HT: La Psicologia per Professionisti Questioni di deontologia... che fare? | |||||||
Home Psico-Pratika | Articoli PsicologiaPsicologia ClinicaPsicologia del LavoroRisorse Psy | ||||||
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
INPEF - Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Master in Criminologia, Criminalistica, Investigazione e Psicologia giuridica - Roma e Online ANIRE - Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre Ippoterapia: Corso di formazione avanzata Area Psicointellettiva - Milano Centro CoMeTe - Istituto di Terapia Familiare
Corso: 'Conflitto genitoriale e violenza domestica' - Online e Firenze PsicoCitta.it
|
Questioni di deontologia... che fare?Libero pensiero: Questioni di deontologia... che fare?Scritto da: XY alle ore 12:28 del 18/09/2011 ...sono a conoscenza di comportamenti professionali piuttosto discutibili tenuti da un collega (purtroppo quel pezzo di carta ci assimila, ma mi dissocio dal considerarmi collega di questa persona, che ahimè conosco fin troppo bene). Bene mi ritrovo nel bel mezzo di un dilemma perché non so bene come gestire la cosa, purtroppo non ho prove in mano che possano dimostrare i fatti di cui sono a conoscenza, della cui sussistenza non ho alcun dubbio. Come posso muovermi? A qualcuno di voi è mai capitato qualcosa di simile? Mi apro al confronto e ogni indicazione che vorrete e potrete fornirmi sarà per me estremamente preziosa. Grazie Commenti: 91 Ale alle ore 13:51 del 21/09/2011 Salve XY !!! Io faccio difficoltà a dare un'opinione perché non è chiara la condotta di questo nostro collega. Tra l'altro, chi ha detto che il costro codice non andrebbe revisato e adattato ai tempi che corrono?. Ripeto, dipende...la prima nostra azione dovrebbe essere indirizzata a formare la comunità en generale ai fini di permetterli di difendersi di certi atteggiamenti con competenza, dovrebbero essere loro a dinunciare gli eccessi!!! Saluti. 2 elisa alle ore 14:30 del 21/09/2011 hai provato a contattare l'ordine della tua regione per sapere cosa ne pensa in merito? chiaramente senza fare nomi - per ora - e specificando che le prove non sono tangibili... 3 Daniele alle ore 16:31 del 21/09/2011 Io credo che avere l'abilitazione da psicologi comporti in ogni caso un certo tipo di lavoro e cambiamento personale, e quanto meno per chiunque l'aver dovuto dare come minimo una lettura al codice deontologico, per quanto essa possa essere stata veloce. Adesso, un conto è aver letto il codice deontologico e magari averlo imparato per l'occasione della terza prova, un altro è osservarlo anche nella pratica, magari avendone ben presente i perchè. Io mi muoverei cercando il dialogo con questa persona, cercando di comprenderlo (questo del resto è il modo d'agire che ci viene indicato proprio dal codice). Mi confronterei con lui e cercherei di capire i suoi perchè. Dopo cercherei di avviare un confronto sul codice deontologico, gli direi un po' la mia al riguardo, e gli spiegherei che personalmente non potrei ignorare la sua infrazione: ne va anche del buon nome della nostra professione. Come extrema ratio gli farei presente che il codice stesso ci richiede di fare riferimento all'Ordine professionale nei casi in cui riteniamo che esso venga infranto da un collega, e che quindi qualora verificassi che qualche collega effettivamente lo infrange, non potrei che contattare l'Ordine 4 silviagoi alle ore 08:48 del 22/09/2011 Il danno potenziale provocato dall'intervento scorretto agisce anche a distanza di anni - e questo è il suo aspetto più subdolo. Ragion per cui si sente l'urgenza di interromperlo, anche solo per una riflessione mirata, che serva per prima cosa a noi. Vanno valutati prima, mi pare, alcuni fattori: il viraggio soggettivo della ricezione dei segnali, è il primo. Oltre a questo, l'assenza di prove concrete è da lamentarsi solo nel caso ci si voglia accanire su di un comportamento singolo, quando più che evidentemente il vero problema viene innescato se tale scorrettezza diviene prassi terapeutica, dall'impatto sociale ben più devastante. Ma la conoscenza stretta della persona, la distanza di metodologia che si legge tra le righe, possono risultare ostacolo o rallentamento di azione anche per l'Ordine. Eppoi, sa di burocrazia - quando uno psicologo dovrebbe preferire modelli sperimentali non irresponsabili....e dirglielo? farglielo intendere? E' persona così pericolosa? Personalmente suggerirei di entrare subito in contatto con qualcuno che, appartenendo all'ambiente che condividete, sia in sufficiente confidenza la ricezione 5 Chiara alle ore 12:38 del 22/09/2011 Le consiglio di rivolgersi alla Commissione deontologica del suo Ordine Regionale che le darà tutti i chiarimenti in merito ai suoi dubbi. Credo che bisogni uscire un po' allo scoperto se si notano o si è a conoscenza di abuso della professione. Purtroppo, ci sono molti psicologi non adeguatamente formati alla pratica professionale che esercitano lo stesso in modo poco deontologico... ed è vero che non possiamo avere le prove, perché non siamo dentro alla sala del colloquio, ma ... non tutto può essere tollerato se è a danno del paziente. 6 silviagoi alle ore 12:50 del 22/09/2011 Il problema è che XY non riferisce se si tratti di un abuso grave, o di una più lieve infrazione alla correttezza deontologica. La differenza di scuola interpretativa, fa il resto - e la varietà enorme di indirizzi attuali, che è in crescita e non in diminuzione, incoraggia azioni che vengono anche passate per 'fuori dalla mischia' o alternative, in un orizzonte legislativo che non è comunque tenero con le scelte fuori configurazione. 7 Chiara alle ore 13:05 del 22/09/2011 XY ha scritto che il "collega" ha "comportamenti professionali piuttosto discutibili" e che "La condotta tenuta ... viola più articoli del codice deontologico degli psicologi, e in generale il suo atteggiamento professionale non fa certo onore alla nostra categoria". Non parla di differenze tra scuole di psicoterapia e, comunque, chi potrebbe fornirle una risposta in merito alla possibile denuncia o infrazione degli articoli del codice, anche in relazione alle differenze terapeutiche delle scuole di specializzazione, se non la Commissione Deontologica dell'Ordine? Potrebbe rivolgersi anche in forma anonima o non citando il "collega" , ma almeno chiarirebbe i suoi dubbi. Penso che dovremmo usare gli strumenti che ci sono messi a disposizione, quando è necessario. Altrimenti, resterà sempre con i suoi dubbi e vedrebbe il "collega" con occhi di disprezzo, come già sta avvenendo. 8 Lara alle ore 07:57 del 30/09/2011 Sono d'accordo con Daniele quando suggerisce di cercare in prima istanza il dialogo con questo collega: ritengo che sia fondamentale proteggere i pazienti e la nostra categoria, ma è altrettanto fondamentale per quanto possibile salvaguardare i nostri rapporti con i colleghi. Poi tutto dipende da quali siano le tue fonti, e quali gli elementi che ti rendono certa della sussistenza dei fatti a cui ti riferisci: è già capitato che colleghi coinvolgessero l'Ordine professionale ed avviassero complicate e spiacevoli diatribe solo sulla base di cose riferite dai pazienti stessi all'uno o all'altro, e poi a ben vedere riferibili a loro proprie dinamiche interne e non ad effettive scorrettezze dei professionisti... perciò è importante anche valutare quali siano le fonti. Se i tuoi dubbi permangono, dopo esserti confrontata con lui rivolgiti all'Ordine, cerca chiarimenti senza fare nomi in un primo momento, e poi vedrai. Tralascerei invece di coinvolgere altri colleghi... 9 XY alle ore 08:38 del 04/10/2011 Ringrazio tutti, tenterò la strada indicata dalla collega Chiara e poi vedrò cosa ne verrà fuori. Purtroppo il confronto con questo collega è fuori discussione 1) perchè nega fino alla morte; 2) perchè giustifica come "terapeuticamente" mirata la sua condotta; 3) perchè è dannatamente furbo. Non ho dubbi sulla veridicità delle info in mio possesso, purtroppo non parliamo di comportamenti naif, ma di fatti molto gravi che per ovvie ragioni non posso dettagliare in questa sede. Ci tengo a precisare che non si tratta nel modo più assoluto di differenti prospettive terapeutiche o di divergenze tra "scuole", magari fosse questo... il problema sarebbe unicamente tra me ed il collega! Grazie per il contributo di ciascuno di voi. Avrei preferito di gran lunga non trovarmi in questa situazione, ma tant'è... XY Cosa ne pensi? Lascia un commentoQuesto libero pensiero è presente nelle seguenti categorie:
|
||||||
P.IVA 03661210405 © 2001-2025 |
HT Psicologia - Questioni di deontologia... che fare? |