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Psicologia e fake news: le soluzioni degli Psicologi
USA. Per fermarne la diffusione gli psicologi stanno adottando il "debunking", la "letteratura laterale", la "ludicizzazione dell'apprendimento"

L'articolo "Psicologia e fake news: le soluzioni degli Psicologi" parla di:
  • Misinformazione e disinformazione
  • Strategie contro le fake news
  • Risorse gratuite in rete
Psico-Pratika:
Numero 190 Anno 2022

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 03 Ottobre 2022

Psicologia e fake news: le soluzioni degli Psicologi
USA. Per fermarne la diffusione gli psicologi stanno adottando il "debunking", la "letteratura laterale", la "ludicizzazione dell'apprendimento"

USA. Per porre un freno al fenomeno delle "fake news" ed alla loro rapida diffusione gli psicologi d'oltreoceano hanno adottato diverse strategie e strumenti.
A testimoniarlo un articolo comparso sul sito web dell'American Psychological Association (APA)* all'interno del quale sono state raccolte una serie di testimonianze sui programmi ideati dai professionisti per aiutare gli studenti a identificare le informazioni fasulle e/o fuorvianti.

Fake news: misinformazione e disinformazione

Il termine "fake news" viene generalmente utilizzato per indicare testi - diffusi soprattutto sul web - contenenti informazioni false o errate, senza distinzioni di sorta.
Invece, come prima cosa, va sottolineata la differenza tra quella che gli inglesi chiamano "misinformation" e la disinformazione.
La misinformazione è un'informazione falsa diffusa in modo innocente: la persona che la condivide o la crea è in realtà convinta di trovarsi di fronte a una notizia vera.
La disinformazione, invece, è qualcosa di volutamente falso, creato ad hoc proprio con l'intenzione di ingannare qualcuno.

Giovani e meno giovani sono ugualmente vulnerabili a queste forme di fake news, come testimoniano alcune ricerche condotte nell'ultimo decennio.
In uno studio del 20101, gli psicologi Jimmeka Guillory Wright e Lisa Geraci hanno scoperto che una volta appresa una notizia falsa diventa difficile liberarsene, anche quando si scopre la verità: dopo aver presentato a un gruppo di giovani e adulti prima un testo con informazioni errate e poi la sua versione corretta, hanno notato come i partecipanti continuassero comunque ad aggrapparsi sempre alle nozioni false apprese inizialmente.
Più di recente, nel 2021, uno studio condotto da Joel Breakstone2 - direttore dello Stanford History Education Group - ha mostrato come molti studenti facciano fatica a distinguere informazioni affidabili da altre fasulle: su 3.446 studenti delle superiori di 14 Stati solo il 3% si era accorto che un sito sui cambiamenti climatici era gestito da un'industria di combustibili fossili e più della metà aveva creduto ad un video fake riguardante le elezioni americane.

Misinformazione e disinformazione sono fenomeni che possono colpire anche gli studenti universitari, compresi coloro che studiano per diventare psicologi.
Il Dott. Sam Wineburg, psicologo educativo della Stanford University, testimonia la reazione dei suoi studenti alla sua prima lezione sulla disinformazione. Durante la lezione, aveva chiesto loro di cercare in rete informazioni su come affrontare il bullismo, spingendoli a visitare uno dei primi risultati di Google, un sito .org dotato di logo e autore con un titolo MD (Dottore in Medicina). Per i ragazzi, questi elementi rendevano il sito affidabile.
Wineburg chiese allora agli studenti di aprire un'altra scheda e cercare su Google il nome dell'organizzazione che lo gestiva: si trattava dell'American College of Pediatriciand (ACPeds), costituita per opporsi all'adozione gay e promuovere una terapia di conversione per le persone LGBTQ. Le informazioni, però, erano state tutte strutturate in modo tale da sembrare affidabili.

Fake news: le strategie degli Psicologi

Secondo Wineburg la tendenza a credere nelle fake news pur passando molte ore al giorno online è dovuta al fatto che di solito agli studenti non viene insegnato a verificare i fatti.
Per combattere le false notizie, invece, è importante come prima cosa il "debunking", cioè mettere in dubbio o verificare un'informazione servendosi di metodologie scientifiche.
Nel campo della formazione destinata ai futuri professionisti della salute mentale la possibilità di imparare a verificare fonti, riconoscere e smentire false notizie è più semplice. Secondo la presidente dell'APA Susan Nolan questa maggiore facilità è dovuta a tutto ciò che in questo settore si conosce già sui pregiudizi cognitivi.
Nel libro di testo "Psychology: Perspectives and Connections" il Dott. Gregory Feist, PhD e professore di psicologia della San Jose State University e la Dott.ssa Erika L. Rosenberg, PhD e professore senior presso la Stanford University, lavorano sui preconcetti cominciando ogni capitolo con un quiz. In quello dedicato allo sviluppo, per esempio, chiedono se dare caramelle ai bambini possa renderli iperattivi (un falso mito che continua ad andare avanti nonostante le ricerche). Il testo sfata appunto questa credenza, spiegando come i ricercatori siano giunti alla conclusione che si tratti di un'informazione errata.

Alcuni professionisti, inoltre, cercano di insegnare ad avere anche una mentalità scientifica.

Tra le strategie più utilizzate rientrano la "lettura laterale" ed il "ludicizzare" l'apprendimento.
La letteratura laterale consiste nel controllare la validità di una fonte mentre la si sta utilizzando, verificandone accuratezza, scopo, pertinenza, ecc.
Una dottoranda in psicologia dell'educazione della City University di New York, in uno studio sull'insegnamento della letteratura laterale nei corsi di educazione civica universitari3 ha scoperto che gli studenti raramente all'inizio fanno verifiche simili, ma che, insegnando loro ad adottare questo tipo di strategie, il ricorso alla lettura laterale aumenta.

Ludicizzare l'apprendimento, significa invece servirsi delle regole tipiche dei giochi per motivare gli studenti. Ne è un esempio "Bad News" attraverso il quale i partecipanti imparano le strategie adottate dai disinformatori diventando essi stessi produttori di fake news.
Durante il gioco, infatti, si guadagnano dei badge che corrispondono alle più comuni tecniche utilizzate nella produzione di false notizie, come per esempio le teorie del complotto, il trolling, il discredito, ecc. L'obiettivo è quello di creare il più grande impero di fake news e ottenere il più elevato numero di follower mantenendo la propria credibilità.
Sul sito web dell'Università di Cambridge4 - che ha collaborato alla sua creazione - si sottolinea come Bad News si basi sulla "teoria dell'inoculazione psicologica": come l'esposizione ad un ceppo indebolito di un agente patogeno scatena la produzione di anticorpi in un organismo portandolo ad essere immune a quel virus, così si possono ottenere gli stessi effetti con le informazioni. Bad News, infatti, espone i giocatori a piccole dosi delle strategie utilizzate nella produzione di notizie false per stimolarli a produrre "anticorpi mentali" utili per diventare immuni alla disinformazione.
In rete esistono vari giochi simili a Bad news. "Facticious", per esempio, insegna agli studenti a riconoscere articoli veri dai falsi provenienti da tutto il web. Nel 2020 è stato anche lanciato "Factitious 2020: Pandemic Edition", interamente dedicato alle notizie ingannevoli che circolano online sulla pandemia di Covid-19.

Esistono poi una serie di risorse gratuite reperibili online messe a disposizione da varie organizzazioni e ricercatori, utili per quanti intendano organizzare corsi per imparare a difendersi da misinformazione e disinformazione. Il sito dell'Apa stesso, per esempio, mette a disposizione un ebook5 il cui obiettivo principale è quello di sfatare miti e promuovere l'alfabetizzazione scientifica, creato a cura della The Society for the Teaching of Psychology (Divisione 2 dell'American Psychological Association).
L'agenzia di stampa britannica Reuters ha rilasciato online un corso per imparare a capire quanto le informazioni che circolano per mano dei media siano manipolate6.
La sezione "Misinformation Desk" del sito web Psychology Today curata da Susan Nolan e dal romanziere Michael Kimball collega la ricerca in campo psicologico con gli esempi di fake news più attuali7.

Note
  1. Jimmeka J. Guillory & Lisa Geraci, "The persistence of inferences in memory for younger and older adults: Remembering facts and believing inferences", Psychonomic Bulletin & Review, Vol. 17, Febbraio 2010
    link.springer.com/article/10.3758/PBR.17.1.73
  2. Joel Breakstone et al., "Students' Civic Online Reasoning: A National Portrait", Educational Researcher, Vol. 50, No. 8, 26 Maggio 2021
    journals.sagepub.com/doi/abs/10.3102/0013189X211017495
  3. Jessica Brodsky et al, "Improving college students' fact-checking strategies through lateral reading instruction in a general education civics course", Cognitive Research: Principles and Implications, vol. 6, n. 23, 31 Marzo 2021
    cognitiveresearchjournal.springeropen.com/articles/10.1186/s41235-021-00291-4
  4. Cambridge Social Decision-Making Lab, Department of Psychology, "Bad News Game"
    www.sdmlab.psychol.cam.ac.uk/research/bad-news-game
  5. The Society for the Teaching of Psychology, "Psychological Myths, Mistruths and Misconceptions: Curriculum-Based Strategies for Knowledge Change", ebook gratuito presente su teachpsych.org
    teachpsych.org/ebooks/mythsmistruths
  6. Reuters, "Identify and Tackling Manipulated Media", pubblicato su Reuters.com www.reuters.com/manipulatedmedia
  7. Susan A. Nolan, Michael Kimball, "Misinformation Desk", pubblicato su Psychologytoday.com
    www.psychologytoday.com/us/blog/misinformation-desk
Fonte
  • Stephanie Pappas, "Fighting fake news in the classroom", 1 Gennaio 2022, Apa.org
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