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Come riorganizzare l'attività di Psicologo durante la Pandemia?
L'articolo " Come riorganizzare l'attività di Psicologo durante la Pandemia?", parla di:
- L'ansia del dover ripartire e l'importanza del fermarsi
- Obiettivi finali e obiettivi di performance
- Le trappole "negativiste"
Come riorganizzare l'attività di Psicologo durante la Pandemia?
A domanda HT Risponde: 'Come riorganizzare l'attività di Psicologo durante la Pandemia?'
- Come riorganizzare l'attività di Psicologo durante la Pandemia?
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Questa pandemia ha colto tutti di sorpresa e ci siamo ritrovati anche noi psicologi nella condizione di doverci riorganizzare indipendentemente
dal settore in cui operiamo. Qualcuno lavorava già in modalità online e ha continuato a fare ciò che stava facendo, ma per
molti di noi c'è stato bisogno di rimettere mano alle nostre abitudini e ai nostri metodi; cosa non sempre facile.
Ci sono due notizie innanzi tutto: una buona e una non dico cattiva, ma meno buona. Allora, la buona notizia è che in questa
situazione si è spalancata la porta degli eventi formativi, alcuni di essi anche gratuiti; ci sono stati corsi sulle terapie online,
sull'intelligenza emotiva, sulle nuove tecnologie, ecc. Molte attività sono state organizzate dagli Ordini professionali ma anche da
società di consulenza, studi associati e da singoli professionisti.
La notizia meno buona è che non sempre è facile scegliere cosa fare e cosa no. Questo perché, a volte, potrebbe esserci
un po' di ansia alla base.
Fa un po' strano scrivere un articolo rivolto agli psicologi e parlare di ansia, ma penso che per una volta sia importante fare i conti anche
con le nostre di ansie e con le nostre vulnerabilità. A volte possiamo avere l'ansia di dover ripartire a tutti i costi e quindi
dover imparare il più possibile in brevissimo tempo; così partecipiamo a un sacco di webinar senza aver veramente fatto
una scelta. Un webinar (neologismo che mette insieme le parole web e seminar) è un evento pubblico online in cui un relatore
affronta un tema specifico in presenza di partecipanti che possono interagire; è molto rapida l'iscrizione, specie se gratuiti, e molto
facile partecipare. Se questo da un lato rende lo strumento webinar molto fruibile, dall'altro aumenta la probabilità che le persone
si prenotino ad un gran numero di essi in modo non sempre organizzato. Così vediamo professionisti che nel loro lavoro si occupano,
ad esempio, di psicologia del lavoro, iscriversi nello stesso giorno a un webinar sullo stress lavoro-correlato, a uno sulle nuove tecnologie
a scuola, a uno sul trauma e a uno sulla genitorialità ai tempi del Covid-19. Va benissimo se, però, dietro a una scelta di
questo tipo c'è una strategia che vada oltre il "prendi l'arte e mettila da parte".
Spesso l'approccio del tipo "partecipo a tutto quello che c'è in giro di disponibile" ci fa ritrovare la sera stanchi e con l'idea di
non aver "chiuso neanche un cerchio".
Paradossalmente, in un momento di emergenza come questo (in cui l'emergenza non ha una durata limitata) la prima cosa da fare è
proprio fermarsi: pianificare la propria attività è il primo passo per rivedere i propri obiettivi.
Pensiamo quindi a come costruire un piano d'azione personale e professionale.
Obiettivi finali e obiettivi di performance
Questa è la prima domanda; sembra tanto banale, ma in realtà è la parte più difficile. Diciamo prima di tutto che
è fondamentale darsi un obiettivo finale perché è la nostra "destinazione".
Tuttavia, un obiettivo, perché possa avere più probabilità di essere raggiunto, è necessario che sia completamente
sotto il nostro controllo. Obiettivi finali come, ad esempio, "voglio aumentare i pazienti" oppure "voglio diventare un leader nella consulenza
online" o ancora "voglio acquisire molta visibilità conducendo webinar", sono ottimi obiettivi finali, ma di per sé difficilmente
controllabili, perché non possiamo sapere cosa stanno facendo gli altri e quali proposte ci sono in giro.
Quindi, come si fa ad aumentare il nostro livello di controllo dell'obiettivo finale? Dandoci dei sotto obiettivi detti obiettivi di
performance. Questi ultimi identificano il livello di performance che, secondo noi, potrà garantirci con un certo margine di sicurezza
di raggiungere l'obiettivo finale. La domanda quindi diventa: qual è la competenza che mi occorre per poter aumentare i pazienti?
Qual è la cosa che devo saper fare per diventare un leader nella consulenza online? Da qui inizia la nostra riflessione.
Lo so che non è facile conoscere quali siano le azioni giuste, ma intanto una riflessione seguita da una pianificazione delle attività
è comunque un passo avanti rispetto al fare tante cose scoordinate. Prendiamoci almeno una mezza giornata per riflettere su obiettivo
finale e obiettivi di performance. Ad esempio, io mi sono data come obiettivo finale quello di potenziare la mia attività di formazione
a distanza con le aziende (obiettivo finale) tenendo conto del fatto che già avevo fatto diversi webinar e non partivo da zero, ma non
sarebbe cambiato molto nel mio processo di sviluppo professionale. I miei obiettivi di performance sono stati:
- capire quali piattaforme online posso usare (funzionalità e costi);
- capire quali sono le implicazioni della formazione online in termini di progettazione, gestione d'aula e public speaking;
- capire a chi proporre webinar.
Bene, una volta definiti obiettivi finali e di performance, passiamo all'azione: quali azioni devo mettere in atto per raggiungere i
miei obiettivi di performance? Quanto tempo stimo?
In questo modo continuerò ad avere il controllo di ciò che sto facendo.
Nel mio caso ho seguito vari webinar sulle piattaforme di formazione online, un train the trainer (corso formazione formatori sulla gestione d'aula)
per formatori a distanza e ho fatto un giro tra i contatti dei miei clienti per capire di cosa avrebbero avuto bisogno in termini formativi. Così
ho iniziato a produrre webinar specifici.
In questo modo è possibile dare ordine al proprio sviluppo professionale. Per quanto riguarda gli obiettivi di performance, è
fondamentale che si tratti di obiettivi: precisi, misurabili e realistici.
Occhio alle trappole
Quando cerchiamo di raggiungere un obiettivo, specie se derivante da cause di forza maggiore come nel caso di una pandemia, si può correre
il rischio di cadere in alcune trappole "negativiste" che hanno però il potere di attivarci emotivamente e quindi, come ogni emozione che
si rispetti, orientare il nostro comportamento nella direzione dell'auto-boicottaggio. Prendiamo alcuni esempi:
- C'è troppa concorrenza
- Nessuno ascolterà proprio me
- Non ce la farò in tempi così stretti
- C'è gente che ha molta più esperienza di me: perché dovrei riuscirci io?
Potrei andare avanti. Il rischio che questi meccanismi ci portino a boicottarci è certo e per ridurlo proviamo ad ampliare la nostra
visione introducendo la domanda: "e se invece...?".
Se ci fosse meno concorrenza cosa farei? E se qualcuno mi ascoltasse? E se avessi più tempo? E se avessi più esperienza?
Questa riflessione è utile per aiutarci a mettere a fuoco opzioni a cui possiamo non aver pensato e renderci conto che alcune cose non
sono così insormontabili come credevamo.
A questo punto scrivete quelle che sono le vostre opzioni in ordine sparso per poi valutare costi e benefici di ciascuna opzione,
in modo da scegliere poi da cosa iniziare evitando quella spiacevole sensazione di stanchezza mentale da "duemila cose da fare" e riprendendo
in mano il controllo della vostra attività. Non vi auguro buona fortuna, perché sarebbe augurarvi qualcosa di positivo dovuto
a qualcosa che non dipende da voi. Quindi: buon lavoro!
Bibliografia
- Whitmore, J. (2002). Coaching. Per le aziende e le persone che vogliono: crescere e apprendere, migliorare le prestazioni, trovare scopo
e significato. Sperling e Kupfer.
Sansavini, C (2014). Leadership e gestione del cambiamento. Alpha test.
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