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La psicologia e lo psicologo al miglior prezzo: tariffe anti-crisi, che ne pensate?

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La psicologia e lo psicologo al miglior prezzo: tariffe anti-crisi, che ne pensate?

Libero pensiero: La psicologia e lo psicologo al miglior prezzo: tariffe anti-crisi, che ne pensate?

Scritto da: Pierpaolo alle ore 03:08 del 25/08/2014

Nelle mie peregrinazioni internautiche mi capita, sempre più spesso, di incontrare colleghi/e che o sul proprio sito personale o su siti promozionali dedichino parte della proprie comunicazioni a informare gli utenti, potenziali clienti/pazienti, che applicano tariffe agevolate o addirittura vendono pacchetti di colloqui a prezzi scontati o ancora applicano percentuali di sconto se contattati entro il mese o comunque reclamizzano l'offerta del mese...

Capisco che dal punto di vista del markenting bisogna lanciare offerte e occhieggiare al potenziale "cliente" con proposte vantaggiose per attirarlo, il tutto finalizzato al lancio - e si spera decollo - dell'attività.
Indubbiamente è vero che anche noi dobbiamo fare cassa e come molti altri (esercenti e liberi professionisti) risentiamo della crisi (i soldi in giro sono proprio pochini).

Però non so, vedere le promozioni offerte dai colleghi, tenuto conto della nostra particolare categoria professionale, mi fa proprio strano ... mi sembra svilente, ecco.

Senza essere per forza psicoanalitici o psicodinamici, credo che trasversalmente ad ogni approccio, anche il rapporto con il denaro assuma un significato particolare all'interno del setting clinico (che sia psicoterapeutico o psicologico)
Ed è anche vero, come recita l'adagio della sincronicità, "che ogni psicologo/psicoterapeuta ha i pazienti che si merita"... ma mi chiedo, che tipo di pazienti, ovvero persone, rispondono a questo tipo di comunicazione, quali gli utenti che poi arrivano da noi e con quali fantasie sullo sconto?
E da punto di vista della caratura professionale che immagine diamo di noi e del nostro lavoro offrendo le nostre prestazioni a prezzi scontati, ridotti, ribassati, insomma in saldo?!

Davvero la crisi globale può giustificare questo tipo di atteggiamento? È questo il passo che richiede il tempo attuale se vogliamo starci dentro e quindi non essere tagliati fuori dal mercato?

Quali gli effetti di questo tipo di comunicazione commerciale?

Sarei curioso di sapere se tra noi "qui" c'è qualcuno che ha adottato questo tipo di strategie e se nota un'utenza diversa rispetto a quella che magari è giunta in studio pre-saldi?

E in generale, è giusto che la nostra categoria professionale adotti la logica commerciale dello sconto?

Quale il vostro punto di vista?

Commenti: 7
1 Giusy La Marca alle ore 20:52 del 03/09/2014

Ciao collega, copio qui il link del sito che mi riguarda (creato gratis naturalmente), così per capirci su cosa intendo:

http://lagyn0.wix.com/circolarmente#!chi-siamo/c24vq

2 Giusy La Marca alle ore 20:53 del 03/09/2014

Come vedi, non faccio promozioni del mese o offerte varie, che francamente fanno strano anche a me, perchè non si tratta di un prodotto del supermercato in offerta. Penso, invece, che sia importante rendere il benessere accessibile a tutti e non facoltativo o solo per pochi; chiaramente, c'è da rispettare tutta una serie di regole sulle associazioni, quindi ho dovuto modificare il progetto originario (pagamento in base a possibilità, dove uno che paga di più compensa con chi non può pagare)...anche se la maggior parte delle ass. non le rispettano certe regole...ma a me piace la coerenza. Così, quello che faccio lo faccio sempre, comunque e ovunque, e non a offerta del mese, perchè credo abbia un senso; e cioè: uno sportello gratuito per adolescenti, due consulenze psicologiche gratuite per tutti e sostegno psicologico e psicoterapia a prezzi sociali (vale a dire 40 individ., 50 coppie e familiari, salvo casi particolari di difficoltà socio-econom da valutare di volta in volta, ma me ne son capitati solo 2 in tre anni). Quello che penso è che se paghi un affitto mensile, bollette, cibo e magari hai anche figli...beh, forse non ti puoi permettere 400 euro di terapia al mese...anche riconoscendo di averne l'esigenza. In Italia non esiste ancora, sta partendo qualche sperimentazione qua e là, ma la cosa più logica sarebbe lo psicologo di base (nelle asl ad oggi c'è ancora un rapporto 5:1 tra psichiatri e psicologi e non è ancora possibile fare una terapia al servizio pubblico come si dovrebbe). Chiaro che poi, con queste premesse, non mi permetto uno "studio", ma creo collaborazioni con associazioni che mi offrono il loro spazio, al massimo con un prezzo simbolico. E questo è quanto penso e pratico.

3 Dr. Fernando Bellizzi alle ore 08:12 del 04/09/2014

Caro Pierpaolo quello che esprimi è il lamento di molti colleghi e sinceramente anche questo come qualcosa che svilisce la categoria: sono questioni di categoria e non da sbandierare ai quattro venti. Che idea si fa l'utenza degli psicologi che si lagnano senza avere una soluzione? Se non risolvono i loro problemi, figurarsi i nostri. 

Comunque mi pare anche che siano commenti un pò fuori dal mondo, come se fossero solo appartenenti alla nostra categoria (e di nuovo, che immagine offriamo all'utente medio?).

La crisi economica è solo uno degli aspetti, sicuramente il più importante. Un altro aspetto è il numero degli psicologi e quindi la domanda che viene soddisfatta da un'offerta non indifferente, che si presenta non solo attraverso tanti colleghi disponibili ed affamati, ma anche da una maggiore diffusione delle informazioni psicologiche gratis, e quindi da un impoverimento del valore di quel sapere.

Mi viene in mente quel film Totò in cui si andava da chi sapeva scrivere e leggere per farsi scrivere una lettera e farsi leggere la lettera ricevuta: che grande valore che era saper leggere e scrivere! Si portava uno stipendio dignitoso. Poi piano piano sono aumentati quelli che sapevano leggere e scrivere... e fu la fame!

4 Gerardo alle ore 14:21 del 05/09/2014

Penso che chi fa prezzi stracciati, fa psicoterapie "stracciate"! Mi dispiace per loro e per chi li intercetta! Credo che chi ha fatto realmente sacrifici e conosce davvero l'impegno necessario per effettuare una psicoterapia, non fa prezzi stracciati! Personalmente penso di curare le persone, non di fare chiacchiere come, purtroppo, molti dei nostri colleghi. In ogni caso credo che la differenza tra chi lavora seriamente e chi no, si veda! Io non abbasso i prezzi perchè non ho intenzione di ridurre la portata di quello che faccio. Stammi bene.

5 :-) alle ore 15:06 del 04/04/2015

Ho la formazione in psicologia e in psicoterapia. Però non lo faccio come mestiere. Non chiedo soldi in cambio alle persone che aiuto. Lo trovo rivoltante. Credo che il denaro sia un pericoloso inquinante nelle relazioni d'aiuto e che favorisca la crescita del tabù dell'amore. Quando aiuto qualcuno lo faccio col cuore e la mia paga è la gioia che mi dà farlo.

6 rossella alle ore 16:46 del 01/05/2015

Ogni città ha la sua realtà locale. La realtà di Genova in tema di psicologi al lavoro è davvero insoddisfacente. La cultura genovese è pervasa dalla medicalizzazione, da pregiudizi e paure di stigmatizzazioni. Credo che la prima cosa da fare sia di avvicinare le singole persone all'approccio psicologico come offerta di sostegno e aiuto di cui non avere vergogna. E se per fare ciò lo psicologo deve abbassare la sua tariffa allora che ben venga! La prima cosa da cambiare è la cultura predonimante, per non parlare della politica. Lo psicologo deve poter essere visto come un medico fra gli altri, un medico del quale tutti nella propria vita possono averne bisogno!

7 Giovanna alle ore 22:31 del 04/11/2015

Ti sei mai chiesto che immagine si dà nel chiedere soldi in cambio di una relazione d'aiuto?

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