|
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
Istituto di Fototerapia Psicocorporea - Formazione & CorsiCorso intensivo di Fototerapia Psicocorporea - Bologna APL - Psicologi della LombardiaMaster in Psicologia e Fisiologia Perinatale - Online e Milano AION - Scuola di Psicoterapia AnaliticaScuola di specializzazione in Psicoterapia - Bologna Istituto di Psicologia e Psicoterapia PsicopraxisMaster in 'Dipendenze', Poliassunzioni e Cambiamento - Padova e Milano
PsicoCitta.it
Dott.ssa Laura FranceschiniPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Livorno Centro Clinico PadovaCentro di Psicoterapia Riceve a: Padova Dott.ssa Eva ZangirolamiPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Riva del Garda (TN) Dott.ssa Cristina RigacciPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Siena
|
Come fare l'analisi della domanda in azienda?
L'articolo " Come fare l'analisi della domanda in azienda?", parla di:
- Programmare l'incontro con il committente
Ascoltare attentamente la richiesta Mettere a fuoco i bisogni dell'interlocutore
Come fare l'analisi della domanda in azienda?
A domanda HT Risponde: 'Come fare l'analisi della domanda in azienda?'
- Come fare l'analisi della domanda in azienda?
Domanda pervenuta in redazione il 26 Giugno 2019 alle 11.50
- In molti mi chiedono sui social come abbia fatto a diventare consulente aziendale. Ovviamente facendo pratica ma, soprattutto, imparando
dall'esperienza, guardando le cose dal mio punto di vista, al di là di ciò che mi veniva detto di fare. Non fraintendetemi: questo
non vuol dire improvvisare o non ascoltare chi ne sa più di noi; vuol dire che ciascuno deve sviluppare il suo metodo di lavoro, scegliendo
le strategie che più fanno sentire efficaci. L'analisi della domanda, in azienda ma anche nella clinica, è una di quelle fasi
su cui molto c'è scritto sui manuali, molto ci dicono, ma non vi è una struttura unica che vada bene per tutto. Il mio obiettivo
è quello di darvi alcune indicazioni che per me hanno funzionato e funzionano, ma con l'idea che possano esservi di aiuto per trovare
il vostro approccio.
Andiamo per step, partendo dalla programmazione dell'incontro all'incontro vero e proprio.
- Verificate sempre la sede dell'incontro e come raggiungerlo: a volte le aziende hanno la sede da una parte e delle succursali altrove;
non date per scontato che l'indirizzo indicato sulla firma automatica delle mail che ricevete sia quello della sede dell'incontro.
- Strutturare sempre l'incontro: fatevi una scaletta su come pensate di gestire l'incontro per non correre il rischio di dimenticare di
dire cose importanti. Un esempio? La nostra presentazione; talvolta siamo talmente presi dal dover venire al dunque che dimentichiamo di dire
chi siamo e cosa facciamo. Personalmente prima mi presento rapidamente io, poi la mia società (chi siamo e cosa facciamo), infine chiedo
al mio interlocutore di spiegarmi ciò di cui ha bisogno.
- Ricordarvi con chi andate a parlare e che ruolo ha: non arrivate alla reception aziendale senza ricordarvi il nome della persona con
cui dovete parlare...
- Perché mi o ci hanno chiamati? Che siate dei free lance o che lavoriate per una società di consulenza, dovete capire
perché vi hanno chiamati e perché hanno chiamato proprio voi. In questa fase è importante ascoltare molto bene ma anche
fare domande per circoscrivere il perimetro di lavoro e, soprattutto, essere certi che ci sia chiarezza e comprensione di ciò che ci
stiamo dicendo. Se, ad esempio, il nostro interlocutore ci chiede di condurre una selezione con dei test psicoattitudinali, occorre chiedere.
No, aspettate: voi cosa chiedereste? Provate a rispondere prima di andare avanti. Ok, vi dico cosa chiedo io:
- "Cosa intende con test psicoattitudinali?"
Molto spesso intendono test di personalità, altre volte di logica, altre volte si immaginano un unico test che misuri entrambi... insomma,
la fantasia non ha limiti, quindi chiedete!
- "Come mai avete scelto di inserire dei test?"
Perché un conto è se il nostro committente deve fare una graduatoria e selezionare solo alcuni candidati (e allora serve un test
che preveda risposte corrette e errate), un conto se vuole approfondire alcune soft skill, un altro se vuole fare una graduatoria con un test di
personalità per selezionare qualcuno e scartarne altri (quest'ultima strada non è percorribile).
Fate domande aperte - tipo quelle proposte - per avere più elementi e domande chiuse per essere sicuri che stiate parlando della stessa
cosa o comunque per allinearvi (es. "Ai test seguiranno dei colloqui? Per screening iniziale intende screening dei cv?").
- Silenzio e tanto tanto ascolto: non commettete l'errore di iniziare a pensare alla risposta da dare mentre il vostro interlocutore vi
parla. Sembra una banalità, ma è l'errore che riscontro con più frequenza quando osservo i giovani consulenti. Le risposte
da dare non potrete mai averle prima di aver ascoltato bene. Inoltre, se ci sfugge un'informazione e poi facciamo una domanda che denota il
fatto di non aver ascoltato, non facciamo una bella figura.
- Riformulate: riformulate la richiesta del vostro interlocutore per essere certi di aver compreso e che non vi sia sfuggito nulla.
Fate eventuali altre domande. "Quindi, se ho compreso bene, state attraversando una fase di cambiamento nell'area vendite e vorreste che
alcune delle vostre risorse diventassero capi area. Quello che mi chiedete è di progettare un percorso di valutazione che vi aiuti a
comprendere chi tra queste persone potrebbe avere le capacità per fare il capo area. Corretto?"
- Proponete, ma senza dare troppi dettagli: l'obiettivo di un primo incontro di analisi della domanda è capire di cosa ha bisogno
il nostro interlocutore e se è una cosa che possiamo fare o no. Qualora sia possibile adempiere alla richiesta, il suggerimento è
quello di limitarsi a dire che possiamo fare una proposta di progetto/attività, che invieremo nei prossimi giorni...
ERRORE!!! Dobbiamo dare una data precisa per evitare di "perderci". Qualora, invece, non sia possibile, prendete comunque tempo, se potete. Es. "Da
quello che ci siamo detti, non posso aiutarvi a fare una graduatoria usando solo un test di personalità; faccio una riflessione su possibili
altre strategie in funzione del vostro obiettivo" (magari, se c'è anche un discorso di budget, proviamo a far rientrare nel prezzo anche
una prova di massima performance su cui basare la graduatoria). Se poi non ci sono effettivamente alternative allora manderemo una mail in cui
confermiamo di non poter fare una proposta, chiudendo però in maniera positiva, in modo che in un futuro possano comunque tenerci presente.
Conclusione: in fase di analisi della domanda, dovete riuscire a mettere a fuoco di cosa ha bisogno il vostro interlocutore e farvi
un'idea di cosa e come potete fare per rispondere a quel bisogno. Inoltre, si tratta di una fase importante di presa di consapevolezza anche
per il nostro committente. Non sempre, infatti, i nostri committenti sono consapevoli delle implicazioni di certe azioni, vincoli e metodi e
il nostro intervento deve servire anche per aiutare a mettere a fuoco questi aspetti.
Altre letture su HT
Cosa ne pensi? Lascia un commento
|
|