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Hans Asperger e nazismo: pubblicati i risultati di un'indagine storica

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Hans Asperger e nazismo: pubblicati i risultati di un'indagine storica
Austria. Analizzati nuovi documenti riguardanti i rapporti tra il pediatra austriaco e il regime nazista

L'articolo "Hans Asperger e nazismo: pubblicati i risultati di un'indagine storica" parla di:
  • Indagine su documenti d'archivio mai analizzati
  • La clinica Am Spiegelgrund e l'eutanasia infantile
  • Il ruolo di Asperger nella Vienna nazista
Psico-Pratika:
Numero 146 Anno 2018

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 01 Maggio 2018

Hans Asperger e nazismo: pubblicati i risultati di un'indagine storica
Austria. Analizzati nuovi documenti riguardanti i rapporti tra il pediatra austriaco e il regime nazista

Vienna. Hans Asperger, psichiatra e pediatra austriaco il cui nome è associato ad un disturbo pervasivo dello sviluppo dello spettro autistico da lui individuato*, sarebbe riuscito ad adattarsi al regime nazista, cooperando con lo stesso e ottenendo in cambio opportunità di carriera.
A sostenerlo uno studio condotto dal Dr. Herwig Czech, storico e assistente di ricerca di Storia Medica presso l'Università di Medicina di Vienna, pubblicato lo scorso 19 Aprile 2018 sulla rivista medica Molecular Autism.

Premesse dell'indagine. Hans Asperger - afferma il Dr. Czech nell'Abstract dello studio - indicò per la prima volta un gruppo di bambini come "psicopatici autistici" nel 1938, dunque molti anni prima che fosse pubblicato l'articolo con il quale lo psichiatra Leo Kanner descrisse i casi di alcuni piccoli affetti da questa patologia*.
Successivamente, nel '42, Asperger presentò all'Università di Vienna come tesi post-dottorato uno studio completo sull'argomento, pubblicato due anni dopo*.
Questo studio trovò riscontro nel settore solo a partire dagli anni '80, periodo in cui la psichiatra britannica Lorna Gladys Tolchard Wing utilizzò per la prima volta il termine "sindrome di Asperger" per indicare il disturbo.

Oltre a questo, dal momento che l'attività principale del pediatra austriaco si è concentrata in un periodo in cui a Vienna regnava l'ideologia nazista, sono sorte nel corso del tempo alcune ipotesi su una sua ipotetica adesione al regime e alle politiche di pulizia etnica. Fino ad ora, però, i documenti che avrebbero potuto confermare o smentire queste ipotesi sono stati scarsi e, con il passare degli anni, si è affermata un'idea di Asperger come di un probabile attivo oppositore del regime.
L'obiettivo della ricerca del Dr. Czech, dunque, è stato quello di analizzare meglio questa narrativa - basata in grossa parte solo sulle affermazioni di Asperger e su una piccola parte del suo lavoro - prendendo in esame nuove fonti documentarie.

Sviluppo della ricerca. Herwig Czech si è servito per le sue indagini di pubblicazioni moderne e di documenti d'archivio fino ad ora mai analizzati, compresi alcuni testi personali di Asperger e le valutazioni cliniche dei suoi pazienti.

Nel corso della ricerca sono stati presi in esame anche le valutazioni politiche delle autorità naziste e i fascicoli riguardanti i casi medici di varie istituzioni. In modo particolare, è stato analizzato il materiale storico riguardante la clinica per bambini Am Spiegelgrund, una struttura di Vienna in cui molti pazienti (789) furono uccisi per via dell'"eutanasia infantile" del regime nazista, un programma che prevedeva lo sterminio organizzato di minori fino ai 16 anni affetti da disabilità fisica e mentale.
Contrariamente a quanto si crede - afferma Czech - questi documenti non sono stati distrutti negli anni della guerra: gli archivi risalgono fino al 1912 e sono conservati attualmente presso il Municipal and Provincial Archives di Vienna.
Nonostante la documentazione su un numero maggiore di bambini sia andata perduta col tempo, esistono ancora 1012 fascicoli che riguardano gli anni compresi tra il 1938 ed il 1944. Grazie alla loro consultazione, è stato anche possibile scoprire come tra il 1940 ed il 1944 ci fosse una prevalenza di pazienti ammessi di sesso maschile (62,7%), mentre la percentuale di soggetti di sesso femminile era pari al 37,3%.

Risultati delle indagini. Dopo aver analizzato tutto il materiale, Herwig Czech conclude che il ruolo del pediatra austriaco durante il periodo nazista fosse più complesso rispetto a ciò che si è creduto fino ad ora.
L'autore riporta che Asperger, pur non entrando mai a far parte ufficialmente del NSDAP (il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) né di una delle sue organizzazioni paramilitari come la SA o la SS, si adattò al regime e aderì ai movimenti ad esso affiliati, per esempio al Bund Neuland, un'associazione nata nel 1919 come "unione studentesca cristiano-tedesca" che concentrò prima del marzo del '38 un gran numero di giovani attivisti nazisti illegali. Gli anni formativi trascorsi in associazioni di questo tipo - dichiara - spiegano come l'austriaco sia riuscito ad avviare la sua carriera presso la Clinica Universitaria Pediatrica di Vienna nel '31 in un momento in cui il nuovo direttore Franz Hamburger - importante esponente del partito nazista di Vienna - stava mandando via dalla struttura molti tra assistenti ebrei e studiosi vari. Asperger avrebbe collaborato proprio con Hamburger e sarebbe stato ricompensato per la sua lealtà al regime con opportunità lavorative. Durante gli anni del nazismo, infatti, riuscì ad ampliare le sue attività anche oltre l'ambito universitario, per esempio all'interno dell'amministrazione municipale di Vienna e nei Tribunali per minorenni.
Nonostante ci fosse stata inizialmente una certa diffidenza nei suoi confronti per via del suo orientamento cattolico, non esiste alcuna prova che le autorità naziste potessero considerarlo un oppositore al regime e alle teorie riguardanti la purezza della razza, né che abbia mai dovuto affrontare rappresaglie o simili da parte della Gestapo.

Inoltre, lo storico riporta che Asperger cooperò attivamente con il programma di eutanasia infantile.
Il linguaggio di cui era solito servirsi per le diagnosi era spesso molto duro, anche quando si trattava di valutazioni scritte dallo staff della clinica dell'eutanasia viennese. Secondo Czech questo dimostra come in realtà non cercasse di proteggere i bambini in cura presso di lui abbellendo le loro diagnosi come si è creduto fino ad ora.
Sembra che sia stato lui stesso ad inviare alcuni presso la Am Spiegelgrund: i registri riportano come almeno in casi speciali come quelli "senza speranza" - pazienti con grave disabilità mentale - fosse disposto ad accettare la loro uccisione come ultima risorsa. Czech riporta esempi pratici, come le storie di Herta ed Elisabeth, due bambine indirizzate da Asperger verso la clinica.

Nel 1942, inoltre, l'austriaco sembra abbia fatto parte anche di una commissione che aveva l'incarico di analizzare oltre 300 ospiti del Gugging*, una casa per bambini con disabilità mentali situata nella periferia di Vienna. I piccoli dovevano essere classificati in base alle loro capacità intellettuali e prognosi e da questa classifica doveva essere estratto un gruppo di "ineducabili" da inviare a Spiegelgrund per attuare il programma di eutanasia.
35 minori fecero parte del gruppo selezionato dalla commissione di cui - dice lo studioso - faceva parte anche Asperger e furono, quindi, uccisi nella clinica.
Nonostante non possa essere considerato direttamente responsabile della loro morte - continua Czech - questo episodio mostra comunque fino a che punto Asperger abbia collaborato con il regime: il suo incarico all'interno della commissione riguardava un impiego part-time presso l'Ufficio di Sanità Pubblica della città di Vienna e si trattava di un ruolo professionale aggiuntivo che aveva assunto volontariamente nel 1940.
Lo storico sottolinea come la collaborazione con il programma "eutanasia" non fosse obbligatoria in quanto - nonostante il regime nazista - si trattava di un'operazione considerata illegale. Aggiunge però che gran parte dei pazienti di Asperger non erano minacciati da questo programma, tuttavia le sue diagnosi potevano provocare gravi ripercussioni sui bambini, in quanto potevano far sì che molti tra loro fossero allontanati dalle famiglie e messi in riformatorio, dove si verificavano numerosi episodi di abuso.

Conclusioni. Per Herwig Czech, alla luce dei dati analizzati e dei risultati ottenuti dalla ricerca, l'idea che Asperger possa esser stato un oppositore del nazionalsocialismo e un difensore dei suoi pazienti contro il programma di eutanasia infantile e pulizia razziale dovrebbe essere adesso rivista.

Fonte
  • Herwig Czech, "Hans Asperger, National Socialism, and "race hygiene" in Nazi-era Vienna", articolo pubblicato su Molecular Autism, 19 Aprile 2018
    molecularautism.biomedcentral.com/track/pdf/10.1186/s13229-018-0208-6
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Commenti: 1
1 Erminia De Paola alle ore 20:48 del 02/05/2018

Gli orridi scempi protratti per anni a carico delle persone e, nello specifico, dei bambini con disabilità compiuti dai nazisti suscitano sdegno e sorpresa. Sorpresa perchè il resto del mondo stava a guardare consapevole della carneficina in atto. Voglio pensare che il sacrificio di tante vite...e non e' necessario differenziare persone normali e persone disabili...Parliamo di persone...Voglio pensare che la scienza e la bioetica, a braccetto, proseguano il percorso verso la prevenzione e la cura dei soggetti più deboli, nel rispetto dei diritti umani. Immaginiamo un bambino paffutello tra le braccia dei genitori che, insieme,  aspettano il miracolo della scienza per salvarlo o alleviare le sofferenze e, quindi, migliorare la qualità della loro vita. Anche un solo respiro restituito alla vita ha un senso...La speranza come sfida ed i saccenti che hanno lasciato una traccia nella storia lascino il posto ai veri ricercatori.

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