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Tecniche di induzione del sogno lucido

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Tecniche di induzione del sogno lucido

L'articolo "Tecniche di induzione del sogno lucido" parla di:

  • Fenomenologia, coscienza e paradossi
  • Tecniche di induzione del sogno lucido e aspetti cognitivi
  • Il controllo e la manipolazione dei sogni lucidi
Psico-Pratika:
Numero 45 Anno 2009

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Articolo: 'Tecniche di induzione del sogno lucido: I. Fenomenologia, coscienza e paradossi'

A cura di: Paolo Parciasepe
Tecniche di induzione del sogno lucido
I. FENOMENOLOGIA, COSCIENZA E PARADOSSI
«Senta dottore - rispose Pereira - mio padre mi ha insegnato che i nostri sogni sono la cosa più privata che abbiamo e che non bisogna rivelarli a nessuno.
Ma lei è qui in cura e io sono il suo medico - replicò il dottor Cardoso - la sua psiche è in rapporto con il suo corpo, e io devo sapere cosa sogna».
(Deleuze G., Guattari F., "Anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia")4

Parlare di sogno lucido - ossia di un sogno sperimentato con la piena consapevolezza di stare sognando, pur nell'effettiva condizione di sonno - può apparire contraddittorio: se si dorme non si è coscienti, se si sogna si dorme, quindi se si sogna non si è coscienti.

Ex vero non sequitur nisi verum.
L'operazione logica è corretta e il ragionamento sembra ineccepibile.
Entrambe le premesse del ragionamento, tuttavia, non sarebbero del tutto vere: la condizione "sogno", nella più ampia accezione, non coinciderebbe esattamente con la condizione "sonno" ma, soprattutto, la condizione "sonno" non escluderebbe completamente la condizione "coscienza", nel significato che attribuiamo a questo termine in riferimento alla vita di veglia.

Può accadere infatti che una persona pur dormendo sia cosciente, e pertanto sia cosciente dell'unica cosa di cui può esserlo in quel momento, cioè di sognare, ovvero di dormire.

Stephen LaBerge così presenta il paradosso:


«L'eccezione avviene quando ci "svegliamo" entro il nostro sogno senza disturbare né interrompere lo stato sognante, e impariamo a riconoscere che stiamo sognando quando il sogno è ancora in corso.
Durante tali sogni lucidi, diventiamo e rimaniamo pienamente consapevoli del fatto di sognare, e quindi del fatto di essere addormentati. In questo modo siamo, in certo senso, simultaneamente "svegli" e "addormentati"...
I sogni lucidi sono eventi molto rari per la maggior parte di noi.
Per lo più abbiamo sperimentato il sogno lucido almeno una volta nella nostra vita - per alcuni può essere stato solo un rapido bagliore - tuttavia per tutti noi, eccetto pochi, il sogno lucido avviene così di rado da mettere in questione l'utilità di questo stato di coscienza innegabilmente interessante. Se questa situazione dovesse dimostrarsi non solo usuale, ma anche inalterabile, l'applicazione del sogno lucido su vasta scala rimarrebbe qualcosa d'impossibile. Se il sogno lucido dovesse rimanere nient'altro che un'insignificante eccezione alla regola generale dell'incoscienza del sogno, i sogni lucidi sarebbero condannati a restare una semplice curiosità d'interesse teorico solo per gli studiosi del sogno e i filosofi».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")5

Benché possa essere una condizione rara e piuttosto effimera, sembrerebbe dunque che non sia vero che sognando pur essendo addormentati non si possa essere coscienti di sognare. Tuttavia sorge spontaneo un interrogativo.

Si può essere del tutto certi, per esempio, che la condizione in cui i fenomeni onirici non coincidono con quella di sonno non sia in realtà la stessa condizione in cui il sonno non esclude completamente la coscienza?

In tal caso l'eccezione di essere coscienti pur dormendo risulterebbe falsa, poiché non sarebbe vero, o non sarebbe del tutto vero che si dorme. L'effetto allora sarebbe anzitutto quello di essere coscienti non di dormire ma di non dormire, concludendo che i fenomeni onirici non sono strettamente legati all'effettiva condizione di sonno.
Inoltre, il termine coscienza esige quantomeno delle precisazioni.

Con questo termine - in riferimento alla vita di veglia - vengono generalmente definiti due aspetti6:

  1. L'aspetto fenomenico e funzionale connesso con le esperienze percettivo-sensoriali, con la loro focalizzazione selettiva e con la loro rappresentazione, in un processo continuo che coinvolge le informazioni memorizzate.
    Questo aspetto costituisce un'attività cognitiva costruttiva caratterizzata da uno svolgimento sempre attuale e un orientamento definito ed è accompagnata dal vissuto fenomenico di sentirsi come immersi nella realtà sensoriale.
  2. L'esperienza di sé, nel senso di consapevolezza soggettiva.

Il primo (coscienza primaria) implica la presenza obbligata di un "oggetto" di coscienza e la direzione su tale oggetto ("essere coscienti di..."), condizione che, da Brentano in poi, si traduce nella nozione di "intenzionalità" (concetto che alcuni autori anglosassoni traducono con il termine aboutness)7.

Il secondo, come in un gioco di specchi che tuttavia non risolve ciò che i filosofi chiamano scotoma cognitivo, si rivela allorché è la coscienza stessa - intesa nel primo aspetto - a essere "oggetto di coscienza"; oggetto cioè di una attività sovraordinata, di più alto livello (coscienza riflessiva).

Durante la veglia questi aspetti sono praticamente indistinguibili: la consapevolezza di sé è implicita nell'esperienza fenomenica della coscienza primaria8 che risulta pertanto "intenzionata", cioè diretta verso un oggetto e, nel contempo, riflessivamente diretta verso se stessa.

Il risultato è quello di essere coscienti non solo dell'oggetto ma "coscienti di essere coscienti di quell'oggetto".

In altre parole questo corrisponde non soltanto all'essere semplicemente presenti alle proprie percezioni e alle proprie sensazioni relative all'oggetto, ma al "sapere" di essere a esse presenti.

Ciò coinvolge naturalmente non soltanto funzioni di controllo volontario e di decisione, ma soprattutto funzioni metacognitive come quella di valutazione e di giudizio sulla natura e sullo stato di rappresentazione9 dell'esperienza stessa, compresa la funzione di esame di realtà10.

Nel sogno lucido si crea una coscienza molto simile a quella della vita di veglia che abbiamo appena descritto. Sperimentare un sogno coscientemente vuole allora dire essere coscienti dell'oggetto sogno nel senso di esserne in completo contatto così come, durante la veglia, si sente di essere in diretto contatto con l'esperienza percettiva e sensoriale (c. primaria) e nello stesso tempo "essere coscienti di essere coscienti dell'oggetto sogno", cioè sapere che ciò che si sta vivendo è un sogno e non è la realtà (c. riflessiva).

È proprio questo aspetto metaprocedurale11 la caratteristica che qualifica nel nostro caso il sogno lucido come tale. E nel modo che segue.

LaBerge sostiene che nel peculiare vissuto fenomenologico del sogno lucido vi siano contemporaneamente due prospettive:

  1. una coincide con "l'osservatore onirico", un punto di osservazione impersonale e non figurato situato al di fuori del sogno,
  2. mentre l'altra si identifica con "l'ego onirico" o "attore del sogno", che rappresenta in tutti i sogni il se stesso del sognatore.

L'ego onirico è chiamato più o meno propriamente "coscienza onirica", poiché è dentro il sogno e ne è una sua parte, così come durante la veglia si è dentro l'esperienza sensoriale12.

Nel sogno lucido, la contemporanea identificazione del sognatore con l'ego onirico e con un punto di osservazione esterno al sogno rappresenta l'emergere di una coscienza riflessiva analoga a quella della veglia, ma con una "doppia localizzazione"13.

Questa nuova coscienza è accompagnata da una constatazione di non-realtà del sogno, ovvero dal suo riconoscimento ("questo è un sogno!") e da una deduzione sul fatto che in quel momento si sta dormendo.

«In un sogno vi è di solito un personaggio che il dormiente considera essere se stesso... Questo personaggio onirico è solamente una rappresentazione di noi stessi. Io chiamo questo personaggio "l'attore del sogno" o "l'ego onirico".
Il punto di vista dell'ego onirico è quello di un partecipante volente o nolente, apparentemente contenuto in un mondo simile a quello con cui sperimentate la vostra esistenza in questo momento...
In altri casi, il sognatore può non essere affatto presente al sogno...
Io chiamo "osservatore onirico" questa proiezione senza corpo.
L'osservatore onirico non è presente nel sogno ma si trova fuori di esso.
Ogni sogno contiene almeno un punto di vista con il quale ci identifichiamo:
la parte che stiamo recitando nel teatro del nostro sogno.
La natura della parte che recitiamo o scegliamo di recitare nel nostro sogno ci permette di variare i gradi del nostro coinvolgimento che vanno dalla completa partecipazione dell'attore al distacco dell'osservatore14.
Così la risposta alla domanda "chi è il sognatore lucido?" sembra essere una figura composita, in parte l'ego o attore onirico, e in parte l'osservatore di sogno... Riassumendo, possiamo dire che l'ego onirico è sperimentalmente dentro il sogno e parte di esso, mentre l'osservatore onirico non è né l'una né l'altra cosa. La combinazione di queste due prospettive è caratteristica del sogno lucido e permette al sognatore lucido di essere "nel sogno ma non una parte di esso".
Il sognatore lucido sembra richiedere un equilibrio tra il distacco e la partecipazione... Secondo la mia esperienza, la partecipazione sembra un fatto essenziale perché avvenga un sogno lucido...
In egual tempo un certo grado di distacco sembra necessario per tornare indietro dalla parte dell'ego onirico e dire "tutto questo è un sogno"...
Così il divenire lucidi richiede anche la prospettiva dell'osservatore e il sognatore lucido sembra possedere almeno due distinti livelli di coscienza.
Nei miei sogni lucidi ho trovato talora sconcertante l'emergere di questa doppia coscienza [doubleconsciousness]».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")15

Il risultato onirico, finché non sopraggiunge il risveglio, è costituito sia dalla netta impressione di essere "nel" sogno, in virtù dell'identificazione con l'ego onirico, sia dalla sensazione di esserne al di fuori (osservatore onirico), in un punto imprecisato dal quale vedere o percepire se stessi16 e assistere alla scena, sorprendendosi nel constatare di stare sognando.

L'identificazione con l'ego onirico viene così destituita del carattere coercitivo che ha nei comuni sogni non lucidi (dovuto all'impossibilità di controllare o evocare volontariamente le immagini oniriche), acquistando una diversa prospettiva di immedesimazione con la quale è possibile sentirsi protagonisti non coatti del proprio sogno.

Se questo stato, soggiunge LaBerge, viene mantenuto per un tempo ragionevolmente lungo - una durata tale da permettere lo svolgimento di una sequenza di fatti (onirici) - il sogno lucido perde il suo improvviso, confuso e fugace bagliore acquistando spessore e realismo.

La possibilità di azione e di decisione offerta dalla paradossale consapevolezza di poter, pur dormendo, essere "svegli" dentro un vero sogno consente esperienze altrimenti impossibili, una sorta di realtà virtuale naturale.

«La coscienza offre, negli stati di sogno, gli stessi vantaggi che offre durante la vita di veglia; di conseguenza quando ci svegliamo in sogno, siamo in una posizione unica per rispondere creativamente alle situazioni inattese che possiamo incontrare in quello stato. Questo controllo flessibile, caratteristico dei sogni lucidi, ci porta a raggiungere una notevole serie di possibilità...».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")17

La diversa esperienza della coscienza nel sogno non lucido e nel sogno lucido è descritta con efficacia anche da Michel Jouvet:

«Ho sognato di volare. Ero sicuro che non stavo sognando.
Ero sicuro di essere sveglio ed ero sorpreso di non avere mai tentato prima di volare, tanto era facile... Ho sognato di volare. In quel momento ero sicuro di sognare, ma non mi sono mosso. Ho assistito meravigliato alle mie evoluzioni in volo, senza sapere cosa sarebbe successo. È una sensazione straordinaria.
Sono questi i due tipi di coscienza onirica che si possono ottenere risvegliando dei soggetti che stanno sognando. Tutti, perlomeno coloro che ricordano i propri sogni, conservano il ricordo di un sogno di tipo A, il cui archetipo più celebre è il sogno di Chuang-Tzu che sogna di essere una farfalla...
La nostra coscienza onirica reagisce come se fosse vigile. Pensiamo che non stiamo sognando18... I sogni di tipo B sono molto più rari (1-2% dei ricordi dei sogni)19. Si è convenuto di chiamarli "sogni lucidi"...
Il sogno lucido è sicuramente un sogno autentico: alcuni sognatori lucidi sono stati sottoposti a registrazione per tutta la notte con degli elettrodi posti sullo scalpo, sulle orbite oculari e sui muscoli. È possibile, con queste procedure, verificare senza alcuna ambiguità la comparsa dei segni classici del sonno paradossale (che è impossibile da simulare). Prima che si addormenti, si richiede al soggetto di segnalare che sta sognando muovendo per esempio un dito in modo concordato (per esempio 3 volte, 2 volte, 1 volta)20.
Questo segnale può essere registrato sul poligrafo. È così che, grazie ai lavori di LaBerge, possediamo qualche registrazione di sogni lucidi in cui appare un segnale concordato».
(Jouvet M., "Il sonno e il sogno")21

Il sogno lucido è dunque un sogno autentico.

Come tutti gli altri sogni si sperimenta e si riscontra prevalentemente nella fase REM del sonno. Ciò risponde all'interrogativo posto inizialmente: i fenomeni onirici appaiono peculiari della condizione di sonno (gli altri costituiscono fenomeni oniro-simili che avvengono in condizioni differenti), mentre è la coscienza (coscienza riflessiva) che sembra invece non essere prerogativa esclusiva dello stato di veglia, costituendo in vari gradi un denominatore comune (forse non continuo) tra diversi stati neurofisiologici.22

L'irrompere nel sogno di una coscienza riflessiva quale viene esperita in stato di veglia determina due fatti:

  1. da un lato modifica in un certo senso il sogno stesso, concorrendo senz'altro alla costruzione di un impianto onirico in parte strutturalmente atipico,
  2. dall'altro trasforma il rapporto tra sognatore e sogno.

Il sogno lucido diventa così fenomeno a sé stante e nel contempo strumento di esplorazione del mondo onirico in generale.

«Il fatto che i sognatori lucidi sanno di essere addormentati, possono ricordare di compiere azioni previamente concordate e possono inviare segnali al mondo sveglio, rende possibile un approccio interamente nuovo alla ricerca sul sogno.
Gli "onironauti" particolarmente addestrati possono condurre ogni genere di compiti sperimentali, funzionando come soggetti sperimentali in stato di sogno».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")23

In questo modo l'equipe di LaBerge ha potuto realizzare una serie di esperimenti riguardanti alcune relazioni tra mondo onirico e realtà fisico-fisiologica.

I parametri fisiologici dei sognatori lucidi sperimentali sono stati così rilevati attraverso tracciati polisonnografici e incrociati tra loro. Rilevazioni oggettive fondamentali come l'elettroencefalogramma (EEG), l'elettrooculogramma (EOG), l'elettromiogramma (EMG), hanno permesso a LaBerge e ad altri ricercatori di stabilire con una certa sicurezza anzitutto che il sogno lucido avviene (prevalentemente) nella fase REM del sonno24 -
in particolare durante le ultime ore di sonno, quando cioè la fase REM è più lunga25.

In secondo luogo, non meno importante, hanno fornito la prova evidente dell'esistenza stessa del sogno lucido, grazie alle segnalazioni extraipniche - con intenzione comunicativa sull'inizio e la fine della lucidità onirica - precedentemente concordate tra sognatore sperimentale e operatori di laboratorio ed effettuate durante il sonno (sequenze di movimenti oculari, evidentemente sotto parziale controllo del sognatore, e particolari contrazioni muscolari, soprattutto della muscolatura distale).

In terzo luogo hanno messo in evidenza, molto probabilmente in relazione al compito stesso di segnalazione extraipnica ma anche a un maggiore aumento delle funzioni cognitive coinvolte, come il passaggio alla lucidità onirica sia contrassegnato da una particolare attivazione fisiologica, rilevabile per esempio nell'aumento di parametri quali la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la risposta elettrodermica e naturalmente la densità dei movimenti oculari.

Una prima conclusione sperimentale attendibile sul vissuto onirico concerne il rapporto tra la durata presunta di un sogno e la sua durata reale: secondo LaBerge26 il tempo onirico sembra non discostarsi molto da quello reale della vita di veglia. I due tempi appaiono proporzionali e un'azione sognata, perciò, avrebbe una durata in ragione della durata dell'azione reale corrispondente.

Questa conclusione contraddice la classica e tuttavia controversa ipotesi di Alfred Maury, secondo il quale la durata di un sogno apparirebbe enormemente dilatata rispetto alla sua vera durata27.

A sostegno delle osservazioni sperimentali effettuate con sognatori lucidi, LaBerge avanza a questo proposito una spiegazione, suggerendo che i sogni non possono essere istantanei o di brevissima durata per il semplice motivo che il cervello ha bisogno di tempo per sognarli28, ossia per "rappresentarli" secondo caratteristiche e modalità non così diversamente strutturate rispetto a quelle della coscienza (di veglia) che, secondo il paradigma cognitivo-computazionale, è un sistema che esige un'operatività di tipo seriale29, tale da escludere processi per l'appunto "istantanei".

Un'altra conclusione a cui è giunto LaBerge e la sua equipe riguarda la relazione tra azioni sognate e corrispondenti variazioni fisiologico-muscolari. In altre parole sembra che vi sia una precisa corrispondenza tra il corpo "sognato" e il corpo fisico, reale del sognatore30.

In particolare, per quanto riguarda la respirazione, sembra molto probabile che:

«Il controllo volontario dell'immagine mentale del respiro durante il sogno lucido si rifletta in cambiamenti corrispondenti alla nostra effettiva respirazione».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")31

Tuttavia LaBerge precisa che:

«Questo non significa che ogni variazione nel respiro durante il sonno REM sia correlata al contenuto del sogno. Per esempio, una pausa nel respiro su di un polisonnogramma non implica necessariamente che il sognatore stia trattenendo il respiro nel sogno. Ma se il sognatore lo trattenesse (per esempio se sognasse di immergersi in apnea), dovremmo aspettarci di vedere una pausa del respiro nella registrazione».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")32

Quanto detto si presta, sia pure cautamente, a una certa generalizzazione:

«La stessa relazione si presenterebbe probabilmente vera per il camminare, il parlare o qualsiasi altra forma di comportamento se non per il fatto che la maggior parte dei nostri muscoli sono paralizzati durante il sonno REM».
(LaBerge S., "Sogni coscienti")33

Sempre sulla corrispondenza tra attività sognate e variazioni fisiologiche, un ulteriore risultato conseguito dal gruppo di LaBerge riguarda la sessualità femminile e maschile.

A questo scopo l'attrezzatura messa a punto dall'equipe (in particolare una speciale sonda vaginale e un estensimetro penieno) ha reso possibile un controllo accurato dei parametri corporei dei sognatori lucidi di entrambi i sessi attraverso 16 canali di dati fisiologici34.

Lo studio dei dati fisiologici e dei resoconti soggettivi dei sognatori lucidi ha dato conto di esiti secondo i quali, in generale «l'attività sessuale e l'esperienza dell'orgasmo in sogno lucido appare associata a cambiamenti fisiologici che sono molto simili a quelli che avvengono durante le corrispondenti attività in stato di veglia. Un'importante eccezione a questa conclusione è il fatto che solo leggeri aumenti del battito cardiaco hanno accompagnato l'attività sessuale in questi sogni lucidi». (LaBerge S., "Sogni coscienti")35

E altresì, se «...l'impatto di certi comportamenti di sogno sul cervello e sul corpo può essere del tutto equivalente all'impatto prodotto dai comportamenti corrispondenti nella realtà»36 ne segue che il sogno lucido, in particolare, costituisce un fenomeno molto interessante dal punto di vista del rapporto Mente-Corpo, con intuibili ripercussioni sul piano della ricerca clinico-terapeutica.

Gli esperimenti di LaBerge dimostrano che «...il sogno lucido, e per estensione il sogno in generale, è molto più simile al fatto reale che al fatto semplicemente immaginato».37

Il fatto, l'evento o l'oggetto immaginato costituiscono, in stato di veglia, percetti distinguibili (tranne le allucinazioni) da quelli determinati dalle stimolazioni sensoriali.

Il sogno lucido, che si caratterizza per la discernibilità delle immagini oniriche rispetto alla realtà (cosa che non avviene nel sogno non-lucido), non perde tuttavia né consistenza fenomenica né vivacità percettiva e nemmeno realismo, e si presenta pertanto come "il paradosso del sonno paradossale".

Il sognatore lucido, pur essendo consapevole che ciò che visualizza è un sogno - ossia riuscendo a operare una valutazione di realtà sulle immagini oniriche grazie all'intrusione di una coscienza riflessiva del tutto paragonabile a quella dello stato di veglia - vive il suo sogno con non diminuita vividezza e realistica partecipazione, quando invece questo sogno dovrebbe avere per logica una consistenza più vicina a una situazione semplicemente immaginata.

Per quanto riguarda gli elementi soggettivi del sogno lucido, espressi attraverso il resoconto onirico, una mia intervista condotta su un piccolo campione di sognatori lucidi spontanei e abituali38 ha posto in evidenza - sia pure senza alcuna pretesa scientifica - alcune caratteristiche comuni:

  1. La consapevolezza del sogno è descritta come un fenomeno transitorio, piuttosto labile e incostante: il sognatore passa con una certa frequenza da una situazione di lucidità, in cui avverte di essere contemporaneamente dentro il sogno e fuori dal sogno, rendendosi conto che ciò che sperimenta è un sogno e non la realtà39, a una situazione di non-lucidità in cui partecipa al sogno oppure lo "osserva", ma scambiandolo per la realtà.
    Secondo alcuni sognatori il mantenimento della lucidità richiederebbe un certo impegno, descritto come analogo a quello per restare svegli quando si ha sonno (per esempio mentre si guida un'auto per evitare pericolosi colpi di sonno), e in rapporto alla capacità di distacco emotivo dalla scena del sogno (vedi nota 11).
  2. La durata dell'azione onirica, in accordo peraltro con le conclusioni delle ricerche di LaBerge, sembra essere direttamente proporzionale alla durata della stessa azione se venisse effettuata realmente, mentre il senso del tempo sembra essere in relazione agli spostamenti onirici effettuati (spesso in volo) e alla consequenzialità delle situazioni vissute.
  3. Un livello troppo elevato di coscienza impedisce lo svolgersi naturale del sogno procurando il risveglio del sognatore o, poco prima del risveglio, deprivando il sogno della sua "oniricità" ("dreamlikeness"), trasformandolo cioè in un sogno descritto come "artificiale", "finto", "di plastica".
  4. L'esperienza della propria immagine è caratterizzata da una relativa difficoltà a vedere il proprio volto. I sognatori vedono se stessi di fronte ma con il loro volto poco definito. Si vedono spesso da tergo, ossia da un punto situato alle spalle della loro stessa figura. In altri casi, quando l'identificazione è avvertita come più "interna" all'ego onirico (la figura che rappresenta il sognatore e che può avere le sue stesse caratteristiche), vi è difficoltà anche a vedersi da tergo.
    Si è in altre parole nella stessa situazione della cinepresa o della telecamera in soggettiva; tuttavia si avverte la sensazione di essere continuamente osservati e seguiti e contemporaneamente di seguire e osservare (se stessi).
    É possibile che questi casi non rappresentino situazioni di lucidità onirica, ma siano situazioni parziali definite pre-lucide.
  5. Le emozioni particolarmente spiacevoli vengono evitate, mentre quelle particolarmente intense provocherebbero il risveglio.
    Vengono invece evocate e costruite situazioni che si accompagnano a una certa eccitazione, descritta come un mix di stupore, tensione, rischio, senso dell'inusualità, piacere fisico a volte accompagnato da particolari esperienze estetiche, psicocinetiche e multisensoriali.
    Il tono dell'umore è naturalmente variabile da sognatore a sognatore, mentre sembra abbastanza comune un certo senso di benessere, di appagamento, se non di gioia, che si protrae al risveglio; momento in cui il ricordo del sogno appare persistente e dotato di una notevole chiarezza e precisione di dettagli.

Da questa brevissima indagine, svolta prevalentemente sotto forma di colloqui individuali emerge, sia pure come impressione personale, un altro dato che a posteriori mi è sembrato significativo: il vivo interesse introspettivo che nutrono queste persone che si dicono sognatori lucidi frequenti.

Sembrano infatti essere accomunate dalla voglia e dalla curiosità di conoscere e capire se stesse, dall'attenzione verso il proprio mondo psicologico e da alcuni tratti di introversione.

Questo dato può essere associato con la buona capacità di ricordare i sogni (alcune di queste persone tengono anche un diario dei sogni) che in generale mostrano di possedere.

Sulla base degli studi che nei sognatori frequentemente lucidi hanno infatti evidenziato alcune caratteristiche personologiche - quali ad esempio un certo orientamento intrapersonale40, un locus of control tipicamente più interno41 (cui si accompagna una particolare sensibilità all'ansia) e una corrispondentemente maggiore campo-indipendenza42 - mi auguro di poter svolgere in futuro una ricerca sulla storia personale e su altri aspetti cognitivi e di personalità di coloro che posseggono naturaliter la capacità di vivere coscientemente i propri sogni.

Sono infatti convinto che tale capacità abbia una corrispondenza, un'eco o degli indizi anche nella vita di veglia: nei modi di pensare, costruire e valutare le proprie possibilità, nei modi di percepire e di percepirsi in rapporto all'ambiente fisico e sociale, nei modi infine di vivere e comunicare le proprie emozioni.

Può essere tuttavia un'ipotesi senza alcun fondamento.
Resta il fatto che i sognatori lucidi, contrariamente alla gran parte delle persone che al risveglio neppure ricordano i propri sogni, frequentemente possono durante il sonno estendere per un po' il campo della loro vita cosciente, raggiungendo momenti di vera e propria sperimentazione e integrazione psicologica43 e di profonda comprensione emotiva44 grazie alla loro personalissima palestra onirica nella quale compiono, contemporaneamente, processi di identificazione e di distanziamento45.

Leggi la parte 3: II. Tecniche di induzione e aspetti cognitivi dei sogni lucidi
(Tecniche di induzione del sogno lucido )
Commenti: 2
1 Matteo alle ore 16:08 del 13/01/2016

Ho fatto 3 sogni coscienti di fila.

di cui tra 1/2 sogni, nell'intermezzo,ho avuto una paralisi,coscienza, beh non rara, bastava che mi agitassi,ovvero tendevo ad aprire o alzarmi forzatamente gli occhi e la schiena

2 Matteo alle ore 16:12 del 13/01/2016

Visto che non posso mettere un commento lungo dico solo in modo abbreviato cio che mi e successo:

-Sono caduto da un ascensore,mentre stavo x schiatarmi,provando paura per posti alti,una forte agitazione mi ha svegliato

-il secondo e x via del fatto che sono stato troppo a lungo cosciente nel sogno(credo che ci sia un tempo limitato)

- il terzo è quando ho fatto sesso con una tipa (modifica della Redazione)

farli 3 di fila mi ha portato a questo sito,e devo dire che e figo...ho fatto cose fighe e zozze.

fare salti di 30 mentre come in GTA o fermarmi immezzo alla strada e fermare un auto,buttare giu la persona e prendermi la macchina!

Non e un scherzo che ci crediate o meno,pero voglio capire come si entrano in questi sogni abitualmente

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