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Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino

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Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate

L'articolo "Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino" parla di:

  • La coppia-madre
    Il trauma cumulativo
    La fiducia di base
Psico-Pratika:
Numero 54 Anno 2010

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Articolo: 'Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate'

A cura di: Alessandra Naldi
Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate
Tesina gentilmente concessa dal CiPsPsia (Centro Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica per l'Infanzia e l'Adolescenza)
LA COPPIA-MADRE
    'Il vuoto come assenza di esperienze fondamentali non e' mai tale, e' sempre pieno di angosce insostenibili che possono essere tacitate con atti sacrificali che comportano la rinuncia di parti vitali di Se', come ad esempio il piacere dell'oggetto'.
    (Guido Crocetti)

Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino

I teschi sono opera di Andrea M.

Novembre 2003
Dott.ssa Alessandra Naldi
Specializzanda c.i.Ps.Ps.i.a, Scuola di Specializzazione di Psicoterapia Psicoanalitica

Questo elaborato rappresenta un tentativo di intrecciare la riflessione teorica con alcuni aspetti della mia relazione terapeutica con un bambino di sette anni la cui sofferenza si e' colorata di significati e di possibilita' progettuali terapeutiche nel momento in cui e' stato possibile collocarla nel contesto della sua "coppia-madre" (Crocetti G. "Legami Imperfetti", Armando Editore, Roma, 1997).

Ho percio' approfittato di frammenti della storia di Andrea, un tenace bambino che dall'autunno 2002 "in-lude" (vedi Crocetti G. - prefazione al testo "Legami Imperfetti" op. cit. dove In-ludere e' inteso dall'autore nel senso di "giocare dentro l'esperienza essendone parte" e dove "l'illusione" si concretizza in un progetto di vita quando diventa "illusione generativa") l'esperienza di una psicoterapia insieme a me.
Questa esperienza tratteggia nella mia mente l'immagine di una piccola collana di perle le cui pietre preziose sono rappresentate dagli apprendimenti teorici che vado acquisendo nel corso della mia formazione.
Andrea e' il filo (altrettanto prezioso) che mi ha consentito di mettere assieme alcune di queste perle, legandole a formare "un progetto terapeutico".

'Non e' dato vedere un bambino senza la propria madre' afferma Winnicott (Winnicott D.W. "Dalla Pediatria alla Psicoanalisi", Martinelli, Firenze, 1991) e Crocetti aggiunge 'oggi noi diciamo che non ci e' dato vedere un bambino se non collocato nel contesto della coppia genitoriale, la coppia/madre e' cioe' l'ambiente primo in cui il bambino ancora prima del concepimento si trova immerso.' (Crocetti G. "Seminario su D.W. Winnicott", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2002)

Winnicott diede per primo risalto all'importanza dell'ambiente per lo sviluppo della personalita' umana.

    'Il patrimonio genetico e i dati biologici del neonato hanno bisogno delle effettive cure offerte dall'ambiente (la madre) per essere utilizzati, per articolarsi e differenziarsi, in un processo sia affettivo che di maturazione, in quelle che in seguito saranno riconoscibili come l'insieme delle funzioni e proprieta' dell'Io e dell'Es del bambino'.
    (Davis M., Wallbridge D.C. "Introduzione all'opera di D.W. Winnicott", Martinelli, Firenze, 1994 rist.)

Riferendosi agli effetti di un ambiente "non sufficientemente buono" Winnicott utilizza concetti che hanno significato di intrusione, violazione, usurpazione, interferenza, disturbo, intromissione.

Crocetti aggiunge che

    'le difficolta' dell'ambiente non sono necessariamente intrusioni per il bambino ma diventano luoghi mentali, modi di pensarsi, realta' attorno ai quali il bambino organizza la propria identita', l'esperienza di Se', il concetto di Se'.
    Sono luoghi mentali in cui il bambino colloca i genitori che con le loro difficolta' organizzano la sua identita' di base.
    Ciascuno e' portatore di un modo di pensarsi che deriva da come e' stato pensato in origine.
    Sono invece le "collusioni patologiche ambientali" che sono intrusive ed il bambino viene usato precocemente in funzione di queste collusioni che sono della coppia dei genitori.'
    (Crocetti G. "Seminario su D.W. Winnicott", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

Andrea e sua madre salgono le scale insieme al nostro primo appuntamento.
La Signora M. lo precede di un passo mentre dietro si abbarbica alle sue gambe una piccola ombra.
Mi scrutano due grandi occhi in un corpicino magro, quasi diafano.
Risponde al mio saluto mentre lascia la mano della madre per attaccarsi al corrimano.
Improvviso irrompe un secco "No! Io non entro! Parla con mia madre! Devi parlare con mia madre! Parlate!"

Si presentava la prima prova per la mia "illusione generativa" di un lavoro con questo bambino; il mio "desiderio" sembrava mortificato dal rifiuto di Andrea che, fermo sulle scale, lasciava vuoto "il posto preparato per lui".

    'Il bambino si presenta e rappresenta se' e la sua storia da subito quando entra nella stanza della terapia.
    La narrazione comincia gia' attraverso il suo modo di muoversi, di camminare, la sua postura, gli abiti che indossa, il colore del suo volto, chi lo accompagna, come si pone rispetto all'adulto, come si salutano'.
    (Crocetti G. "Lezioni di teoria della clinica e della tenica psicoanalitica infantile"; G. Pallaoro "Psicodiagnosi clinica dell'infanzia"; Zannetti L. "Lezioni di teoria e tecnica del colloquio clinico nell'infanzia", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2002).
    'Il setting fisico - la stanza di terapia - rappresenta un prolungamento della persona del terapeuta e come il terapeuta ha funzione di "contenitore" inteso in senso Bioniano'.
    (Pallaoro G. "Lezioni di introduzione ai concetti fondamentali della clinica psicoanalitica: II anno", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)
    'Secondo Bion, in primo luogo il bambino interiorizza buone e reiterate esperienze della sua relazione con la madre.
    Questo significa che nella mente del bambino, attraverso la funzione alfa dei sentimenti da lui proiettati e' rimasta interiorizzata una "coppia felice", costituita da una madre - contenitore - ricettiva e metabolizzatrice e dal bambino stesso, con le sue diverse emozioni - contenuto - collocate, per identificazione proiettiva, dentro di lei.
    Nel migliore dei casi, questi contenuti sono evacuati in un seno esterno reale sul momento (la madre che percepisce dentro di se' la necessita' del bambino).
    La madre funziona come un contenitore effettivo delle sensazioni del lattante, e con la sua maturita' riesce a trasformare con successo la fame in soddisfazione, il dolore in piacere, la solitudine in compagnia, la paura di stare per morire in tranquillita'.
    Questa capacita' della madre di essere aperta alle proiezioni/necessita' del bambino e' cio' che si chiama capacita' di rêverie'.
    (Correale A., Neri C., Fadda P. "Letture Bioniane", Borla editore, Roma, 1994)

Crocetti ci dice che la funzione di rêverie nei confronti del bambino e' svolta dalla coppia/madre:

    'il bambino alla nascita viene accolto nell'utero di coppia: la gestazione dura cosi' diciotto mesi di cui nove vissuti nell'utero materno e nove in quello di coppia ...
    Un bambino appena nato e' tenuto tra le braccia della madre, ma la forza di quelle braccia e' quella che circola nella relazione di coppia, nella quale il padre, in quel momento particolare dell'esperienza relazionale ha proprio il compito di sostenere la compagna di aiutarla ad emergere dalla regressione: il padre ha dunque la funzione di sostenere l'attivita' organizzativa della mente di coppia'.
    (Crocetti G. "Legami Imperfetti", Armando Editore, Roma, 1997)

La mente della madre e' dunque sostenuta, nella sua capacita' di accettare le proiezioni del bambino, dalla presenza di un compagno a sua volta capace di "disintossicare" le ansie e le preoccupazioni materne normali.

'Dare un nome' (Bion W.R. "Apprendere dall'esperienza", Armando, Roma. 1972) al significato del comportamento di Andrea che rifiutava di entrare nello spazio "preparato per lui" (nella stanza e quindi nella mente del terapeuta) significava quindi necessariamente 'compiere uno studio attento della dinamica di coppia; cercare le aree di collusione dove si colloca il dissociato, il rimosso degli aspetti inconsci della coppia, le aree nelle quali piu' forte si e' stretto il patto collusivo che ha unito i due genitori ed anche il progetto e la storia dell'"illusione generativa" di queste due persone; cio' e' fondamentale per comprendere dove sia collocato il bambino' (Crocetti G. "Lezioni di teoria della clinica e tecnica psicoanalitica della coppia", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003).

La prima telefonata, effettuata dalla madre, aveva avuto come tema dominante l'urgenza di una soluzione per la situazione insostenibile con la richiesta di risolverla il prima possibile; quanto meno mancava uno spazio/tempo per pensare.

    'La prima telefonata e' il primo passaggio da tenere in considerazione in un protocollo clinico rigoroso.
    Dalla prima telefonata e' possibile cogliere "il transfert precostituito" rispetto all'alleanza terapeutica e gli elementi che si possono cogliere da questa prima comunicazione rappresenteranno, anche nel prosieguo del rapporto terapeutico, una guida ed un indicatore della situazione nella quale ci si trova a lavorare'.
    (Vianello C. "Lezioni di psicodiagnosi clinica nell'infanzia", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)
I SINTOMI DEL BAMBINO

Nei tre colloqui con i Signori M. che hanno preceduto la prima seduta con il figlio avevano raccontato di lui con modalita' dirompente, a tratti aggressiva ed a tratti molto sofferente.

Andrea a sette anni sembra un bambino con disordini di tipo psico-sociale e psico-affettivo; manifesta comportamenti aggressivi ed a tratti distruttivi verso gli altri bambini e gli adulti alternati ad atteggiamenti di isolamento.

La madre riferisce con fastidio di un attaccamento morboso nei suoi confronti con modalita' di controllo onnipotente.
In questo quadro si collocano una pervasiva presenza di tics che riguardano i movimenti del capo, lo stringere ripetutamente gli occhi ed allargare la bocca, il comporre gesti osceni con le dita delle mani, flessioni sulle ginocchia durante la deambulazione, insonnia con notevoli difficolta' d'addormentamento e ripetuti risvegli notturni; stimolo ad urinare frequentissimo (a volte anche una decina di volte in mezz'ora); richieste ossessive rivolte ai genitori.

Al manifestarsi dei sintomi del bambino i genitori sono frequentemente ricorsi a visite mediche, accertamenti diagnostici e pratiche notevolmente invasive (analisi, urografie, risonanze magnetiche, manipolazioni del chiropratico etc.) inoltre sono stati necessari due interventi dentistici con ripetute anestesie.

I signori M. si siedono distanti l'uno dall'altra, la signora volta leggermente le spalle e, sostenendosi la fronte con il braccio, sembra raccontare gia' con la sua postura la loro difficolta' nel capirsi e mettersi d'accordo, espressa poi con gran risentimento nel corso del colloquio.

    'Il sintomo somatico nella prima infanzia riguarda direttamente la patologia della relazione coppia-madre/bambino.
    Nel sintomo sono rintracciabili elementi significativi della coppia-madre'.
    (Crocetti G. "Legami Imperfetti", Armando Editore, Roma, 1997)

Raccontano della sofferenza, delle frustrazioni, del senso di fallimento, della rabbia che provoca in loro questo bambino aggressivo, pieno di strane manifestazioni somatiche e comportamentali, pauroso ed insicuro che non li lascia dormire ne' mangiare in pace, che ha impedito la vita sociale alla famiglia...; a tratti paiono riconoscersi nel figlio ma piu' spesso sembrano rifiutarlo come un oggetto estraneo e spaventoso.

Il loro rapportarsi a Andrea sembra riflettere il sussistere dei due atteggiamenti descritti sopra: una severita' dura ed intransigente si alterna a modalita' estremamente indulgenti e di iperprotezione.

L'educazione e la gestione del figlio sono fonte di disaccordo e di conflitti fra i coniugi e sembrano veicolare un legame fatto di reciproci attacchi ed alterne rese passive.

    'Il comportamento ticcoso si incontra in soggetti con labilita' dell'equilibrio emotivo e con una particolare sensibilita' di tipo egoico.
    Vi sono fattori precipitanti rappresentati da esperienze affettive caratterizzate da iperprotezione e da eccessiva severita'.
    La causa psicodinamica dei tics e' rintracciabile osservando il sintomo che rappresenta la concretizzazione di una modalita' sadica e nel contempo masochista: il movimento involontario che si impone, intrappola e costringe l'espressione di volontarieta' nella gestione del proprio corpo, domina totalmente l'Io che non ha piu' potere ma viene sadicizzato.
    Il movimento sadico di questo sintomo ha la sua origine nel sado-masochismo genitoriale che va sul bambino e lo sadicizza.
    Il bambino restituisce poi il sadismo attraverso la manifestazione del tic.
    E' un nodo psicopatologico che lega il bambino alla coppia genitoriale; la causa resta esterna perche' i genitori non cedono il sadomasochismo al figlio, ma questa dinamica resta interna alla coppia e quindi la sua circolarita' rimane sempre attiva.
    Non e' possibile quindi aiutare il bambino senza coinvolgere la coppia ed avviarla ad una psicoterapia'.
    (Crocetti G. "Lezioni di Psicosomatica", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

In seduta Andrea evidenzia tics che coinvolgono la mimica facciale e gli arti superiori nei momenti in cui, giocando con la plastilina da' forma ad un teschio piatto, dalla bocca enorme formata da una mascella lunga.

    'Winnicott ci ricorda che nel gioco il bambino utilizza oggetti e fenomeni provenienti dalla realta' esterna per metterli al servizio di qualcosa di analogo che deriva dalla realta' interna e personale'.
    (Zannetti L. "Lezioni sul Gioco nella relazione terapia con il bambino: diagnosi e trattamento", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

Il teschio, che diverra' un tema ricorrente di molte sedute, sembra rappresentare angosce profonde e molto primitive.

Crocetti aggiunge ancora:

    'il tic si accentua, oppure si evidenziano tics nascosti, in situazioni di angoscia intensa e profonda, anche angosce di morte (Crocetti definisce l'angoscia di morte composta da un'angoscia di depersonalizzazione -riguardano l'integrita' psichica- un'angoscia di disgregazione o destrutturazione -riguardano la capacita' di mantenere un'integrazione fra funzioni egoiche, fisiche e mentali- un'angoscia di derealizzazione -riguarda il progetto di Se'- "Lezioni di Psicosomatica", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2002), il sadomasochismo ha molto a che fare con le angosce di morte, al culmine dell'atteggiamento sadico c'e' la distruzione dell'altro'.
    (Crocetti G. "Lezioni di Psicosomatica", c.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

Angosce arcaiche sono quelle che sembrano farsi piu' minacciose al momento dell'addormentamento e durante la notte che Andrea non trascorre mai per intero nel suo letto.

I genitori descrivono rituali ossessivi, pianti, crisi con tremori e respiro affannoso nel momento in cui il bambino sta per essere lasciato solo in camera, chiede in modo disperato la presenza dei genitori al suo fianco, che lo carezzino e lo rassicurino ripetutamente circa il fatto che godra' di un sonno tranquillo durante la notte.

Crocetti afferma che nei disturbi del sonno dell'infanzia

    'il nucleo della coppia genitoriale non funziona e non metabolizza bene le energie emozionali.
    E' un difetto di comunicazione fra i genitori.
    La figura paterna e' fragile o incapace di proteggere il bambino dalle ansie e dalle preoccupazioni materne (anche naturali, fisiologiche per una madre che lascia per la notte la vigilanza sul proprio bambino).
    Le ansie non rassicurate e contenute, bonificate direbbe Bion, dal padre diventano nella mente della madre un'immagine terrifica, un fantasma che investe il bambino sotto forma di stimolo ansioso "non pensato" e diventa una costruzione immaginifica che ha le sembianze di un mostro, un orco, una figura spaventosa che lo costringe a restare sveglio; addormentarsi significherebbe riattivare le angosce arcaiche'.
    (Crocetti G. "Lezioni di Psicosomatica", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

Winnicott chiama 'primitive angosce mortali o angosce impensabili: cadere per sempre, andare in pezzi, non avere alcun rapporto con il corpo, non avere alcun orientamento, isolamento completo per mancanza di qualunque mezzo di comunicazione.
Queste fantasie possono prima o poi svelarsi come il materiale delle angosce psicotiche'
; e ancora, 'la paura clinica della crisi e' la paura di una crisi che e' gia' stata provata (il corsivo e' dell'autore).
E' la paura dell'originaria angoscia mortale che ha causato l'organizzazione difensiva che il paziente manifesta sotto forma di sindrome morbosa'
(Winnicott D.W. "Sviluppo affettivo e ambiente", Armando Editore, Roma, 2002 rist.).

Fornari sostiene a questo proposito che

    'il padre ha il ruolo di bonificare e salvaguardare l'area del rapporto originario, operando la deflessione all'esterno delle angosce di morte legate alla nascita.'
    (Fornari F. "Il padre signore della morte" in In nome del padre, a cura di: Ferrarotti F., Laterza, Bari, 1983)

"Io sono sola con i bambini perche' lui lavora molto, e quando non torna la notte i bimbi si addormentano nel lettone, poi Chiara - la sorellina minore di Andrea - la riporto nel suo letto in braccio, ma Andrea mi sembra cosi' pesante e allora resta li' con me.
Lui nel lettone con me dorme tranquillo e anch'io finalmente posso farmi un sonno riposante.
Quando era piccolo era l'unico posto dove riusciva a dormire."



Leggi la parte 2: Il trauma cumulativo
(Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino Le angosce dei bambini devono essere pensate)

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