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DSM-V: a un passo dalla stampa aumentano le polemiche
Le più dure arrivano da Allen Frances: «L'APA ha dimostrato la sua incompetenza nel realizzare un sistema diagnostico affidabile, scientificamente valido»

L'articolo "DSM-V: a un passo dalla stampa aumentano le polemiche" parla di:
  • Critiche al DSM-V: costoso e non fondato scientificamente
  • La replica dell'American Psychiatric Association (APA)
  • A.J. Frances raccomanda: non seguire il manuale ciecamente
Psico-Pratika:
Numero 93 Anno 2013

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 6 febbraio 2013

DSM-V: a un passo dalla stampa aumentano le polemiche
Le più dure arrivano da Allen Frances: «L'APA ha dimostrato la sua incompetenza nel realizzare un sistema diagnostico affidabile, scientificamente valido»

Il DSM-V - in uscita a maggio 2013 - costerà 199 $, poco più di 146 € (*), un "prezzo-truffa" secondo Allen J. Frances, Presidente del gruppo di revisione al DSM-IV - per un volume che «è già stato screditato come rischioso e non fondato scientificamente».
Lo Psichiatra ritiene che le vendite saranno al di sotto delle aspettative dell'APA.
Un bene perché "ci saranno meno danni"; un male perché mancherà una base diagnostica condivisa: «ci farà tornare a una Babele dai molti linguaggi, gente diversa che usa differenti metodi diagnostici» (*).

Fra le contestazioni al DSM-V: l'abbassamento della soglia di diagnosi di alcuni disturbi (es. ADHD esteso anche agli adulti, Depressione Maggiore per persone in lutto), trattamenti farmacologici non necessari, distorsione dei dati epidemiologici.

L'APA (American Psychiatric Association) già al tempo rispose alle critiche di Allen Frances, dicendo che ha lavorato per sviluppare «criteri diagnostici più precisi nel descrivere i sintomi e i comportamenti delle persone che sono in ricerca di aiuto clinico», con un'attenzione particolare ai disturbi infantili, mostrando una certa prudenza verso la somministrazione di farmaci a bambini e adolescenti.
A loro il DSM-V dedica una sezione specifica per il Disturbo Post Traumatico da Stress, che prima mancava, e più estesi criteri per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento.

«L'APA prende molto sul serio la sua responsabilità nello sviluppo e nella cura del DSM e ha investito 25 milioni di dollari nel processo di revisione», che ha coinvolto oltre 500 specialisti di diverse discipline(dall'ambito medico a quello legale) ed è supportato da evidenze scientifiche e cliniche degli ultimi 20 anni (*).

Allen Frances continua a sostenere le sue tesi e riferisce di aver più volte invitato a innalzare i criteri diagnostici, tuttavia il gruppo di revisione al DSM-V «... è andato avanti nella sua direzione irragionevole e irresponsabile. Il triste risultato sarà una potenziale errata etichettatura di milioni di persone con falso disordine mentale, non supportata dalla scienza e contraria al buonsenso. (...) è rimasto cieco di fronte ai rischi, sordo di fronte alle suppliche. (...) è un triste momento nella storia della Psichiatria» (*).

In un altro articolo, scrive: «Le diagnosi psichiatriche sono troppo importanti - nel determinare trattamenti, idoneità a benefici e servizi, destinare risorse, guidare sentenze legali, creare stigma e influenzare le aspettative personali - per essere lasciate in mano all'APA che si è dimostrata incapace di produrre un manuale affidabile, valido e largamente accettato. Le nuove diagnosi in psichiatria sono molto più pericolose dei nuovi farmaci».

Raccomanda di «essere scettici e non seguire il DSM-V ciecamente», soprattutto se la diagnosi comporta la prescrizione di farmaci a persone e loro bambini (*).

Quale credete che sarà la reazione in Italia al DSM-V?

Commenti: 6
1 Alessandro Grandini alle ore 09:11 del 07/02/2013

Non è una novità: il paradigma medico e psichiatrico occidentale storicamente ha poco a che fare con la cura, molto di più invece con la medicalizzazione e con la creazione del 'paziente' su misura. 

Ai tavoli dell'APA siedono, ben rappresentate nei loro interessi, le grandi case del farmaco, che non hanno alcun ritorno nell'aumentare il benessere delle persone o nel migliorare il loro stile di vita: il 90% dei loro profitti è reinvestito in marketing invece che in ricerca, e tutto ciò la dice lunga sulle reali intenzioni sottese al loro comportamento. In un mondo perfetto, senza interessi personali, quello del DSM sarebbe solamente il pregevole sforzo di utilizzare un solo linguaggio comune per parlare del mentale: purtroppo, il mondo reale è tutto un'altra cosa..

Piuttosto che rincorrere una forzata etichettatura della realtà, alla ricerca della malattia ad ogni costo, è bene chiedersi dapprima cosa sia la malattia mentale, quali siano i suoi confini; altrimenti, si corre il rischio di finire in un meccanismo all'interno del quale ogni espressione dell'essere umano è di per sè patologica, in quanto deviazione dallo standard 'normale' di asettico vegetale che tanto è sempre stato gradito all'entourage psichiatrica (e anche psicologica a volte, purtroppo) e che si è voluto riprodurre all'interno della realtà manicomiale.

Piuttosto che cercare risposte in un nuovo DSM (per rimanerne giocoforza delusi), forse conviene tornare indietro a rileggere il pensiero di persone come Franco Basaglia,patrimonio del nostro paese, che un'idea della malattia mentale l'aveva ben chiara e che, percepita la vacuità e la autoreferenzialità di un approccio strettamente nosografico, aveva deciso per un approccio più pragmatico, e strepitosamente umano, al lavoro psichiatrico e psicologico.

2 Carlo Cattaneo alle ore 11:33 del 07/02/2013

Mia intenzione è quella di segnalare un errore abbastanza grossolano che compare nel suddetto articolo. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali non è mai stato redattato dalla "American Psychological Association" (come scritto nell'articolo), ma è competenza della "American Psychiatric Association". Una differenza molto sostanziale! 

3 Redazione Centro HT alle ore 12:45 del 07/02/2013

Ringraziamo Carlo Cattaneo per la puntuale segnalazione, la correzione è stata effettuata.

Redazione HT

4 FAUSTO DI MARIA alle ore 18:15 del 11/02/2013

Il DSM è un MANUALE e solo così deve essere considerato.

Gli studenti universitari di psicologia ne parlano con interesse ed entusiasmo definendolo un utile strumento per orientarsi nello studio della psicopatologia.

Non tutti gli psichiatri, gli psicologi clinici e i criminologi lo criticano negativamente in quanto comprendono che non è infallibile. Il DSM, in questo senso, va concepito e utilizzato.

5 Alessandro Grandini alle ore 09:08 del 19/02/2013

Sono perfettamente d'accordo con Lei, gentile signor Fausto: il DSM è solo un manuale, e anch'io, da giovane psicologo che sono, l'ho trovato utile in tal senso. Il problema vero nasce nel momento in cui però si sottovalutano le implicazioni a livello sociale di uno strumento che ha valore legale (e anche per assolvere a tale funzione è nato, non solo come strumento puramente nosografico) a livello peritale, e che determina la differenza fra lo status di 'sano' e 'malato' . Sa meglio di me quanto lo status di 'malato' possa influire sulla capacità e la motivazione di una persona a cercare la via migliore per una vita soddisfacente: secondo me l'utilità per noi psicologi deve essere esattamente quella di una semplice guida all'interno del vocabolario utilizzato per descrivere il mentale, ma non molto di più..Personalmente, non mi fa piacere un DSM che mi illustri quanto un essere umano è patologico, quello di cui abbiamo bisogno come psicologi credo sia evidenziare le possibilità e le capacità, non solamente le problematiche nel più minuto dettaglio..E sicuramente da un prodotto umano non pretendo perfezione, solo chiederei di vedere al suo interno una rotta diversa, con un'attenzione tesa  ateoricamente al miglioramento della salute dell'uomo; ho l'impressione sempre più invece che l'obbiettivo sia giustificare con un testo di valore legale tutto ciò che il mercato del farmaco desidera, trasformando l'essere umano in un essere potenzialmente patologico in tutte le sue espressioni, da trasformare in consumatore di prodotti chimici. Spero vivamente di potermi sbagliare, e appena ne avrò la possibilità consulterò il nuovo DSM V per potermene formare una idea completa alla luce della realtà dei fatti.

6 RICCARDO MALFA alle ore 16:17 del 07/02/2015

NON TROVO REALI DIFFERENZE TRA LE DUE A.P.A. NEL CAMPO DEL MENTALE O PSICOLOGICO.LA MENTE E' UNA SOLA E SI AFFIANCA AL CORPO.CHI VUOLE DIVIDERE ULTERIORMENTE QUESTE DUE ENTITA' E' IN PREDA AD AUTENTICA SCISSIONE PSICOTICA.GRAZIE.Dott.Riccardo Malfa

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