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Tempo d'estate... tra crisi e vacanze

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Tempo d'estate... tra crisi e vacanze

Libero pensiero: Tempo d'estate... tra crisi e vacanze

Scritto da: Dr.ssa F.F. alle ore 00:58 del 24/06/2012

Non so se capita anche a voi...
Come psicoterapeuta, per me ora inizia il periodo più duro dell'anno.
A fine mese andrò in vacanza e rientrerò i primi di settembre, per cui è tempo delle separazioni e non tutti i pazienti riescono a accettare e gestire la sospensione estiva.

Quest'anno poi sono particolarmente stanca, per cui gestire gli attacchi, le assenze, e le varie reazioni alla separazione che i pazienti mettono in atto, mi risulta particolarmente faticoso.

Capita anche a voi di sentirvi in difficoltà in prossimità della sospensione della terapia?

Prima di salutare i pazienti concordo con loro, in particolare con i più "gravi", modalità di contatto per urgenze in maniera tale che possano sentirsi rassicurati sapendomi disponibile qualora abbiamo bisogno di "trovarmi".
Devo dire che raramente è capitato che mi abbiano chiamato. Spesso ai pazienti basta sapere che ci sono e che sono raggiungibile per "contenere" la crisi da distacco.

Però devo dire che l'infelice incontro della mia "crisi" da stanchezza con la "crisi" da separazione dei pazienti rende gli ultimi incontri veramente duri da tollerare e contenere.

Inoltre, non so se è così anche per voi, la crisi ha una coda che si allunga al rientro dalle vacanze.
Per cui spesso al ritorno devo reggere ad altri tipi di attacchi...insomma i pazienti (non tutti, per carità) me la fanno pagare per averli "abbandonati"! Essendo più carica reggo meglio questo secondo tempo degli attacchi, ma sono comunque impegnativi.

Capita anche a voi che i vostri pazienti vadano in crisi quando andate in vacanza?
Capita anche a voi di sentirvi in crisi di fronte alla crisi da vacanze dei pazienti?

Commenti: 13
1 Sabrina alle ore 18:04 del 04/07/2012

Ciao, argomento interessante!

Io lavoro come psicologa e non come terapeuta quindi è un pochino diversa la cosa però posso parlarti come paziente. Effettivamente quando la mia terapeuta è andata in ferie mi è seccato e mi sono anche incaXXata dentro di me ovviamente. Non è una cosa facile da gestire ma è da far rientrare all'interno del processo terapico e analizzarne i significati!

2 ANGELO LACALAMITA alle ore 22:08 del 04/07/2012

intanto volevo ringraziarti per concedere ad altri la pacifica invadenza di entrare nella sfera della tua intimita' lavorativa.  Penso che in te, si snodino due sorti di meccanismi   il primo e' l'atto liberatorio che con le vacanze, con il distacco terap/paziente, finalmente  puoi tentare di ritrovare te stessa in una dimensione nuova, troppo spesso diment o accantonata, a causa dello stress quotidiano. Ma nel contempo ed inevitabilm incontri il secondo:il paradosso pirandelliano di "uno nessuno e centomila". nella tua dimensione quotidiana e continua sei  terapeuta e paziente in una piacevole alternanza di sfide personali. smarrendo la tua dimensione iniziale, diventi a tua volta paziente dei tuoi pazienti. Nel tentativo di uscirne, ti accorgi d'esserti smarrita .  Il vantaggio e' proprio questo xche' ti permette di riarticolarti in nuove note vibranti in cui potrai cimentarti reinventandoti migliorando sempre piu'!! Buone vacanze.

3 Dott.ssa Tonelli alle ore 12:05 del 05/07/2012

A me non capita, forse un pò di preoccupazione i primi anni in cui avevo meno esperienza e tutto era accentuato dalla "vecchia" mia formazione psicoanalitica. dopo ne ho fatta un alra di altro orientamento che mi ha aiutato ad "allargare certi orizzonti" e ad imparare a "ragionare con la mia testa". Mi fa rifletere il tuo vissuto, non so quale formazione tu abbia ma mi sembra un pò esagerato. Io lavoro con bambini e adulti e non è così come descrivi tu il distacco per le vacanze. 

Supervisionando anche colleghe giovani, Mi sembra che ci siano delle dinamiche tue molto forti da vedere meglio con il "tuo supervisore". una cosa è il lavoro altro la tua vita privata, difficile ma necessario da raggiungere come obiettivo.

 

4 Roberto Pozzetti alle ore 12:29 del 05/07/2012

Trovo che questo contributo sollevi una questione importante. Con molti pazienti la separazione per le vacanze estive crea difficoltà ed il rientro, a settembre, può determinare crisi nel legame ed anche interruzioni delle sedute. Più volte mi è capitato che dei pazienti non si presentassero alla 1° seduta dopo le vacanze o addirittura che interrompessero.

Qualche giorno fa ho telefonato ad un paziente che viene da me in analisi, 3 volte la settimana. Poichè dovevo andare a prendere mia figlia al nido (ovviamente a lui non l'ho specificato), gli chiedevo di posticipare la seduta di un'ora. Questo è bastato per provocargli una serie di attacchi di panico, problema che si era stabilizzato da tempo!!

A differenza della mia esperienza analitica, in cui facevo quasi 2 mesi senza sedute, preferisco ridurre il periodo delle mie vacanze e dividerlo in 2 parti: una in giugno o luglio più la solita vacanza delle 2-3 settimane centrali di agosto.

5 Alcione Nograzie alle ore 21:38 del 05/07/2012

 Beh, per il paziente il distacco è sempre il distacco, rivive la nascita , la morte, l'abbandono, la solitudine; per un analista dovrebbe essere diverso, dovrebbe accogliere dentro di se questa ansia ed avere il piacere del dare indipendenzail distacco è sempre il distacco, per il paziente, rivive la nascita , la morte, la solitudine, per un analista dovrebbe essere diverso, dovrebbe accogliere dentro di se questa ansia ed avere piacere nel dare indipendenza.

6 paola alle ore 07:08 del 06/07/2012

il tema è interessante, sebbene lo vivo diversamente. Per me settembre è l'inizio dell'anno e la pausa, anche se in certi casi, forzata, fa bene. Una volta preparata è un utile strumento di lavoro. Saluti a tutti e buone...pause..

7 Mariangela alle ore 11:35 del 09/07/2012

Dobbiamo fare i conti con i nostri bisogni e i nostri limiti, ovvero dobbiamo accettare di non essere sempre disponibili, forse non siamo sempre  così indispensabili. Qualcuno può anche fare fatica ad accettare che il terapeuta non c'è sempre , anche a me è successo e ho dovuto confrontarmi con la loro rabbia.

8 Francesca alle ore 18:14 del 09/07/2012

Condivido i vissuti, anche se poi il più delle volte, in questa stagione, escludendo 15gg in tutta l'estate durante i quali vado io in ferie, sono più i pazienti che si concedono una pausa che non io a doverla chiedere. Per me infatti questo(giugno, luglio ,agosto) è il periodo nero per il lavoro, perchè mi riduco a seguire una due persone al massimo a settimana! Forse sbaglio poi a dare disponibilità telefonica quasi totale...sono quella terapeuta che se le invii un sms alle due di notte , lei sta lì che ti risponde...poi, inevitabilmente telefona oggi, telefona domani....non diventa neanche necessario andare da Francesca, tanto lei c'è sempre e comunque.Così a giugno, finisce la scuola, finiscono i corsi in palestra,ci sono i saggi, le cerimonie, e si interrompe anche la terapia .Sicuramente , da 12 anni che esercito, le gratificazioni sul piano umano hanno in questo modo superato quelle sul piano economico...ma confrontandomi con tanti colleghi , credo di essere se non l'unica, certamente una delle poche a vivere questa situazione. Sto tranquilla solo per il fatto che poi il lavoro riprenderà a settembre...per ora ti auguro buone vacanze, e non ti preoccupare, se ti hanno sentito vicina non ti lasciano!

9 paola alle ore 08:13 del 10/07/2012

gentile Francesca non sei la sola!

sono in molti i colleghi e le colleghe a vivere questi ritmi lavorativi

pochi, penso, sono quelli che lo ammettono

siamo una categoria professionale....così

ciao e...buona pausa

paola

10 MICHELE alle ore 14:38 del 12/07/2012

é verissimo!!! Comunque credo, che devi ricercare in te le motivazioni di questa stanchezza oltre che fisica e mentale, forse emotiva, tienila sotto controllo, potrebbe essere un campanello d'allarme. come professionisti abbiamo diritto di stare bene in primis per noi stessi e poi anche come terapeuti, altrimenti cosa offriremo ai nostri pazienti? quest'ultimi odiano i cambiamenti in generale e questo li destabilizza particolarmente, fai bene a far capire loro che ci sei sempre, ma fallo in modo sottinteso, se non vuoi scocciature quotidiane mentre magari fai il bagno o prendi la tintarella. il nostro anche se è un lavoro particolare è sempre un lavoro e di lavoro di ci si può ammalare senza la giusta dose di vacanze, per tornare ad essere noi stessi, per prendersi, finalmente, cura di noi stessi.

P.S.

ammazza però devi lavorare davvero tanto se vai via più di mese...Risatona

11 silvia goi alle ore 08:13 del 03/08/2012

Il fatto è che una volta su un milione può essere davvero un abbandono crudele, un reale bisogno di accudimento estivo, che per alcune situazioni l'estate è un punto debole. Ovviamente in presenza di situazioni ansiogene, di patologie legate all'ansia, va vagliato di volta in volta e diventa fatto tragico

nell'ingigantimento della minaccia che ne viene attuato dal paziente. L'abituazione a situazioni d'urto talora non aiuta a individuare la portata del danno. Sta di fatto che un compromesso di lavoro viene sempre attuato anche in professioni iper-responsabilizzanti : si è sempre portati a pensare che la vacanza del terapeuta sia 'didattica' per noi, sia comunque lì per spiegare a noi qualcosa, o per fare un esercizio di vissuto, per così dire. E invece, guarda un po', è fare i conti ssenza l'oste, senza il fatto che esiste uno stacco vero, un punto vuoto.  C'è chi si fa scrivere. 

12 silviagoi alle ore 08:27 del 03/08/2012

Rileggendo ho trovato dei punti-chiave negli interventi tonelli e lacalamita. 1. I bambini sono semplicemente contenti di andare in vacanza, è così? E, fra le righe, il freudianesimo spinto tende ad accentuare la portata dei ricordi fobici e comunque non pone al centro l'infanzia ma l'adulto che 'soffre di reminiscenze'. Non è esagerato comunque lo si annovera tra i fattori di angoscia o ansia.

2.L'occasione di distacco è occasione di ristrutturazione, di apertura alla novità umana. Comunque tende a ribadire il mondo chiuso, circoscritto, compatto, come un rischio. Capito giusto?  

13 silvia alle ore 08:46 del 03/08/2012

Ma nessuno resta senza copertura del tutto....c'è il Net...

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