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Psicologa: seguire due fratelli contrasta con il codice deontologico?

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Psicologa: seguire due fratelli contrasta con il codice deontologico?

Libero pensiero: Psicologa: seguire due fratelli contrasta con il codice deontologico?

Scritto da: Eleonora alle ore 19:00 del 10/08/2016

Salve a tutti, sono stata contattata dal fratello di una mia paziente (adulta) che sto seguendo da diversi mesi.
La prima reazione è stata quella di inviarlo ad una collega, poi però, rileggendo il codice deontologico, non ho trovato un articolo che vieti questo.
Voi come vi sareste comportati al mio posto?
Ho forse letto male il codice?
Grazie a tutti!

Commenti: 5
1 Francesca alle ore 10:42 del 06/09/2016

Ciao Eleonora, si non esiste articolo del Codice che lo vieti eplicitamente ma si tratta di una norma che definirei 'di base' e che apprtiene allo stesso motivo per cui non prendiamo in terapia il marito o la zia o la madre di un paziente, dato che le informazioni che già conosciamo e il rapporto terapeutico del paziente contaminerebbero il nostro modo di approciarci con il parente. E soprattutto per il paziente sarebbe confusivo se non addiritttura limitante in termini di libertà espressiva ed emotiva (sapere che sto dicendo una cosa su mio fratello/marito/zia e che poi il terapeuta vede la sudetta persona) e potrebbe attivare certamente delle dinamche e fantasie dannose all'alleanza terapeutica e al setting. Non accettando in terapia parenti dei pazienti tutelo me stessa e il paziente. Questo il mio modo di intendere la psicoterapia e di leggere fra le righe del Codice. Ciao 

2 Gabriele alle ore 13:31 del 06/09/2016

Condivido quanto espresso da Francesca. Tuttavia ci sono situazioni in cui può essere importante seguire due familiari in momenti diversi. Ovviamente entrambi devono saperlo. Mi riferisco a situazioni di malattia fisica ad esempio dove a volte ci si trova a "mettere in comunicazione" i parenti: ad esempio la persona malata e una moglie, un figlio ecc. A volte è la persona stessa che chiede aiuto in questo senso. Nei casi di malattia, anche terminale, personalmente ritengo che possa essere fondamentale l'incontro con due persone in momenti diversi, a patto che questi momenti abbiano lo scopo di permettere la comunicazione tra i due. Succede anche che poi si riesca a creare degli incontri congiunti. 

3 silvia goi alle ore 08:09 del 07/09/2016

Considero la situazione dal punto di vista del paziente - e, in particolare, dellA paziente, dato che il problema si è spesso posto nella discussione al femminile.

E mi trovo a pensare: il soggetto che 'sceglie' il terapeuta nutre talora la banale ma legittima  speranza che qualcuno la veda 'dalla sua' - in un tessuto sociale che si fa sempre più conflittuale e meno empatico. E pensare che il resto della famiglia condivida questa confidenza PUO' essere limitante . Si pensi a gravidanze indesiderate da contrattare con un nucleo familiare non empatico o con i colleghi in situazioni estreme...e si colga la particolare importanza che può avere per i clienti al femminile una 'doppia privacy' garantita. Tuttavia, preferisco usare una formula possibilista...PUO'essere limitante...perché sarebbe negare del tutto

l'accesso ad una terapia coordinata prima che familiare o alla libertà di esercitare un discrimine critico nell'accettare pazienti provenienti da situazioni particolari. Perciò è bene che la norma non sia totalmente vincolante.  

4 Simona alle ore 12:14 del 20/09/2016

Buongiorno,

sono stata incuriosita da questo titolo "si possono seguire due fratelli o contrasta con il codice deontologico" e mi sono venute molte domande a mia volta, stiamo parlando di un contesto di psicoterapia in uno studio privato?

Quale problema porta la persona e come può essere collegata a questa chiamata del fratello? Cosa chiede il fratello alla psicologa e come può essere trattata simbolicamente questa richiesta.

Mi viene il dubbio che questa richiesta abbia a che fare con delle regole di codice "familiare"prima che deontologico.

Prima di rifiutare o accettare mi sembra ci siano molte considerazioni da fare e cose da capire meglio. Sempre se stiamo parlando di consulenza psicologica o psicoterapia. Comprendo che questa è una bacheca on line e forse non è lo spazio giusto per aprire grandi discussioni. Però direi  soprattutto alla collega che la sua è una domanda  molto interessante che meriterebbe una buona e utile supervisione. 

5 silvia goi alle ore 13:43 del 20/09/2016

Be', 'contattata dal fratello' sembra una descrizione generica di una richiesta che non è stata neanche formulata od espressa per telefono. E sono d'accordo sul fatto che in situazione si segue l'istinto professionale e che questo ha suggerito la non coerenza con il codice deontologico...ma può essere rinunciare ad un prezioso tassello di comunicazione il non fissare neanche un appuntamento per disdire, ma cogliere tutte le conseguenze in atto in quell'orizzonte familiare...è stato chiesto il vincolo della privacy? Ha detto esplicitamente che la sorella non debba venire a saperne niente?

Il fatto si tratti di una donna non mi sembra possa essere trascurato enlla valutazione del caso!

Scontatamente, in un modello tradizionale ci si gioca la professionalità ed anche la carriera. Ma gli orientamenti sembrano mutati attualmente, i tagli di lettura non sono tutti così tassativi e la discussione su questo merita di non essere interrotta.

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