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Salute Mentale: la Camera approva la Risoluzione
Italia. Il Testo approvato presenta 13 punti di impegno per la Salute Mentale

L'articolo "Salute Mentale: la Camera approva la Risoluzione" parla di:
  • Panoramica sulla Salute Mentale in Italia
  • Leggi e differenze di applicazione tra regioni
  • I tredici punti d'impegno del testo unificato
Psico-Pratika:
Numero 162 Anno 2019

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 02 Dicembre 2019

Salute Mentale: la Camera approva la Risoluzione
Italia. Il Testo approvato presenta 13 punti di impegno per la Salute Mentale

Italia. La commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità il Testo Unificato delle risoluzioni sulla salute mentale, documento che contiene 13 punti di impegno attraverso i quali viene chiesto al Governo italiano di supportare le persone affette da tali problematiche e tutte le iniziative volte a garantire l'effettiva tutela della loro salute.
Nato dalla fusione di 3 risoluzioni presentate dai deputati Giuditta Pini (Partito Democratico), Francesca Troiano (Movimento 5 Stelle) e Teresa Bellucci (Fratelli d'Italia), il Testo Unificato è stato pubblicato sul sito web della Camera il 6 Novembre 2019.

Il documento si apre con una lunga premessa, attraverso la quale viene illustrata l'attuale situazione in Italia dal punto di vista della salute mentale, fornendo alcune informazioni sul numero di individui affetti da determinate problematiche, sottolineando i vantaggi portati dalle leggi che hanno modificato il settore nel corso del tempo, parlando delle strutture specializzate che hanno sostituito i vecchi ospedali psichiatrici (noti anche come "manicomi").
Prima di illustrare i 13 punti d'impegno, riportiamo di seguito un sunto di questa premessa.

Panoramica sulla situazione italiana

Stando all'ultimo rapporto del Ministero della Salute - afferma il documento - in Italia ci sarebbero circa 851.189 persone affette da problemi di salute mentale (dati del 2017), gran parte delle quali di età compresa tra 45 e 54 anni.
La Società Italiana di Psichiatria, durante la Giornata Mondiale della Psicologia del 2018, ha mostrato come negli ultimi 10 anni ci sia stato un aumento del 20% dei casi di depressione soprattutto tra i ragazzi. Molti giovani di età compresa tra i 12 ed i 25 anni si dichiarano – secondo dati Istat - insoddisfatti della propria vita, delle relazioni instaurate con amici e familiari e della propria salute.
Per far fronte alle loro difficoltà emotive, sono aumentate negli ultimi anni le ricerche su patologie come ansia, depressione, disturbi dello sviluppo e del comportamento alimentare, dipendenze da sostanze, da gioco d'azzardo ed anche tecnologiche. Prevenzione e diagnosi precoce, infatti, sono strumenti sempre più importanti per contrastare queste problematiche, soprattutto se utilizzati durante le prime fasi della vita di un bambino e durante l'adolescenza. Per questo – dichiarano le autrici della risoluzione - potrebbe essere particolarmente utile avere assistenza psicologica anche lì dove i ragazzi passano gran parte del proprio tempo, ovvero nelle scuole, in modo tale da dar vita ad interventi mirati per prevenire e correggere eventuali disturbi psichici durante le fasi più delicate della loro crescita.

Il problema della salute mentale risulta poi particolarmente sentito nelle carceri, all'interno delle quali si assiste anche a fenomeni di radicalizzazione: a questo proposito, il testo unificato riporta come esempio quello dei casi di violenza contro le donne, dove i colpevoli spesso non sono capaci di rendersi conto della gravità delle loro azioni ed anzi accusano le vittime di essere la causa della propria "ingiusta" incarcerazione.

Dal punto di vista legislativo, molto importante è stata per il nostro Paese l'introduzione della "Legge Basaglia" (Legge n. 180 del 13 Maggio 1978), definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "uno dei pochi eventi innovativi nel campo della psichiatria su scala mondiale". Grazie a questa legge è stata avviata una vera e propria riforma della psichiatria ed è stato superato il paradigma "malattia mentale uguale pericolosità sociale". Si è assistito, quindi, alla trasformazione dei trattamenti sanitari obbligatori e alla preferenza per servizi e presìdi sociosanitari extraospedalieri di prevenzione, cura e riabilitazione per favorire l'inclusione sociale dei pazienti.
Si è arrivati, così, alla chiusura dei vecchi ospedali psichiatrici/manicomi, strutture che, nell'arco di un ventennio, sono state sostituite da Centri di Salute Mentale (CSM), Centri Diurni (CD)* e di Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC)*.
Il Sistema Sanitario Nazionale ha quindi dato vita nel corso del tempo ad una rete di servizi per la salute mentale strutturata, una realtà in grado di garantire assistenza ad oltre 800.000 persone grazie al lavoro di circa 40.000 operatori.
Tuttavia, si riscontrano ancora sul territorio nazionale difficoltà e differenze, dovute prevalentemente ad un'applicazione disomogenea tra le varie regioni e a risorse destinate alla salute mentale insufficienti. Per esempio, vi è una continua diminuzione dei posti letto nei reparti specializzati di neuropsichiatria infantile, così come i Dipartimenti di Salute Mentale ed anche i Centri di salute mentale dislocati nelle regioni stanno via via diminuendo a causa di fenomeni di accorpamento di più aree territoriali.
Numerosi problemi si riscontrano anche per l'applicazione del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio): sul territorio nazionale, infatti, si sono verificati anche casi di morte del paziente mentre veniva eseguito questo tipo di trattamento.

Le leggi n. 9 del 17 febbraio 2012 e n. 81 del 30 maggio 2014 hanno fatto sì che fossero chiusi in Italia i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ancora attivi. Al loro posto hanno preso forma le Rems (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e soprattutto si è cominciato a pensare a percorsi di cura e riabilitazione individuali con misure di sicurezza non detentive. Si registrano, però, numerose differenze tra le singole regioni: in alcuni casi, infatti, permangono delle strutture che sembrano piccole carceri, all'interno delle quali viene ancora applicato il regolamento penitenziario.

Alla luce di quanto riscontrato, è quindi importante superare tutte le criticità presenti nel settore della salute mentale, in modo particolare assicurare a quanti sono affetti da determinati disturbi trattamenti uniformi sull'intero territorio nazionale, dando vita ad interventi che abbiano come obiettivo principale la tutela della salute mentale e che si pongano in continuità con la Legge Basaglia.
Proprio per questo, le istituzioni devono ascoltare e dialogare con coloro che ogni giorno hanno a che fare con problemi di questo tipo, dunque sia con i pazienti stessi che con le loro famiglie e con gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale.

Al fine di superare le difficoltà riscontrate e poter garantire un'effettiva tutela della Salute mentale per le oltre 800.000 persone che ne sono affette in Italia, quindi, la risoluzione chiede al Governo di rispettare i 13 punti di impegno che illustriamo qui di seguito.

I tredici punti di impegno del testo unificato

I 13 punti della risoluzione impegnano il Governo italiano a:

  1. adottare iniziative in favore degli individui affetti da problemi mentali il cui fine deve esser quello di eliminare ogni forma di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei loro confronti.
    Inoltre, il Piano di azioni nazionale per la salute mentale deve essere perfezionato in base ai risultati del lavoro svolto dal Tavolo di lavoro tecnico sulla salute mentale1, includendo interventi, azioni, strategie che abbiano come fine la promozione della salute mentale, la prevenzione e la diagnosi precoce di disagi e disturbi mentali;
  2. aggiornare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)2 dando la priorità a percorsi di cura individuali;
  3. assicurarsi che venga rispettata la normativa riguardante il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) in tutto il territorio nazionale;
  4. dar vita – attraverso una collaborazione con regioni e province autonome – ad iniziative che seguano un approccio multisettoriale e intersettoriale, in modo tale da favorire l'inclusione nelle attività del territorio, promuovendo l'utilizzo dei Budget di salute3 come strumento di integrazione sociosanitaria;
  5. assicurarsi che il Ministero della Salute presenti periodicamente alle Commissioni Parlamentari lo stato di attuazione delle politiche riguardanti la salute mentale;
  6. far sì che sul territorio nazionale aumentino i fondi per le attività di consultori e distretti sanitari, potenziando i loro interventi sociali e di sostegno psicologico per le famiglie;
  7. destinare più risorse all'aumento del personale sanitario specializzato, soprattutto per l'incremento di psichiatri, psicologi clinici e psicoterapeuti, insieme a operatori sociali con funzioni educative e riabilitative e a tecnici della riabilitazione psichiatrica;
  8. adottare iniziative per far sì che vengano raggiunti gli obiettivi fissati con la legge n. 81 del 30 maggio 2014 (quella per l'eliminazione degli ospedali psichiatrici), soprattutto per quanto riguarda la presa in carico delle persone dimesse da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale, l'accoglienza e l'assistenza presso le Rems, e l'assistenza dei destinatari di misure di sicurezza in condizioni di infermità psichica;
  9. stanziare risorse adeguate per promuovere politiche di inserimento lavorativo e reale inclusione sociale e abitativa delle persone affette da disturbi di salute mentale, stando attenti sopratutto alla fase in cui i giovani con disabilità mentale diventano adulti;
  10. stanziare risorse adeguate per la formazione e l'aggiornamento del personale sanitario, sociosanitario ed educativo, in modo tale che sia in grado di far fronte anche alle nuove problematiche che sorgono di volta in volta nel settore della salute mentale;
  11. definire percorsi di prevenzione, cura e presa in carico specifici ad accesso facilitato, optando per interventi meno invasivi per adolescenti e giovani adulti con disturbi psichici o del comportamento o che presentano livelli di rischio significativi;
  12. aumentare i posti letto nei reparti specializzati di neuropsichiatria infantile;
  13. garantire la trasparenza nelle attività del Ministero della Salute che hanno a che fare con la tutela della salute mentale.
Note
  1. Organismo tecnico sulla salute mentale istituito nel Giugno del 2019 presso la Direzione Generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute.
  2. I LEA riguardano tutte quelle azioni, servizi, prestazioni, ecc. che i cittadini hanno il diritto di ricevere dal Sistema Sanitario Nazionale.
  3. Si tratta di budget/risorse personalizzate che possono essere utilizzate per esempio per acquistare servizi come l'assistenza domiciliare. Sono destinati a individui con disabilità psichica o fisica, ex detenuti, ex tossicodipendenti, ecc., persone per le quali il percorso riabilitativo prevede aspetti sia sanitari che sociali.
Fonte
  • Camera dei Deputati - XII Commissione (Affari Sociali), "7-00164 Pini, 7-00206 Troiano e 7-00277 Bellucci: Iniziative volte a garantire l'effettiva tutela della salute mentale. Testo unificato delle risoluzioni approvato dalla Commissione (n. 8-00046)", allegato in "Bollettino delle giunte e delle commissioni parlamentari", Mercoledì 6 novembre 2019
    www.camera.it/leg18/824?tipo=A&anno=2019&mese=11&giorno=06&view=filtered&commissione=12#
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