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Trasformazioni o meglio, anzi peggio... trasfigurazioni

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Trasformazioni o meglio, anzi peggio... trasfigurazioni

Libero pensiero: Trasformazioni o meglio, anzi peggio... trasfigurazioni

Scritto da: Angelica alle ore 13:03 del 07/10/2012

Sono basita, anzi sconvolta...
è successo proprio ieri.

Sono in macchina, sto arrivando al CSM (dove da due anni svolgo il mio tirocinio di specializzazione), mi appresto a parcheggiare e sono colpita da una figura che si staglia sullo sfondo che sta gesticolando febbrilmente.
Mi soffermo a guardare questa figura, è un ragazzo che sta imprecando da solo contro il vento e mi chiedo quali siano i fantasmi che popolano la sua mente.

Scendo dall'auto e mentre mi avvicino all'entrata del CSM sento un "Salve Dottoressa".
Mi giro, è il ragazzo che ha attirato la mia attenzione pochi istanti prima, sta salutando proprio me.
Io rispondo con un incerto "Buongiorno...".
Mi guarda e sogghignando mi dice "ma lei è la dr.ssa XY giusto?".
Io: "si, sono io..."
Lui: "non si ricorda di me?"
Osservo attentamente la sua figura, ascolto l'eco della sua voce ma non riesco proprio a riconoscere qualcuno già incontrato in precedenza, per cui penso che mi stia confondendo con qualcun altro.
Io: "no, mi spiace in questo momento non riesco a ricordarmi, può aiutarmi?"
Lui: "Sono Pinco Pallo, si ricorda il paziente della dr.ssa ZZ?, io e lei ci siamo visti una volta per un colloquio".

Mentre lui parlava e io mi ricordavo di chi fosse una morsa mi ha stretto lo stomaco. Non potevo crederci... la persona che mi stava ora di fronte era solo l'ombra, anzi una lontana eco, del ragazzotto che incontrai un anno prima.
Pinco Pallo era un giovane e baldanzoso diciottenne giunto al CSM dal pronto soccorso in seguito a un attacco di panico.
La tutor, che mi seguiva al tempo, mi chiese di vedere questo ragazzo per alcuni colloqui (il ragazzo era noto ai servizi perché seguito fino a qualche mese prima dalla neuropsichiatria infantile).
Per cui lo vidi per un colloquio, in seguito al quale la madre contattò il CSM per dire che il figlio non avrebbe continuato a frequentare il servizio perché, secondo lei non ne aveva alcun bisogno, ora stava bene.

Cavolo... il ragazzo che mi parlava ieri si è completamente trasformato, anzi trasfigurato, non avrei mai e poi mai potuto riconoscerlo. Ha perso molto peso (penso circa 20 chili), la voce bruciata dalla nicotina (e non solo) e l'abbigliamento (colorato e curato quando lo conobbi) mono-tono di un profondo nero e sporco.
Mi racconta che è cambiato molto perché ha incontrato un amore sbagliato (dice proprio così) "mi sono innamorato dell'eroina, ma ora sto cercando di smettere. Oggi sono qui perché questi stronzi mi devono dare le medicine, loro sanno che ne ho bisogno, ma non me le vogliono dare, tutte le volte mi dicono di tornare perché la dr.ssa è in malattia. Ma che ha la lebbra che manca da un sacco di tempo? Io ho bisogno delle medicine e loro non possono farmi perdere tempo così, c'ho da fare io, e che cazzo!" è arrabbiatissimo.

Io non potevo credere a ciò che vedevo e sentivo, continuavo a ripetermi "ma cosa gli è successo? Cosa c'è stato in questo anno nella sua vita per essere così cambiato?", e contagiata dalla sua rabbia mi sono sentita arrabbiata con la psichiatra che lo ha in carico (che non è più mia tutor da circa un anno) mi chiedevo "embeh?! Qual è la sua responsabilità nella
trasfigurazione di Pinco Pallo? C'è stato un contatto tra loro prima che il ragazzo valicasse la triste china che fa di lui oggi una persona piuttosto malconcia e angosciata?".

Riavvolgendo il nastro della memoria, torno a quell'incontro, l'unico. Di fronte a me ho un ragazzo che dopo un iniziale imbarazzo, si mostra curioso, attento (ma non guardingo), e partecipa attivamente al nostro colloquio, che, forse perché contenuto dai farmaci, al mio nascente "occhio clinico" appare libero da angosce.
A distanza di un anno cosa è rimasto in lui di quel ragazzo pieno di vita, dove è andato a finire?

Nei brevi istanti che abbiamo condiviso ieri ho veramente fatto fatica a rintracciare qualcosa che facesse del Pinco Pallo di ieri e di oggi la stessa persona, anzi non ce l'ho proprio fatta.

Entrata al CSM cerco di mettermi in contatto con la sua psichiatra, ma non mi è stato possibile trovarla. Volevo sapere cosa fosse successo a quel ragazzo, volevo sapere se lei si era accorta di quanto soffrisse, volevo sapere cosa ha invaso la vita e la mente di Pinco Pallo al punto tale da romperne gli argini...

Tante domande, nessuna risposta, una profonda amarezza.
Ma come è possibile?!?

Commenti: 4
1 roberta alle ore 12:00 del 18/10/2012

mi riconosco molto, da professionista del sociale, nello smarrimento descritto da angelica che ritrova un paziente lasciato "non messo cosi male" e ora peggiorato nella sua storia clinica...negligenza? eventi di vita inevitabili? chissa'... freud sosteneva che bisognava lasciare il paziente almeno come lo si è trovato nel primo colloquio, ma spesso ciò non accade. la lettura del thriller "l'analista" di katzenbach puo' illuminare ulteriormente sulla responsabilita' civile e morale che bisognerebbe avere sui pazienti e che per poco tempo, spostamenti lavorativi, perdita di motivazione e tanto altro non riusciamo a soddisfare....

2 Gabriella alle ore 13:01 del 18/10/2012

E proprio così...Cara dottoressa.
58nne, volevo diventare psichiatra. La famiglia decise no. Passione naturale. Mia figlia 29nne, 9 anni fa, bulimia, anoressia. Viveva, vive, in Olanda. L'università, l'amore lì. Dopo 6 anni finito. Scivolò; in depressione. Solitudine, abbandono. TERRIBILE. Notti al telefono su e giù in aereo. Mai mollato. Divorziata, 10 ore/giorno di lavoro, il padre assente.

Vivo a Roma-EUR. Le istituzioni si sono comportate come con il ragazzo tranne un ospedale in zona che aveva un comparto disturbi alimentari. La prese in iter ma era troppo poco. Decise di tornare in Olanda, lì curarsi in simil struttura. Da sole, tante responsabilità. Non auguro ad alcuno, devasta la vita, danno immenso, carpe diem dove non c'è + passato, presente, futuro. Il CIM mi chiuse la porta, casi + gravi in lista d'attesa. Riuscii a trovare psichiatra con 35 anni di servizio ospedaliero. Si mise malata dopo il 1° incontro. X mesi latitante, non trovabile. La stessa struttura mi incitò a fare qualcosa. Seppi poi che voleva il trasferimento. Riuscii a rivederla. Alle mie educate domande mi liquidò dicendomi che in me c'erano gran parte dei disturbi di mia figlia, che lei non poteva seguirmi. Mi colpevolizzò, ricattò, x togliermi di torno. La vidi 2 sole volte.

[continua...]

3 Gabriella alle ore 13:02 del 18/10/2012

[segue...]

Sono buddhista, mi ha aiutata la meditazione, amicizie, lavoro.

Comprendo la trasformazione del ragazzo, quell'abbandono lo ha rovinato.


Ho tenacemente combattuto x mia figlia, x me stessa. Cibo x lei, fumo, alcool x me. Ripresi a fumare 15 sigarette/giorno, 2 bicchieri di vino a cena. Mi limitai ma non sempre. Quando sei disperato.. 1 surrogato.

Oggi mia figlia è sposata + serena. Non guarita né risolto la sua vita ma va molto meglio. Ci ha sorrette l'affettività, l'accoglienza che ci appartiene. Il timone, nonostante qualche abbandono, virata sbagliata, errore, èstato fermo. Il prezzo ALTISSIMO.
Ringrazio casa di proprietà, lavoro stabile. Mi hanno consentito di mettere su un muto x affrontare tutto.

L'amarezza x le vite che l'irresponsabilità di alcuni mandano in malora è sempre x me sofferenza. Se avessi fatto la psichiatra mi sarei battuta al meglio possibile x salvare almeno 1 vita. Sarei stata soddisfatta.

Lei, dottoressa, continui ad indignarsi... brava !!! Gabriella

4 Rossella alle ore 15:21 del 28/10/2012

Credo che nessuno individualemente possa salvare il mondo, ma che occorra creare una rete in grado di accogliere il paziente (che a sua volta è parte di una propra rete). Si metta in contatto con la psichiatra che si occupa di Pinco Pallo e vada avantii!!

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