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Psicoterapia relazionale: la scultura familiare

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Psicoterapia relazionale: la scultura familiare

L'articolo "Psicoterapia relazionale: la scultura familiare" parla di:

  • Cos'è la scultura familiare
  • Casi clinici tratti da due film
  • Vantaggi dell'utilizzo della scultura familiare
Psico-Pratika:
Numero 182 Anno 2021

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Articolo: 'Psicoterapia relazionale: la scultura familiare'

A cura di: Claudia Nissi Collaboratore HT
    INDICE: Psicoterapia relazionale: la scultura familiare
  • Introduzione
  • La scultura familiare
  • "Un segreto tra di noi" e "Arrivederci Professore"
  • Conclusioni
  • Altre letture su HT
Introduzione

La scultura familiare nasce come tecnica terapeutica da utilizzare con le coppie e con le famiglie ed è introdotta dalla psicoterapeuta sistemico-relazionale Virginia Satir nel 1972.

In questo articolo presenterò questo strumento e il suo uso in terapia attraverso l'esempio di due famiglie protagoniste di due film, che svolgeranno la funzione di casi clinici.
Attraverso la descrizione dei personaggi e delle interazioni tra loro andremo a delineare le dinamiche familiari e a ipotizzare una loro rappresentazione della scultura.
I film sono "Un segreto tra di noi" e "Arrivederci Professore" e consiglio di vederli, in quanto forniscono spunti di riflessione interessanti sui rapporti familiari.

La scultura familiare
Psicoterapia relazionale: la scultura familiare

La scultura familiare consiste in una rappresentazione della famiglia o della coppia, in cui si invitano i membri a riprodurre le abituali modalità di interazione reciproca.

Nella scultura, infatti, è richiesto ad ogni componente in terapia, una rappresentazione visiva e spaziale della famiglia in base alla raffigurazione mentale che ogni membro ha della dinamica emotiva e dell'interazione tra loro.
L'autore della scultura delinea per ogni componente la postura, i gesti, lo sguardo, la vicinanza e la distanza affettiva per come lui la percepisce. Una volta fissata la posizione degli altri, anche l'autore si inserisce nel quadro.
Il terapeuta chiede di rimanere qualche minuto fermi in quella posizione. A turno, poi, chiederà a ciascun membro della famiglia di modellare gli altri, che rimarranno immobili e plasmabili come creta. Il terapeuta chiederà inoltre ad ognuno come si è sentito in quella posizione.

Nella stanza della terapia, attraverso la scultura, la persona percepisce sé e gli altri nella relazione familiare, e questo crea un clima emotivo molto intenso e coinvolgente.
La scultura diventa una forma di rappresentazione catartica, che consente l'emergere di emozioni, vissuti e contenuti affettivi che difficilmente possono essere espressi a parole: ciò che viene simbolizzato sono le reciproche relazioni emotive.
Le dinamiche delle famiglie che giungono in terapia, infatti, sono spesso intrecciate in maniera molto complessa, con fili invisibili e molti "non detti" che non sempre vengono palesati attraverso una comunicazione verbale. Questa tecnica permette, quindi, di utilizzare una modalità metaforica e non-verbale, che bypassa la comunicazione consapevole.

"Un segreto tra di noi" e "Arrivederci Professore"

"Un segreto tra di noi" racconta la storia di una famiglia, alternando il racconto sul presente - momento in cui avviene un tragico incidente d'auto in cui muore la madre del protagonista - a continui flashback sul passato.

Michael Taylor è uno scrittore che ha seguito le orme di suo padre Charles. Il rapporto padre-figlio non è mai stato buono poiché il padre si è sempre comportato in modo molto autoritario sia con lui che con la madre Lisa, che è sempre rimasta all'ombra del marito senza essere felice. Nella storia familiare appare anche Jane, sorella di Lisa, che ha vissuto con loro mentre Lisa era incinta della seconda figlia.

Charles, interpretato da Willem Dafoe, è un padre preoccupato e preoccupante che blocca e ritarda l'autonomia del figlio Michael (Ryan Reynolds).
Oltre a non dimostrargli né affetto né stima, limita le sue possibilità di fare esperienze normali per la sua età, mostrando un atteggiamento preoccupato nei confronti del mondo. Allo stesso tempo, il suo repentino cambio di umore e l'imprevedibilità, lo rendo un genitore poco affidabile e con un atteggiamento che preoccupa il figlio.
Il protagonista e suo padre hanno sempre avuto dei problemi di comunicazione. Quando la madre muore nell'incidente stradale, padre e figlio si ritrovano a dover affrontare il loro rapporto fatto di silenzi e di sentimenti inespressi.

Lisa (Julia Roberts) è una madre con un buon rapporto con il figlio, ma incapace di difenderlo dalle punizioni paterne. Non prendendo le difese del figlio nei confronti del marito, che spesso era violento verbalmente e fisicamente con lui, ha implicitamente accettato e normalizzato la situazione. Non ha riconosciuto neanche la rabbia del figlio verso il padre, emozione che è rimasta inespressa fino al momento di diventare un muro nella relazione tra i due. Questa distanza ha reso la madre incapace di essere una figura accudente e protettiva.
Questo atteggiamento fa sentire Michael inevitabilmente solo e impotente di fronte ai comportamenti del padre.

Partendo dalla trama del film, possiamo ipotizzare che in "Un segreto tra di noi" la scultura familiare plasmata dal figlio metta la madre a distanza da lui, magari di spalle, alle prese con qualche faccenda domestica. Il padre (raffigurato con uno sguardo arcigno, con il sopracciglio alzato) potrebbe essere messo in una posizione di superiorità rispetto al figlio, autore della scultura (ad esempio in piedi che incombe su di lui). In questo quadro magari l'unica figura che tende la mano al bambino è quella della zia materna.
Anche se la loro relazione si presenta molto ambigua, la zia resta comunque la persona più comprensiva ed emotivamente vicina al protagonista.

Diversa è la situazione e il comportamento dei genitori in "Arrivederci Professore". Il film racconta la storia del professor Richard Brown, docente universitario, che riceve cattive notizie sul proprio stato di salute: ha un cancro ai polmoni allo stadio avanzato degenerato in metastasi nell'intero organismo; la sua aspettativa di vita è di sei mesi. Richard è devastato dalla notizia, che vorrebbe condividere con sua moglie Veronica e sua figlia Olivia. Quella sera a cena, però, avvengono due cose che fanno desistere Richard dal dare la notizia: la figlia confessa di essere lesbica e di avere una ragazza. La madre Veronica liquida questa confidenza dicendole che sta solo attraversando una fase transitoria della propria vita e la ragazza se ne va, sconvolta dalla mancanza di sostegno da parte della madre. La madre, a sua volta, confessa a Richard, con cui era già in crisi, di avere un amante.

Nel film Johnny Depp, padre protagonista, fa una scelta discutibile: quella di andare via lasciando la famiglia, il lavoro e gli amici, dopo aver scoperto la sua malattia. Prima di questa scelta il protagonista interpreta il ruolo di un padre che, anche se relativamente presente fisicamente, riesce ad interfacciarsi con la figlia adolescente e a comunicare con lei senza giudicarla.
La madre invece è molto critica nei confronti della figlia anche rispetto alla sua omosessualità.
Questo atteggiamento materno rende la madre presente in modo soffocante e non favorisce nella figlia il processo di autonomia, ma piuttosto comportamenti di reazione alla sua critica.

Nel film la logorante relazione tra i coniugi non permette a questi due adulti di affiancarsi nel ruolo genitoriale. Vista l'incapacità dei genitori di avere dei ruoli complementari, la figlia non ha sempre un contenimento emotivo affidabile. I due coniugi, infatti, non hanno un dialogo né una strategia educativa condivisa per la figlia. Agiscono separatamente: la madre d'istinto critica e sminuisce la figlia; il padre in contrapposizione alla freddezza emotiva materna è più comprensivo e capace di essere in sintonia con lei.

La scultura familiare della figlia che raffigura questa situazione potrebbe essere quella di una madre con lo sguardo critico in piedi che punta il dito contro di lei, un padre di spalle che va per la sua strada ma che con la mano sul cuore e con la coda dell'occhio fa capire alla figlia quanto ci tiene a lei. La figlia potrebbe mettersi in mezzo a loro due in piedi, fiera delle sue scelte, probabilmente di spalle alla madre vista la difficoltà tra loro di comunicare.
Aggiungerei che la figlia potrebbe raffigurare se stessa ad occhi chiusi, visto che per la giovane età e per le dinamiche familiari non sembra ancora aver maturato delle scelte consapevoli e avere chiara la direzione da prendere nella vita.

Conclusioni

Attraverso la scultura familiare il terapeuta sistemico relazionale potrà comprendere "a colpo d'occhio" molto di più di quanto si potrebbe dire a parole, magari per vergogna o senso di colpa, e lavorare direttamente con il vissuto emotivo e sui nodi della relazione familiare.
Partendo dalla scultura, le domande terapeutiche andranno ad aiutare ogni componente della famiglia ad esplicitare il proprio vissuto.
In "un segreto tra di noi" come si sente il padre che incombe sul figlio? E la madre distante e di spalle? Come si sentono i genitori nell'ascoltare il vissuto del figlio?
La scultura familiare fatta dal figlio potrebbe essere diversa da quella che farà il genitore e anche questo apre nuove prospettive di dialogo e di confronto.

Concludendo, l'uso di questa tecnica in terapia può aiutare i membri della famiglia a iniziare a sintonizzarsi con il loro modo di stare in relazione e le conseguenze emotive che questo comporta.
Il primo passo del cambiamento, infatti, è la consapevolezza di un determinato comportamento e la scultura familiare aiuta la famiglia a raggiungere questo obiettivo.

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