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I diritti omosessuali spaccano il mondo a metà

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I diritti omosessuali spaccano il mondo a metà
Si allunga la lista di paesi che riconoscono le unioni fra persone dello stesso sesso, ma in altri l'omosessualità è reato. Mondo, Psicologia e opinione pubblica divise a metà.

L'articolo "I diritti omosessuali spaccano il mondo a metà" parla di:
  • Matrimoni e adozioni omogenitoriali: una panoramica
  • Corte di Cassazione e situazione "di fatto" in Italia
  • Studi favorevoli, contro-studi e testimonianze
Psico-Pratika:
Numero 99 Anno 2013

Tutti gli articoli
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A cura di: Redazione - Pubblicato il 4 settembre 2013

I diritti omosessuali spaccano il mondo a metà
Si allunga la lista di paesi che riconoscono le unioni fra persone dello stesso sesso, ma in altri l'omosessualità è reato. Mondo, Psicologia e opinione pubblica divise a metà.

In diversi paesi è stata riconosciuta la legalità del matrimonio fra persone dello stesso sesso (*). In altri, dove il matrimonio non è consentito, ci sono altre forme di riconoscimento delle unioni civili (*).
In altri ancora le relazioni omosessuali non sono riconosciute (*) o sono condannate dalla legge (*). Infine ci sono paesi che non sono dotati di alcuna legislazione (*).

La questione dei diritti omosessuali traccia dunque una geografia tutta particolare, che sembra spaccare il mondo a metà, e il processo di rivendicazione di pari diritti alle coppie omosessuali pare ormai inarrestabile.

Europa: le leggi sull'omosessualità

Legalizzazione Matrimonio Belgio (2003. Adozione e fecondazione assistita, 2006);
Danimarca (2012. Adozione e fecondazione assistita, 2009);
Francia (Adozione congiunta, 2013);
Gran Bretagna (Adozione, 2013);
Islanda (2010. Adozione e fecondazione assistita, 2006);
Norvegia (Adozione e fecondazione assistita, 2009);
Paesi Bassi (2000. Adozione e fecondazione assistita, 2001);
Portogallo (2010. Adozione: NO);
Spagna (2005. Adozione e fecondazione assistita, 2006);
Svezia (2009. Adozione e fecondazione assistita, 2003).
Riconoscimento Unioni civili Andorra (2003);
Austria (Adozione del figlio del partner, 2010);
Croazia (2003);
Finlandia (Adozione del figlio del partner e fecondazione assistita, 2001);
Germania (Adozione del figlio del partner, 2001);
Lussemburgo (2004);
Polonia (Adozione, 2004);
Principato del Liechtenstein (2011);
Repubblica Ceca (2006);
Slovenia (Adozione del figlio del partner, 2005);
Svizzera (2007. Adozione del figlio del partner, 2012);
Ungheria (2007).
Nessuna legislazione specifica
Bulgaria;
Bielorussia;
Bosnia ed Erzegovina;
Cipro;
Città del Vaticano;
Estonia;
Grecia;
Italia;
Lettonia;
Lituania;
Malta;
Moldavia;
Monaco;
Montenegro;
Macedonia;
Romania;
San Marino;
Serbia;
Slovacchia;
Ucraina.

Asia: le leggi sull'omosessualità

Legalizzazione Matrimonio Cambogia (2004).
Stato di Israele (riconosce coabitazioni non registrate e matrimoni contratti all'estero. Adozione del figlio del partner, 2006).
Omosessualità reato penale Arabia Saudita (pena di morte);
Bangladesh (carcere);
Bhutan (carcere);
Birmania (carcere);
Brunei (carcere);
Birmania (ergastolo);
Emirati Arabi Uniti (pena di morte);
Kuwait (carcere);
Iran (pena di morte);
Libano (carcere);
Malaysia (carcere);
Maldive (carcere);
Oman (carcere);
Qatar (carcere);
Palestina (carcere);
Pakistan (ergastolo);
Singapore (carcere);
Sri Lanka (carcere);
Siria (carcere);
Turkmenistan (carcere);
Uzbekistan (carcere);
Yemen (carcere).
Nessuna legislazione specifica
Afghanistan;
Cina;
Corea;
Filippine;
Giappone;
Giordania;
Hong Kong;
India;
Indonesia;
Iraq;
Kazakistan;
Kirghizistan;
Laos;
Macao;
Mongolia;
Nepal;
Russia;
Taiwan;
Tagikistan;
Thailandia;
Turchia;
Vietnam.

Americhe: le leggi sull'omosessualità

Legalizzazione Matrimonio Argentina (Adozione, 2010);
Brasile (Adozione, 2013);
Canada (Adozione congiunta, 2005);
Connecticut (Adozione, 2008);
Delaware (Adozione, 2013);
Iowa (Adozione, 2007);
Maine (Adozione, 2012);
Maryland (2012. Adozione: NO);
Massachusetts (Adozione, 2003);
Messico (2009 – 2011, a Città del Messico, negli stati di Oaxaca e Quintana Roo. Adozione, 2013, solo a Città del Messico);
Minnesota (2013. Adozione: NO);
New Hampshire (2011. Adozione: NO);
New York (Adozione, 2011);
Rhode Island (Adozione, 2013);
Uruguay (Adozione, 2013);
Vermont (Adozione, 2000);
Washington - District of Columbia (Adozione, 2012).
Riconoscimento Unioni civili California (2005);
Colombia (2011);
Colorado (2013);
Ecuador (2009);
Groenlandia (1996. Adozione, 2010);
Hawaii (2013);
Illinois (2011);
Nevada (2009);
New Jersey (2006);
Oregon (2006);
Wisconsin (solo nella città di Madison).
Vietano il matrimonio per Costituzione
Alabama;
Alaska;
Arkansas;
Georgia;
Guyana (carcere);
Idaho;
Kansas;
Kentucky;
Louisiana;
Michigan;
Mississippi;
Missouri;
Montana;
Nebraska;
North Dakota;
Ohio;
Oklahoma;
South Carolina;
South Dakota;
Tennessee;
Texas;
Virginia;
Utah.

Africa: le leggi sull'omosessualità

Legalizzazione Matrimonio Sudafrica (2006. Adozione congiunta, 2002).
Omosessualità reato penale Algeria (carcere e multa);
Angola(carcere e multa);
Burundi (carcere e multa);
Camerun (carcere e multa);
Camore (carcere e multa);
Eritrea (carcere e multa);
Etiopia (carcere e multa);
Gambia (carcere e multa);
Ghana (carcere e multa);
Gibuti (carcere e multa);
Guinea (carcere e multa);
Kenya (carcere e multa);
Lesotho (carcere e multa);
Liberia (solo multa);
Libia (carcere e multa);
Malawi (carcere e multa);
Marocco (carcere e multa);
Mauritania (pena di morte);
Mauritius (lavori forzati);
Mozambico (lavori forzati);
Nigeria (pena di morte);
Seychelles (ergastolo);
Senegal (ergastolo);
Sierra Leone (ergastolo);
Somalia (pena di morte);
Sudan (pena di morte);
Tanzania (ergastolo);
Togo (carcere e multa);
Tunisia (carcere e multa);
Uganda (ergastolo);
Zambia (carcere e multa);
Zimbaue (carcere e multa).

Oceania: le leggi sull'omosessualità

Legalizzazione Matrimonio Nuova Zelanda (e adozione, 2013).
Riconoscimento Unioni civili Australia (in diversi stati fra il 2002 e il 2008);
Isole Pitcairn (seguono le leggi britanniche);
Nuova Caledonia (segue le leggi francesi);
Polinesia francese (segue le leggi francesi).
Nessuna legislazione specifica
Figi; Isole Marianne; Micronesia.
Omosessualità reato penale
Isole Cook (ammenda e carcere);
Isole Marshall (carcere);
Isole Salomone (ammenda e carcere);
Nuova Guinea (ammenda e carcere);
Samoa (ammenda e carcere);
Tonga (ammenda e carcere);
Tuvalu (ammenda e carcere).

Fonti
"Gay Marriage Around the World", Pew Research Religion & Public Live Project, PewForum.org, 16.06.2013
"Where is Gay Adoption Legal?", About.com
Diritti LGBT nel mondo, it.wikipedia.org

Il nostro paese è uno dei pochi in Europa a non avere alcuna legislazione in merito.
C'è chi sostiene che potrebbe seguire l'esempio della Francia (*), anche in considerazione di alcune sentenze emesse dalla Corte di Cassazione, che riconoscono la titolarità al diritto di costituire una famiglia agli omosessuali.

Nel respingere la richiesta di riconoscimento di un matrimonio contratto all'estero infatti, la Corte di Cassazione italiana nel 2012 ha dichiarato che i due uomini «quali titolari del diritto alla vita famigliare e nell'esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia (...), possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata» (*).

Sempre nel 2012, la Cassazione conferma l'affido esclusivo di un figlio alla madre e alla sua compagna, respingendo il ricorso del padre (*).
La sentenza riporta: «non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pre-giudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale» (*).

Sull'Avvenire si legge che un simile pronunciamento «... cancella tutto ciò che l'esperienza umana, e con essa le scienze psicologiche, ha elaborato e accumulato in materia di formazione del bambino». Il timore è che possa «venir meno la dimensione umana e affettiva necessaria per la crescita e il suo armonico sviluppo» e si venga a «spezzare il legame del bambino rispetto ai genitori naturali, che comporta il declassamento dei suoi diritti proprio in quella fase più delicata dell'esistenza che condiziona per sempre la crescita successiva» (*).

Tuttavia diversi studi confermano che lo sviluppo del bambino prescinde dal tipo di famiglia in cui viene cresciuto. A sostegno di questa tesi importanti istituti e associazioni americane come: l'American Psychological Association, l'American Psychiatric Association e l'American Academy of Pediatrics (*).

Tali studi prendono in considerazione: sviluppo psicologico, emotività, funzionamento affettivo e sociale, autostima, coscienza, identità personale e orientamento sessuale, dall'infanzia all'adolescenza.

L'American Psychological Association, supportata dall'American Medical Association, si schiera anche a favore delle adozioni omogenitoriali, sostenendo che:
«La ricerca ha dimostrato che la stabilità, lo sviluppo e la salute psicologica dei bambini non ha collegamento con l'orientamento sessuale dei genitori, e che i bambini allevati da coppie gay e lesbiche hanno la stessa probabilità di crescere bene quanto quelli allevati da coppie eterosessuali» (2004).

Uno studio longitudinale condotto in California avrebbe addirittura rilevato che i figli diciassettenni di coppie formate da due donne - rispetto a coetanei cresciuti da coppie etero, in un simile contesto economico e culturale – sono più bravi a scuola, non hanno problemi di comportamento (aggressivi e trasgressivi), hanno un'ottima autostima, sono molto resilienti anche di fronte alle discriminazioni e ai turbamenti tipici dell'età (*).

Questi studi, secondo Jeffrey C. Pearce (*), perdono di vista una questione molto importante: «il ruolo centrale che che il padre e la madre biologici giocano nel sano sviluppo verso l'età adulta», nelle future relazioni, nella scelta del partner e nelle nostre aree di conflitto.
Nel suo articolo sul Christian Post (*), ribadisce che i "ruoli primari" assunti da madre e padre biologici - quindi la diversa relazione che instauriamo con loro - concorrono alla formazione di una identità e un'intimità relazionale "sane".
Siccome «un aspetto centrale della nostra identità è radicata nel nostro genere» (*) cercheremo nelle diverse situazioni il dialogo o il sostegno di questo o quell'altro genitore.

Nel solco di questa divisione di prospettive, si colloca la testimonianza diretta di Robert Oscar Lopez, docente dell'Università della California. Consultato dal Parlamento del Minnesota, alle prese con l'approvazione della legge sui matrimoni, ha dichiarato: «abbiamo sentito tante campane, ma mai quelle dei diretti interessati a cui non viene data voce» (12.05.2013). Lopez è uno di loro.

Cresciuto da sua madre naturale e dalla compagna, chiede di frenare la legalizzazione delle unioni gay. Si è fatto portavoce di quanti, come lui, sono cresciuti nella frustrazione di non poter scegliere di vivere con l'altro genitore naturale e ha parlato dello stress e delle difficoltà emotive che ha incontrato nella sua vita. «... avere una mamma e un papà è un valore prezioso in sé».

Dure parole anche contro l'adozione e la procreazione assistita.
«Qualunque sia il trauma causato ai bambini dall'essere orfani non dovrebbe essere aggravato dallo stress di essere adottati da una coppia dello stesso sesso».
Si interroga su come i genitori omosessuali possano «amare senza riserve i loro figli dopo aver trattato la madre surrogata come un incubatore, o (...) dopo aver trattato il loro padre-donatore di sperma come un tubetto di dentifricio» (*).

Se doveste partecipare a una commissione di studio per la legalizzazione di matrimoni e adozioni, come argomentereste il vostro "sì" o il vostro "no"?

Commenti: 25
1 Federico Ferrari alle ore 18:58 del 04/09/2013

Mi sembra che il caso isolato di Lopez sia molto maldestramente portato come "voce dei diretti interessati". Basti citare le associazioni come COLAGE di figli di coppie omosessuali che non hanno posizioni in nulla e per nulla simili alle sue, essendo anzi estremamente attivi nel difendere la realtà positiva delle proprie famiglie. Inoltre su youtube è possibile reperire le testimonianze di fronte al Parlamento francese dei figli di famiglie omogenitoriali e giudicare serenamente a partire da quelle. Ecco uno dei link: www.youtube.com/watch?v=I7INyZLJyjw

2 Annamaria Pipitò alle ore 23:21 del 04/09/2013

Ritengo che il fulcro del problema non risieda nel fatto che la coppia sia o non sia omosessuale, ma nel tipo di maturità emotiva di entrambi i partner, nella loro capacità di allevare un bambino permettendogli di sviluppare la propria personalità in modo armonico e senza traumi indotti da un sistema familiare disfunzionale. Come ormai tutti sanno, non è determinante il genere sessuale di chi compone la coppia genitoriale ad essere disfunzionale, quanto l'incapacità  individuale di creare un ambiente familiare sereno, con uno stile educativo di tipo autorevole. Troppo spesso, infatti, i bambini e i ragazzi più gravemente traumatizzati sono coloro i quali hanno avuto dei genitori immaturi, che litigavano spesso, incuranti di esporre i figli alla violenza fisica e/o verbale. Ciò che potrebbe risultare realmente problematico. al fine di una buona crescita psicoemotiva e socialmente competente, non credo sia, dunque, l'identità di genere della coppia genitoriale, quanto i pregiudizi di coloro i quali nella società si trovino ad essere contestualmente vicini al nucleo familiare. 

3 Annamaria alle ore 18:10 del 12/09/2013

Una coppia gay in Francia ha pagato una donna perché uno dei due la inseminasse per 15 mila euro. La donna dopo il parto ha dichiarato che il figlio era morto e ha quindi nuovamente venduto il figlio ad altra coppia (etero). I primi insospettiti hanno denunciato la donna e la verità è venuta a galla.

Quale schizofrenia si apparecchia per questo figlio il cui padre paga la madre per concepire e vendere? La cui madre prende dei soldi per concepire e vendere?

Sono stato venduto e comprato ancor prima di esistere, potrebbe dire il ragazzino.

Questo è traffico di esseri umani.

4 Carla alle ore 18:32 del 12/09/2013

Tutti gli omosessuali che ho conosciuto mostrano un evidente disturbo relazionale con le figure parentali, mancando di una buona identificazione con il genitore dello stesso sesso o di un sostituto adeguato dello stesso sesso.

Non venitemi a raccontare che a queste persone sia il caso di affidare bambini, anche perché molti di loro sono più o meno consapevoli che il rapporto che intrattengono non è precisamente quello volto alla costruzione di una famiglia e sono contrari alle adozioni gay.

Si riconoscano loro tutti i diritti garantiti già dalla Costituzione, ma non si equipari una unione gay a matrimonio. Perché la riproduzione umana è gamica (cioè con nozze: unione tra 1 gamete maschio e un gamete femmina). In tutte le culture (dalla cinese all'indiana etc..) sono il maschile e il femminile i principi che generano il mondo, la vita. E' l'equilibrio tra i due.

Lasciate stare i giudici delle varie corti.

 La competenza relazionale è tutto ciò che serve, anche per generare. Se non sono capace di relazionarmi con l'altro sesso, sarò inevitabilmente tagliata fuori dalla corsa vitale verso la riproduzione, mezzo e fine per la conservazione della vita.

Certo...finché non inventeranno la scatola-utero-artificiale e un gamete artificiale, per sostituire madre o padre biologico. Fino ad allora dovremo dire ai nostri figli se siamo i genitori adottivi (come è norma in Italia per i figli adottivi), a meno che non cambiamo la legge...tanto che diritto hanno di sapere chi era il genitore biologico? NOI SOLI LI ABBIAMO AMATI?

Vero?

5 Federico alle ore 09:24 del 13/09/2013

Al di là del fatto che il problema dell'eticità della surrogacy è un problema diverso da quello della genitorialità omosessuale, perché si tratta di una pratica nata per le coppie eterosessuali non fertili e perché le coppie omosessuali hanno figli in molti altri modi, l'esempio che Annamaria descrive è esattamente quello di una surrogacy non regolamentata, in cui tutto può essere fatto in segreto e secondo "accordi" del tutto informali e al di fuori del quadro di vincoli e cautele che si riscontra per esempio nelle agenzie di surrogacy americane e canadesi.

6 Federico alle ore 09:24 del 13/09/2013

Quanto alle osservazioni di Carla, anche senza mettere in discussione la validità epistemologica del concetto "disturbo relazionale" (chiedendosi se non si possano diagnosticare disturbi relazionali a chiunque viva le relazioni in modo complesso e diverso dalle nostre aspettative) e dando per scontato (ottimisticamente) la capacità di Carla di diagnosticarne uno, deve essere stata estremamente sfortunata, oppure conoscere davvero poche persone omosessuali, posso affermare serenamente che la mia esperienza contraddice completamente la sua.

Per altro la confusione madornale tra livelli diversi che si riscontra nel suo intervento mi lascia senza parole: sesso, genere, matrimonio, riproduzione, adozione, sono stati collassati l'uno sull'altro senza alcuna distinzione logica.

Conoscere effettivamente le famiglie omogenitoriali, e poterle osservare nella loro quotidianità estremamente normale, può indubbiamente aiutare a capire meglio la distinzione dei livelli: la relazione genitoriale scissa da quella riproduttiva, l'amore di coppia scisso dal matrimonio e dall'eterosessualità, etc. Vederli funzionare in modo autonomo in condizione di assenza l'uno dall'altro, permette di capire la distinzione logica tra i concetti. Distinzione che costituisce l'ABC di qualunque professionista del lavoro con le famiglie.  Sempre che non si parta da un pregiudizio patologizzante, genderista ed omofobico...

7 Alessia alle ore 14:40 del 13/09/2013

In Australia a colpi di sentenza è stato dichiarato il primo essere umano con genere x. Si tratta di un uomo che aveva fatto interventi e terapie per diventare donna e alla fine si è stufato pure di esser considerato donna e ho smesso terapia ormonale etc... e ottenuto da un giudice di non esser dichiarato nè uomo, nè donna, ma "nessun genere".

Mi chiedo: pazienza se la gente da' di matto, ma possibile che dobbiamo pure assecondarli? Questo giudice secondo quale criterio giuridico decide che sono quel che mi sento? E se mi sento un pinguino? Otterrò che si dichiari la tal cosa sulla mia carta d'identità? Perché se mi sento femmina (e nemmeno mi opero) dovrei andare nel bagno delle donne che dovrebbero star zitte altrimenti saranno tacciate sessismo omofobico?

Perché una ragazzina in gita dovrebbe eser autorizzata a dormire nel reparto maschile solo perché dice di sentirsi maschio?

E in caso di strupro chi sarà responsabile?

L'ideologia gender che qualcuno propugna come vera non è altro che un modo per far passare per normali situazioni che non hanno nulla di sano.

Ignorando la vera radice del problema.

Basta un test genetico per sapere se siamo maschi o femmine: ogni cellula del nostro corpo sa perfettamente la verità su ciò che siamo.

Se non ci vogliamo riconoscere nel modello maschile o femminile che vediamo in giro, possiamo sempre dire che non ci sentiamo maschi o femmine o addirittura che siamo un genere x, ma la verità è che stiamo soltanto nascondendo un disagio dietro un dito. 

8 Annamaria Pipitò alle ore 15:22 del 13/09/2013

Ma di che state parlando???? Pensavo che chi scegliesse di fare questo mestiere non dovesse avere pregiuizi.. e siete completamente andiati fuori tema... mah...

9 Annamaria Pipitò alle ore 15:24 del 13/09/2013

E gentilmente mettete il cognome quando commentate... non sia mai che vengano attribuiti ad altri con lo stesso nome certi commenti!

10 Alessia alle ore 22:34 del 13/09/2013

Cara Annamaria Pipitò, è importante non guardare agli altri con pregiudizio.

Contemporaneamente è essenziale saper distinguere vero da falso.

L'ideologia gender cerca di confondere e separare termini che sono legati tra loro.

1) Essere maschi o femmine non è un'opinione. Non c'è operazione che possa cambiare la genetica.

2) L'unione tra uomo e donna è feconda. Se non si desidera questo tipo di unione, perché pretendere di avere ciò che da questa unione discende?

3) In virtù del fatto che la convivenza fra 2 uomini e 2 donne non può essere generativa, non può essere equiparata a nozze e non può dare origine a una famiglia. Semmai è possibile riconoscere diritti e doveri reciproci fra i 2 secondo accordi sottoscritti dai medesimi.

4) I bambini ci osservano e ci imitano. Talvolta persino ci scimmiottano. Il bambino non è in grado di prescindere dall'adulto. Ma da grande? Qualcuno in questa discussione delegittima la testimonianza di Lopez. Cresciuto con mamma e compagna è contrario al matrimonio gay e alle adozioni gay, sostiene che molti non hanno il suo stesso coraggio e si sentono in colpa a provare sentimenti di rabbia verso i genitori omosessuali, che il mondo Lgtb alimenta odio sessista. Afferma di essere bisex e di non aver avuto un buon modello per il suo orientamento sessuale.

Ovvio che si cerchi di sminuirlo... Comunque è rimasto inascoltato.

11 Alessia alle ore 22:45 del 13/09/2013

Per generare un Bambino servono comunque un padre e una madre.

Interessante è la proposta in alcuni comuni (Bologna e Venezia) di cancellare la dicitura madre e padre per inserire genitore 1 e genitore 2. Tale proposta sarà discussa a breve, perché come ben sai è urgente per i cittadini essere rieducati nella terminoloogia (vedi Orwell 1984: cancellare termini o trasformarli nel loro opposto in maniera da rendere difficile ripensare i concetti).

Nessuno cita il caso di Luca Di Tolve. Mister gay, infelice, ha seguito un percorso psicoterapeutico con un terapista riparativo (raccogli info sul sito di Nicolosi, vedi anche cosa scrive Giancarlo Ricci sulla teoria riparativa). Ora felicemente sposato. Su vari siti è insultato nella maniera più volgare, solo perché non è più gay e testimonia quanto sia stato deleterio per lui seguire il consiglio di una psicologa di vivere secondo le tendenze omosessusali che sentiva, senza capirle.

E' importante non avere pregiudizi, fondamentale raccogliere informazioni e ricercare la verità.

Buona ricerca,

Alessia

12 Federico alle ore 00:02 del 14/09/2013

Alessia, se vuoi andare in giro a predicare la VERITA' ti consiglio di darti alla religione e alla filosofia, la psicologia (e la scienza in generale) si accontenta della probabilità e della descrizione dei fatti, nel rispetto delle distinzioni di livello logico. Come ho già avuto modo di far notare, anche tu fai molta confusione tra livelli diversi. I cromosomi sono una certezza, ma l'identità di genere non è la stessa cosa. Se vuoi chiamare patologico tutto ciò che non segue una logica lineare e semplice, rassicurante perché estremamente prevedibile, accomodati, ma davvero non vedo come tu possa fare la psicologa. Non si tratta di evitare di essere omofobici e sessisti, ma di riuscire ad accettare il mondo nelle sue sfaccettature. Dire che le cose non dovrebbero essere in un certo modo e che quindi sono malate, non cambia il fatto che esse siano come sono, e che possano benissimo funzionare... almeno quando incontrano rispetto e capacità di ascolto.

13 Alessia alle ore 22:52 del 19/09/2013

Gentile Federico,

accogliere e ascoltare implica anche riconoscere se qualcosa non funziona. Non posso accogliere se contemporaneamente fingo che ciò che non funziona invece funziona.

La psicologia non può essere la scienza del falso. La verità è un balsamo per la coscienza umana, chi lavora in psicoterapia questo lo sa.

Piuttosto che mi dici di Luca Di Tolve? Ti sei documentato o sei troppo impegnato a non farti bollare come omofobico e sessista? Meglio rinunciare al confronto delle fonti? Che fine ha fatto la metodologia della ricerca?

Hai letto il testo di Giancarlo Ricci sulla teoria riparativa? E' uno psicoterapeuta, ma puoi sempre dire che è un incompetente...soprattutto senza nemmeno leggere il suo articolo.

Perché dire a tutti quelli che non hanno la tua stessa ideologica posizione che non sono psicologi?

Dov'è il sano confronto dati alla mano?

Grazie per la collaborazione

14 Federico Ferrari alle ore 00:15 del 20/09/2013

Alessia, se vuoi qualche dato ti consiglio "Curare i gay? Oltre l'ideologia riparativa dell'omosessualità" che ho scritto insieme a Paolo Rigliano e Jimmy Ciliberto, edito da Raffaello Cortina. Lì ci sono tutti i dati di cui parli, spiegati e analizzati nel dttaglio.

Non c'è di chè.

15 Alessia alle ore 18:04 del 22/09/2013

Caro collega, ho letto una recensione del tuo libro e appena avrò un po' di tempo andrò a fare un salto in biblioteca. Nella recensione in questione si dichiara l'inconsistenza delle ricerche che pretendono di dimostrare il cambiamento dell'orientamento sessuale.

Visto che lo studio del singolo caso è accettato in metodologia della ricerca psicologica e visto che ho ripetuto più volte il nome di un ex-gay molto noto perchè è stato un noto personaggio pubblico, che ancora racconta la sua esperienza di ex-gay, spero che nel tuo libro tu riesca a dimostrare che in realtà costui non è mai stato gay, ma solo un etero-confuso per anni! Così non metterai in crisi le tue teorie. Tantopiù che Luca Di Tolve, che ha seguito una psicoterapia ripartiva, dichiara che molte persone omosessuali lo hanno contattato per avere informazioni su come uscire dall'omosessualità. Pare abbia dichiarato di aver aiutato molti. Oltre a Luca Di Tolve, Mister Gay Italia ed exattivista, oramai felicemente sposato, pare che ci sia altra gente che è uscita dall’omosessualità: Andy Comiskey, ex gay e fondatore di “Living Waters”, Michael Glatze, ex fondatore di Young Gay America. Su www.narth.com e www.peoplecanchange.com ci stanno testimonianze di cambiamento stabile da omosessuale a eterosessuale, se cerchi bene trovi anche studi longitudinali lunghi 10 anni che dimostrano la stabilità di tale cambiamento.

Quando un modello teorico non funziona, perché non spiega ciò che dovrebbe spiegare, di solito lo si cestina. Con chi stai? Con Darwin o con Lamarck? Sei fra quelli che hanno mandato al rogo Giordano Bruno e avrebbero mandato anche Galileo?

 

16 Alessia alle ore 18:08 del 22/09/2013

Certo, la psicoterapia è un percorso impegnativo e può essere svolto solo se l'interessato è veramente determinato ad affrontarlo, di qualunque problema si tratti. Se vai sul sito di Joseph Nicolosi o se vedi uno dei video che lo riguardano su youtube troverai semplicemente quello che per gli psicologi è pane quotidiano: si lavora con le emozioni, con i vissuti, secondo un approccio psicodinamico (c’è chi sostiene che invece usi il condizionamento, figurarsi!). Certo è tutto in inglese.

Nel suo articolo Ricci spiega il termine “riparativo” da Freud a Winnicott e molti altri. In parole povere, la psicoterapia è sempre “riparativa” delle relazioni oggettuali. Quindi chi scredita la teoria riparativa o non ne sa nulla o è palesemente in malafede.

A proposito, che pensi di Aldo Busi? Pare abbia dichiarato che già a 8 anni aveva avuto esperienze sessuali omosessuali (a quell’età si parla di abuso). Anche Eva Robin, noto trans, racconta che l’unico rapporto che non è riuscito mai a risolvere è quello col padre. La madre rimasta incinta fu abbandonata e andò a vivere in un sottoscala e lui subì abusi sessuali a 8 anni.

Cito nomi famosi perché non si possa negare l'esistenza del caso, ma potrei raccontare di alcuni miei pazienti...

L'omosessualità è legata a esperienze durante le fasi di formazione psicologica dell'identità. Ciò che porta all'omosessualità è una non equilibrata educazione familiare e sessuale, dove il genitore dello stesso sesso con cui ci si dovrebbe identificare è assente o non stimato e non sono disponibili adeguati sostituti per tale identificazione.

Prima di comportarsi come Sir Burt…

17 Alessia alle ore 18:23 del 22/09/2013

Infine...si scrive "non c'è di che".

Sappiamo tutti che sulla tastiera QWERTY la "è" sta ben lontana dalla "e".

Cordialmente,

Alessia

18 Annamaria Pipitò alle ore 18:27 del 22/09/2013

Carissima Alessia, ti assicuro che ho parecchi amici omosessuali e non hanno subito alcun trauma nella loro infanzia. Ti suggerisco, inoltre, di ampliare le tue ricerche alla Neuropsicologia, disciplina di mia pertinenza, grazie alla quale, tramite anchel'uso delle neuroimmagini funzionali, è stato finalmente possibile stabilire che l'orientamento sessuale è strettamente connesso alla produzione ormonale ed essa negli omosessuali è semplicemente invertita. Semplice e chiaro, non hanno nessun difetto, funzionano benissimo.. Esattamente come i mancini che hanno le funzionalità cerebrali invertite nei due emisferi.. ah.. ricordo che ai mancini veniva legata la mano sinistra a scuola ed erano considerati figli del demonio.. di che stiamo continuando a parlare?

19 Federico alle ore 18:40 del 22/09/2013

Cara Alessia,

l'Ordine deglli Psicologi ha preso delle posizioni chiare e nette contro questa pratica truffaldina.

Sono gli stessi ex capi dei movimenti di ex-gay che hanno dichiarato in più di un occasione che la terapia riparativa non funziona (vedi Alan Chambers di Exodus), che all'interno dei propri movimenti non hanno mai conosciuto qualcuno che abbia cambiato davvero orientamento sessuale. E lo stesso è confermato dalle ricerche su di loro condotte dagli stessi terapeuti riparativi (Jones e Yarhouse). Basta leggere i numeri di queste ricerche per vedere che il desiderio omosessuale persiste a 10 anni dall'inizio del trattamento. E l'inganno è facile: si predica una favola di cause relazionali ad una ferita identitaria, per poi proporre una terapia prettamente comportamentale e un cambio di nomi e definizioni che in niente toccano la predisposizione al desiderio in sé, e alla fine si dichiara il successo terapeutico se c'è astensione e castità, colpevolizzando il paziente quando il cambiamento non avviene e legandolo ad un ricatto morale che lo mantiene impegnato in una lotta senza fine con la propria natura. In altre parole è una truffa e un plagio. E Di Tolve è il poster boy di quella truffa.

Dimmi comunque Alessia, quali sono i tuoi dati e i tuoi contatti e se tu pratichi la terapia riparativa, perché mi piacerebbe fare una segnalazione al tuo ordine professionale per vedere cosa ne pensa.

20 Alessia alle ore 19:00 del 22/09/2013

Di Tolve poster boy della truffa...terapia prettamente comportamentale...ricatto morale... Finalmente hai riconosciuto l'esistenza di Luca Di Tolve! Ora mi devi dimostrare che truffa ha messo in piedi e cosa e quanto ci guadagna. Così, eventualmente, qualcuno ti denucerà per calunnia. Ti lascio anche l'ultima parola, ché (qui l'accento ci vuole) tanto so già quali toni avrà. Cordialmente, Alessia

21 Federico alle ore 08:49 del 23/09/2013

Mi limito ad usare allora quest'ultima parola per notare come tu Alessia non riconosca invece l'esistenza dell'Ordine degli Psicologi e della deontologia professionale. Quanto a Di Tolve, mi occupo di evidenze scientifiche, e lui non ne costituisce una.

Interessante comunque come parlando di diritti omosessuali, ci si ritrovi a dover spiegare che l'omosessualità non è una malattia. Questo davvero offre chiarezza su quali siano le posizioni in gioco. Da una parte i diritti, dall'altra le terapie riparative.

22 Lisa alle ore 16:43 del 30/09/2013

Beati o voi che avete la verità in tasca!

Coltivate bene le vostre rose...questo è gia un buon inizio...

23 Marco alle ore 18:30 del 30/09/2013

Tutto ciò che è psichico è fisico, questo lo sanno tutti gli psicologi e non solo.

Anche le persone che nonostante l'uso di psicofarmaci hanno allucinazioni presentano il correlato fisiologico di tale attività, come se effettivamente ci fosse qualcosa da vedere e/o da sentire.

Il correlato fisiologico nulla dice sulla natura e sul significato dell'allucinazione. Dice solo che l'allucinazione ha il suo correlato fisiologico.

Si può comprendere il significato dell'allucinazione trattandolo con un approccio psicodinamico cercando di comprenderne il senso, il sentimento irriconoscibile che cela.

Trattato il problema e risolto (non certo così semplicisticamente) sparisce anche il correlato fisiologico che accompagnava le allucinazioni.

Inoltre prima di parlare di diritti vorrei ricordare a tutti quelli che da psicologi e psicoterapeuti hanno sicuramente studiato e condividono ancora pienamente certe idee. Non scordiamo che dare diritti a qualcuno non deve togliere diritti ad altri. 

Cito dal Camaioni, manuale della psicologia dello sviluppo:

La presenza della figura paterna e la sua disponibilità sono cruciali per la costituzione dell'identità maschile, allo stesso modo in cui la presenza incoraggiante della madre è cruciale per le femmine.

Già questo sembra ricordarci che forse per una sana identità maschile e femminile l'ambiente familiare sia fondamentale.

Ma preferisco non arrivare alle estreme conseguenze di quanto detto finora.

Traetele voi.

24 lisa alle ore 20:22 del 30/09/2013

Beati coloro che sono sani e cresciuti in un ambiente perfetto...

25 Mirella alle ore 09:03 del 01/10/2013

Sbaglio o gli "omosessuali di oggi" sono comunque cresciuti in famiglie etero?

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