismo corporeo - può avere una stessa origine neurobiologica» (*).

La direzione per le ricerche future, secondo Wei Li, è verificare se il trattamento di riqualificazione percettiva possa "correggere" tali disfunzioni e, in caso contrario, a capire quali tecniche di riqualificazione possano essere efficaci.

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