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Depressione. Fra le principali cause di malattia e disabilità nel mondo

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Depressione. Fra le principali cause di malattia e disabilità nel mondo
Italia. AIFA, OMS, Sorveglianza PASSI e Osservatorio Epidemiologico Italiano: i numeri della Depressione

L'articolo "Depressione. Fra le principali cause di malattia e disabilità nel mondo" parla di:
  • Passi 2008–2014: prevalenza dei sintomi depressivi in Italia
    Rapporto OsMed 2014 dell'Agenzia Italiana del Farmaco AIFA
    Approccio globale e coordinato di prevenzione e trattamento
Psico-Pratika:
Numero 121 Anno 2015

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 2 novembre 2015

Depressione. Fra le principali cause di malattia e disabilità nel mondo
Italia. AIFA, OMS, Sorveglianza PASSI e Osservatorio Epidemiologico Italiano: i numeri della Depressione

Si stima che al mondo soffrano di Depressione 350 milioni di persone - di cui 30 milioni in Europa - e che il disturbo causi 850 mila morti all'anno (*).

Per quanto riguarda l'Italia, secondo lo studio ESEMeD (*) - realizzato nell'ambito della Survey Iniziative dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - la Distimia e il Disturbo Depressivo Maggiore hanno un'incidenza del 11,2% (*), in particolare fra le donne (14,9%) e in misura minore fra gli uomini (7,2%).

La previsione dell'OMS - resa nota nelle ultime settimane - è che la Depressione nel 2020 sarà la seconda maggiore causa di invalidità.

Sintomi della Depressione in Italia

Il Progetto di Sorveglianza "Passi" (*) - realizzato con il supporto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, CCM (*) - fra il 2011 e il 2014 ha rivelato una leggera compromissione del benessere psicologico fra la popolazione italiana adulta con una prevalenza media dei sintomi depressivi del 6.4%, e una variabilità nazionale in cui il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute rileva un gradiente regionale contenuto (*).

La popolazione meno afflitta da sintomi depressivi - in confronto ad altre regioni come Sardegna (10,5), Umbria (9,5), Molise (8,8), Liguria (8,1), Calabria (8,1), Emilia Romagna (7,4), Lombardia (7,2) e Toscana (7,1) - è la Basilicata (3.6).

Trend annuale sintomi di depressione - Passi 2008 - 2014

Le persone con sintomi depressivi hanno riferito di aver vissuto - nei 30 giorni precedenti - una media di 8,6 giorni in cattiva salute fisica, almeno 15,4 in cattiva salute psicologica, e di aver visto compromesse le proprie attività per almeno 5,9 giorni (*).

I sintomi depressivi aumentano con l'avanzare dell'età, con un'incidenza maggiore fra le donne (8,2%) piuttosto che (versus) fra gli uomini (4,6%):

  • fra i 18-34 anni: 4.5%
  • fra i 35-49 anni: 6.1%
  • fra i 50-69 anni: 8.3%

Sono più frequenti fra la popolazione meno istruita:

  • nessuna istruzione o elementare: 12,4%
  • medie inferiori: 7,5%
  • medie superiori: 5,4%
  • laurea: 4,3%

Sono maggiormente esposti al disturbo:

  • coloro che vivono da soli: 9,4 vs coloro che convivono con qualcuno: 4,7%
  • chi ha difficoltà economiche: 14,2% vs chi non ne ha: 3,8%
  • chi soffre di malattie croniche: 13.5 vs chi è in buona salute: 4.9
  • chi non ha un lavoro regolare: 8,5% vs gli occupati: 4,7%

Per quanto riguarda il sostegno e le cure «in quasi la metà dei casi non si ricorre all'aiuto di nessuno» (*).

  • il 40,9% non chiede aiuto ad alcuno
  • il 32% si rivolge a Medici/Operatori sanitari
  • il 18,6% chiede aiuto ai familiari
  • il 8.6% chiede aiuto sia a Operatori Sanitari/Medici sia a familiari

Secondo la Sorveglianza "Passi": «Esistono trattamenti farmacologici e psicoterapici efficaci per la depressione e le persone affette da questo disturbo dovrebbero ricevere una diagnosi specialistica tempestiva e un trattamento appropriato, ma nel nostro ed in altri paesi il disturbo depressivo maggiore resta spesso non riconosciuto e non trattato» (*).

Concorde l'European Depression Association, secondo cui la Depressione è sottostimata e la metà dei casi non è diagnosticata.

Il trattamento farmacologico

Il Rapporto OsMed 2014 dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ritiene che il consumo di farmaci per la cura della depressione sia in aumento e che, nella maggior parte dei casi, il trattamento non venga effettuato nella maniera corretta (*).
Secondo l'AIFA il trattamento dovrebbe seguire tre fasi: acuta da 6 a 10 settimane; continuativa, fino a 12 mesi; mantenimento fra 12 e 26 mesi (*).

Dagli studi osservazionali italiani emerge che:

  • il 70% delle persone in cura sospende l'assunzione nei primi sei mesi
  • il 50% interrompe la terapia farmacologica nei primi tre mesi
  • il 20% assume i farmaci in modo appropriato e continuativo

I farmaci più utilizzati appartengono alla classe SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina), prescritti nel 24,1% dei casi diagnosticati, e SNRI (Inibitori della Ricaptazione della Serotonina e della Noradrenalina), prescritti nel 5,9% dei casi (*).

Approccio globale e coordinato alla Depressione

La Depressione - già considerata un'emergenza a livello comunitario, «una delle cinque aree prioritarie del Patto Europeo per la Salute e il Benessere mentale» - è al centro del "Mental Health Action Plan" dell'OMS per il periodo 2013-20, insieme al Disturbo Bipolare e alla Schizofrenia. Al contempo l'Organizzazione intende promuovere e preservare il benessere mentale di tutti i cittadini.
È «necessario mettere sotto sorveglianza sia la prevalenza di disturbi depressivi (...) sia la percentuale di diagnosi tempestive e trattamenti appropriati» soprattutto per le fasce più vulnerabili e più giovani della popolazione (*).

I trattamenti efficaci per la cura della Depressione ci sono, sia a livello psicoterapico sia farmacologico, ma ci sono anche diversi ostacoli alla loro realizzazione, come la mancanza di risorse e lo stigma sociale. Un'altra barriera è la valutazione diagnostica che spesso giunge in ritardo o è imprecisa. Per questo è fondamentale poter attingere a informazioni puntuali ed aggiornate sulla popolazione generale, sui fattori protettivi, sui fattori di rischio, ma anche «sul numero di persone che non ricevono trattamenti e servizi appropriati, sugli esiti sfavorevoli (incluso suicidio e morte prematura) e sulle condizioni socio-economiche delle persone affette» (*).

In questo modo ci saranno i presupposti scientifici per un approccio globale e coordinato per la prevenzione e il trattamento dei disturbi mentali, come richiesto dall'Assemblea Mondiale della Sanità (World Health Assembly).

Informazioni tratte dal Sistema di Sorveglianza Passi - Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia - Progetto realizzato con il supporto finanziario del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali CCM

Per dati e immagini si ringraziano Sorveglianza Passi e Redazione di EpiCentro
Portale dell'Epidemiologia per la Sanità Pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute - EpiCentro.iss.it

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