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Come organizzo un intervento formativo?

L'articolo "Come organizzo un intervento formativo?", parla di:

  • Il mandato del committente
  • Obiettivi realistici
  • Partecipanti al corso e tempistiche
Psico-Pratika:
Numero 154 Anno 2019

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A domanda HT Risponde: 'Come organizzo un intervento formativo?'

A cura di: Luisa Fossati
A domanda HT Risponde: 'Come organizzo un intervento formativo?'
Come organizzo un intervento formativo?
Domanda pervenuta in redazione il 08 febbraio 2019 alle 12:39
Ci hanno chiesto di fare un intervento formativo di 4 ore o di una giornata su un argomento e noi dobbiamo organizzarci per gestirlo. Come si fa?
Questa è una domanda che mi viene posta spesso; proviamo a dare una risposta.
Innanzi tutto: niente panico! Già, perché a volte ci si mette nell'ottica di dover dimostrare chissà cosa per far valere la nostra professionalità, con il rischio poi di andare fuori tema, fare cose troppo complicate o farne troppe per il tempo che abbiamo a disposizione. Vediamo quindi di farci una scaletta e vediamo anche come farla.

Chi mi sta chiedendo il corso e perché?
Prima di tutto: chi ci sta commissionando il corso, quale mandato ci dà?
Se, ad esempio, la richiesta arriva dal responsabile di un reparto e ci chiede di fare un corso di tre ore sullo stress perché dal suo punto di vista i suoi collaboratori sono stressati, occorre prima di tutto chiedere quali siano, sempre dal suo punto di vista, le ragioni dello stress e fare presente, eventualmente, che un intervento formativo di un giorno può sensibilizzare alla tematica ma non può sradicare il problema.

Obiettivi realistici: connesso al punto precedente. Capita molto spesso che nei committenti si attivi il pensiero magico del "risolvimi il problema con un corso di formazione di un giorno". Ecco, non colludiamo con questi deliri, altrimenti non solo non risolviamo il problema ma il committente è probabile che identifichi in noi la causa del fallimento! Mi capitò una volta un direttore del personale che mi chiese un corso di formazione sulla gestione del cambiamento (due mezze giornate) per far superare ai dipendenti di una piccola azienda le resistenze legate agli stravolgimenti organizzativi e gestionali che c'erano stati negli ultimi anni. Pensate davvero che due mezze giornate di corso avrebbero potuto facilitare la gestione di quelle resistenze? Esatto, neanche io l'ho pensato. In questi casi non dico di non fare le attività, dico solo di ridefinire gli obiettivi facendo presente ciò che in quel tempo e a quella condizione è possibile fare.

Chi ho in aula?
Riuscire a parlare con qualcuno dei partecipanti per capire di cosa hanno bisogno non sarebbe male, ma non sempre è possibile. L'unica cosa che possiamo fare, in certi casi, è fare domande al nostro interlocutore aziendale. Chi sono (come ruolo)? Quali caratteristiche hanno? Quale atteggiamento devo aspettarmi? Hanno fatto altre attività simili?
Se, ad esempio, devo fare un intervento di mezza giornata sullo stress lavoro-correlato e ho in aula un gruppo di operai, devo chiedermi se sia il caso di fare slide con modelli teorici di riferimento. Magari può essere più utile prepararmi tre-quattro concetti chiave da esporre partendo però da domande che posso fare al gruppo.
Esempio: "Nel vostro lavoro ci sono fonti di stress?" (se siamo a fare un corso raramente ci diranno di no).
Risposte possibili: "Sì, facciamo i turni di notte; in alta stagione la produzione raddoppia ma il personale no; le macchine si interrompono spesso bloccando la produzione e devi dimostrare che se produci meno non è colpa tua! Ecc.".
Partendo da queste risposte possiamo definire lo stress e iniziare a parlare dei fattori stressogeni (es. carichi di lavoro, gestione del ritmo sonno veglia ecc).
Importantissimo è conoscere il numero di persone che avrò in aula per eventuali esercitazioni di gruppo.

Quanto tempo ho? Se ho quattro ore non posso pensare di passare troppi concetti e fare due esercitazioni! Meglio poche cose ma fatte bene e che lascino qualcosa alle persone. Se avete poco tempo, come spesso capita, prevedete del tempo di apertura per presentarvi voi, per presentare gli obiettivi del corso, fare (se c'è modo) un giro di tavolo per comprendere aspettative e possibili resistenze. Introducete l'argomento nel modo che preferite (slide, filmati, domande al gruppo, ecc.) per poi inquadrare l'argomento in oggetto e arrivare quindi a definirlo (ad esempio: lo stress), prevedete un momento di discussione. Prevedete una pausa e... siate rigidi con i tempi delle pause; altrimenti perdete tempo oltre che credibilità in termini di assertività. Fate un altro momento di approfondimento; se volete un'esercitazione semplice, un momento di debriefing e... sono passate quattro ore.
Quindi, per progettare un intervento formativo che sia efficace (o comunque il più efficace possibile), è necessario tenere conto della richiesta, ma in funzione dei dati oggettivi e dei vincoli che possiamo avere. Fatevi quindi una scaletta in cui prima di tutto definite gli obiettivi, poi i tempi e i metodi in funzione di chi avete davanti.

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