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Il TAT interpretato secondo la SCORS di D. Westen La persona, i suoi bisogni, le sue relazioni e la cognizione sociale nelle tavole di Murray
L'articolo " Il TAT interpretato secondo la SCORS di D. Westen" parla di:
- Affidabilità psicometrica della SCORS
Validità del TAT nel contesto di scoring di Westen Evoluzione del metodo e utilità per il Professionista
Articolo: 'Il TAT interpretato secondo la SCORS di D. Westen La persona, i suoi bisogni, le sue relazioni e la cognizione sociale nelle tavole di Murray'
Scheda tecnica
Tipologia di test: Test proiettivo
Modello teorico di riferimento: Teoria dei bisogni e delle pressioni di H.A. Murray.
Trattando qui lo scoring [NdR attribuzione e registrazione punteggi] attraverso la SCORS (Social Cognition and Object Relations
Scale) si ha, in più, un punto di vista che deriva dall'intersecarsi della teoria delle relazioni oggettuali con la Social Cognition.
Cosa misura: aiuta a creare un profilo della personalità, indagando l'individuo, i suoi bisogni, le sue motivazioni, le sue
aspettative e il suo modo di percepirsi e percepire l'altro. Il test è quindi utile per comprendere come il soggetto si muove nel suo
mondo interiore e nella realtà esterna.
Ambiti di utilizzo: non è adatto a formulare una diagnosi descrittiva (DSM IV-TR), ma risulta utile proprio per delineare
aspetti importanti della personalità.
Tra i molti ambiti d'uso, al di là di quello clinico, dove è ampiamente sfruttato in molteplici contesti, c'è anche quello
della selezione del personale e dell'ambito forense.
Il test può essere somministrato da:
- Psicologi iscritti alla sezione A dell'albo (laurea quinquennale).
- Medici specializzati in Psicoterapia, Psichiatria, Psicologia clinica o Neuropsichiatria infantile.
Destinatari: Adolescenti e adulti.
Per i bambini c'è il CAT - Children's Apperception Test - di L. Bellak.
Somministrazione: 20 tavole somministrate in due sessioni, anche se poi usualmente se ne somministrano meno e in una sola seduta -
c'è un'ampia variabilità nella scelta.
Il test si compone di:
- serie di tavole;
- manuale di istruzioni;
- manuale clinico del TAT.
Autori: Henry A. Murray, Christiana Morgan.
Validità: Negli studi eseguiti si sono ottenuti risultati non soddisfacenti per quel che concerne la validità, ma
ciò è dovuto alla notevole quantità di metodi di scoring utilizzati. La SCORS qui trattata è una metodologia
di scoring che ottiene risultati positivi: ottime le inter-rater reliability [NdR ossia grado di correlazione fra i punteggi assegnati
allo stesso campione di pazienti da parte di due o più valutatori indipendenti], la validità convergente1 e
discriminante2, una buona validità di costrutto3, un buon livello di coerenza interna4 (non ci sono
dati per l'attendibilità test-retest5).
Indicazioni e controindicazioni somministrazione: si consiglia, usualmente, nell'interpretazione, di "errare per eccesso", ossia di
tendere - ove vi è dubbio - verso il versante della "sanità" piuttosto che della psicopatologia.
Inoltre si consiglia di tenere in considerazione l'età, il genere e la classe sociale di appartenenza del soggetto esaminato, poiché
essi sono fattori che possono influenzare il tipo di risposte.
Punti di forza del test: la sua capacità di scandagliare gli aspetti articolati della persona, e il suo essere applicabile
in numerosissimi contesti.
Punti di debolezza: Il suo non avere una validità psicometricamente soddisfacente.
INDICE: Il TAT interpretato secondo la SCORS di D. Westen
- Scheda Tecnica
- Modello teorico di riferimento
- Presentazione Test: "Questo è un test di immaginazione..."
- La SCORS, tra relazioni oggettuali e Social Cognition
- SCORS: diverse versioni, rapide evoluzioni
- Il punto di forza della SCORS
- Utilità per la professione
- Bibliografia essenziale
- Sitografia
Modello teorico di riferimento
Il Test di Appercezione Tematica, il TAT, sviluppato da Henry A. Murray e Christiana Morgan, fece la sua prima apparizione
nel 1935, ma la sua versione attuale venne pubblicata solo nel 1943; dati che, si sa, fanno parte della storia della Psicologia.
La genesi del test è determinata proprio dalla teoria dei bisogni e delle pressioni di cui Murray è fautore. Teoria che
determina fortemente il metodo di interpretazione proposto dall'autore: il comportamento umano, secondo Murray, è determinato e si disegna
seguendo i contorni proprio di questi due concetti.
I "bisogni" sono forze che definiscono non solo la percezione, ma anche quelle interpretazioni personali che portano poi all'azione.
I bisogni possono essere "primari" ("viscerogeni") e quindi connessi a soddisfazioni prettamente biologiche (fame, sete, sesso) o
"secondari" ("psicogeni") che hanno a che vedere con la parte più evoluta di noi (essenzialmente bisogni di autonomia,
affiliazione e realizzazione).
Le "pressioni" sono invece le forze ambientali che agiscono sull'individuo, e Murray le divide in pressioni "alfa" (pressioni
oggettive, esempio il dolore fisico) e "beta" (legate alla soggettività di chi subisce questa pressione, esempio la soglia del
dolore diversa per ciascuno).
Bisogni e pressioni interagiscono tra loro, creando una tela complessa e articolata che definisce le peculiarità e le scelte
dell'individuo.
Bisogni e pressioni sono dunque le aree oggetto di indagine del Test.
Il TAT, che è notoriamente una prova proiettiva, è ancora oggi ampiamente utilizzato, pur con tutte le controversie statistiche
che lo accompagnano.
Come riportato da Luigi Abbate e Viviana Massaro, esso è il quarto test più usato dagli Psicologi clinici e, nella
lista dei proiettivi, è secondo solo al Rorschach; addirittura, il 63% degli Psicologi afferma di avvalersi del TAT con gli adolescenti e
quasi altrettanto frequente è la sua applicazione coi minori (Abbate L., Massaro V., 2007).
Lo stesso Murray aveva descritto il TAT come «un metodo che consente a interpreti addestrati di rivelare alcune delle pulsioni
dominanti, delle emozioni, dei sentimenti, dei complessi e dei conflitti della personalità. Una delle caratteristiche di maggior valore
del test è la sua capacità di evidenziare tendenze inibite e nascoste che il soggetto non è disposto ad ammettere o non
può ammettere perché non ne è consapevole».
(Abbate L., Massaro V., 2007, pag. 5)
Presentazione Test: "Questo è un test di immaginazione..."
Come è noto il TAT si compone di 31 tavole (tutte in bianco e nero tranne una tavola interamente bianca) in cui compaiono figure che
risultano fortemente ambigue, e la loro somministrazione varia per quel che concerne il numero e la scelta delle tavole.
Da manuale si "dovrebbero" somministrare 20 tavole in due sessioni, ma di solito se ne utilizzano meno - circa dieci - in un unico incontro.
La scelta delle tavole varia in funzione del sesso e dell'età: questa fluidità definisce la problematica principale del TAT, come
vedremo poco oltre.
Senza dubbio il TAT è uno strumento preziosissimo, anche se non è possibile definirlo un test diagnostico in senso stretto. Di
fatti con esso non è possibile delineare diagnosi descrittive come quelle del DSM IV-TR, anche se può dare indicazioni estremamente
importanti proprio in funzione di un'ipotesi diagnostica, se utilizzato in un contesto più ampio di strumenti e tecniche.
Murray presentando il TAT diceva al paziente:
«Questo è un test di immaginazione, una delle forme dell'intelligenza.
Ora, le mostrerò alcune figure, una alla volta, e il suo compito sarà quello di inventarsi una storia, come vuole, per ognuna
di esse».
(in Abbate L., Massaro V., 2007, pag. 7)
Seppur nel tempo parte di queste istruzioni siano state riviste, le indicazioni del TAT da dare al paziente rimangono piuttosto semplici,
dato che siamo al cospetto di un'immagine che nella sua ambiguità chiede di essere svelata: cosa sta accadendo in questa figura? Cosa
è accaduto prima? Quale sarà l'epilogo?
Un quadro completo e in movimento, nel quale le dinamiche interne della persona vengono proiettate sul materiale-stimolo, e potremmo quasi
permetterci di definirla un'esperienza artistica.
Ma il TAT, come preannunciato, ha un importante difetto: ha qualità psicometriche deboli, con una scarsa attendibilità legata
all'enorme quantità di metodi di scoring in uso, il che non consente quindi il rigore scientifico, per come esso viene usualmente
inteso.
La SCORS, tra relazioni oggettuali e Social Cognition
In questo articolo non si vogliono approfondire le peculiarità del TAT, bensì trattare proprio di un particolare metodo di
scoring teorizzato da Drew Westen (1985), professore di Psicologia e Psichiatria all'Università Emory di Atlanta.
Questo metodo è stato creato per la valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali proprio attraverso l'analisi
del TAT: è la "Social Cognition and Object Relations Scale", più comodamente SCORS. Essa nasce dalla fusione delle ricerche sulla
Social Cognition con la teoria delle relazioni oggettuali.
Nel loro manuale - "La valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali con il TAT. La Social Cognition and Object
Relations Scale di Drew Westen" - Luigi Abbate e Viviana Massaro esplicano:
«Con il termine relazioni oggettuali si intendono dei processi cognitivi, affettivi e motivazionali che mediano il
funzionamento interpersonale e i pattern stabili del comportamento interpersonale che ci permettono di inferire queste strutture e questi
processi. Le relazioni oggettuali non sono un fenomeno unitario o una linea di sviluppo singola, bensì una vasta gamma di processi
cognitivi, affettivi e motivazionali interdipendenti ma distinti nelle loro funzioni e traiettorie di sviluppo. Essi includono: le
rappresentazioni del Sé e degli altri, le rappresentazioni delle interazioni sociali, la comprensione della causalità sociale,
la capacità di investire emotivamente e in modo maturo il Sé e gli altri, la regolazione dell'intensità di questo
investimento, la capacità di guardare le cose dalla prospettiva degli altri, l'autosservazione, l'empatia, i desideri (bisogni)
interpersonali, le preoccupazioni interpersonali dominanti e i conflitti (come quelli tra il bisogno di autonomia e quello di dipendenza) e
la qualità affettiva del mondo oggettuale».
(pag. 100)
Per quanto riguarda invece la Social Cognition, che discende dalla Psicologia sociale, attraverso tale paradigma è possibile valutare
il modo in cui le persone conoscono "cognitivamente" il mondo e in che modo e misura le prestazioni cognitive sono influenzate dal contesto
sociale.
Il risultato di queste commistioni è che la SCORS si declina al TAT, durante la sua analisi, sia qualitativamente che quantitativamente,
spalancando nuovi orizzonti di potenzialità di un test che, ad alcuni, può non correttamente apparire "desueto".
SCORS: diverse versioni, rapide evoluzioni
Certamente c'è però da tener presente che la SCORS non si limita al test di appercezione tematica: può "appartenere",
come metodo di scoring, anche ai sogni, ai ricordi precoci piuttosto che al materiale narrativo che emerge durante le interviste cliniche.
Più attentamente, la SCORS (West et al., 1985; Westen, Lohr, Silk, Kerber, 1990), la SCORS-Q Sort for Projective Stories (SCORS-Q,
Westen, 1993, 1995) e la SCORS-R (SCORS-Revised, Westen, Conklin, 2001) sono le versioni destinate al TAT, mentre per le altre raccolte verbali
di differente ordine abbiamo l'Adult Attachment Interview (Main, Kaplan, Cassady, 1985), la SCORS-Q Sort for Narrative Data (SCORS-Q, Westen,
1995), e la SCORS-Global Method (SCORS-G, Hilsenroth et al., 2004).
Tutto questo fervore intellettuale attorno a essa ha reso la sua evoluzione piuttosto veloce e intensa e nella sua versione originale, oggi
rivista, la SCORS era composta da quattro scale, ancora "in vigore":
- "Complessità delle rappresentazioni degli altri" (CR)
- "Tono affettivo dei paradigmi relazionali" (TA)
- "Capacità di investimento emotivo nei valori e negli standard morali" (CIE)
- "Comprensione della causalità sociale" (CCS)
La prima scala, Complessità delle rappresentazioni degli altri, è legata al modo in cui noi interpretiamo l'altro come
nettamente distinto e articolato, il saper indagare e differenziare i punti di vista altrui e l'altrui vissuto.
La seconda scala, Tono affettivo dei paradigmi relazionali, invece ha una colorazione legata all'affettività nel contesto
delle interazioni, ossia le aspettative attraverso cui noi filtriamo l'agire dell'altro secondo degli estremi che vanno dalle "rappresentazioni
malevoli" fino alla concezione positiva del contatto e dello scambio.
Con la scala Capacità di investimento emotivo nei valori e negli standard morali ci muoviamo invece nella nostra interpretazione
dell'altro come asservito ai nostri bisogni piuttosto che in una visione più ariosa e policromatica che implica il riconoscimento empatico
e la condivisione.
Infine la quarta scala, Comprensione della causalità sociale, valuta la capacità e la tendenza dell'individuo a elaborare
le cause degli eventi idoneamente alla complessa realtà che ci circonda.
Il punteggio 1 viene assegnato quando la peculiarità della scala su cui si concentra, ovviamente sempre in termini di relazioni
oggettuali, non è riscontrabile in ciò che il paziente racconta.
Ad esempio, quando in una tavola, nell'ambito della scala CR, la persona valutata non riesce a elaborare la complessità delle
rappresentazioni degli altri, per cui i personaggi sono colti e rappresentati in maniera vaga e confusa.
Vi è, in questo senso, povertà dell'intellettualizzazione della storia.
Man mano che il punteggio aumenta si ha a che fare con un narrato più elaborato che tiene conto dei diversi punti di vista, pensieri
ed emozioni dei protagonisti, il loro essere, appunto, differenziati, con prerogative eterogenee e tridimensionali.
La rivisitazione recente, la SCORS-R (Conklin, Westen, 2001) si compone invece di sei scale. Oltre alle quattro già
elencate ci sono due nuove scale:
- La "Capacità di investimento emotivo nelle relazioni"
- Le "Preoccupazioni interpersonali dominanti" (composta da 50 item tematici)
La prima riguarda l'essere in grado di impegnare la propria affettività nel relazionarci all'altro, mentre la seconda valuta le paure,
i desideri e le preoccupazioni principali, sempre nel contesto delle interazioni.
Il dato che interessa è che che la misurazione in questa ultima scala è di tipo qualitativo, ossia rileva l'intensità
con cui i timori si presentano lungo tutto il protocollo TAT.
Le misurazioni delle altre scale sono di tipo quantitativo e avvengono nella SCORS su 5 livelli di valutazione, e nella SCORS-R su 7.
Ciascuna scala che compone la SCORS (e la SCORS-R) viene applicata a ogni tavola.
Per esemplificare quanto sinora scritto, riportiamo alcuni casi di siglatura tratti proprio dal manuale di Abbate e Massaro, un esempio per
ognuna delle quattro scale originali della SCORS, partendo dal narrato di pazienti.
Scala CR (Complessità delle rappresentazioni degli altri), tavola 6BM:
«È un momento di rabbia. Forse è successo qualcosa a suo padre. Stanno aspettando insieme, probabilmente è
in ospedale che aspetta con ansia di sapere qualcosa sulle sue condizioni. Può darsi che sia in punto di morte. Sembra che non sappiano
che dire o fare. Non si vede la fine»
(in Abbate L., Massaro V., 2007, pag. 142).
La valutazione qui sarebbe 1, per la presenza di un'unica emozione (la rabbia) e di personaggi vaghi, indifferenziati e generici.
Scala TA (Tono affettivo), tavola 13MF: «L'uomo si è alzato la mattina... hanno fatto sesso la scorsa notte...
Forse non son sposati ma si vorrebbero rivedere...
Lei dorme profondamente (...) lui lascerà l'appartamento da solo? (...) va a salutarla, probabilmente la rivedrà perché
son stati bene insieme» (in Abbate L., Massaro V., 2007, pag. 150).
Qui è ipotizzabile un livello 4, per la positività della relazione presente tra i due, pur non essendo essa abbastanza articolata
da essere valutata 5.
Scala CIE (Capacità di investimento emotivo nei valori e negli standard morali), tavola 3BM: «La persona
è stata portata in un campo di concentramento e uno dei suoi cari è stato ucciso, per questo è veramente triste (...) lui
è triste perché pensa che sta per morire (...)» (in Abbate L., Massaro V., 2007, pag. 163).
Qui è possibile ravvisare un livello 2: c'è il sentimento di tristezza, ma essendo una scala che misura la CIE, bisogna
sottolineare che non vi sono, da parte del protagonista, relazioni reali con gli altri.
Scala CCS (Comprensione della casualità sociale), tavola 3BM:
«Non riesco a capire che c'è nell'angolo - un coltello? Bene, credo che questa donna sia avvilita e pensa di suicidarsi (...)
Se lo fa è perché non sopporta più tutti i suoi conflitti con le persone (...)» (in Abbate L., Massaro V.,
2007, pag. 173).
Possibile valutazione a un livello 3: vi è una certa elaborazione delle cause psicologiche, ma la causalità è semplice
e non approfondita.
Una volta stabiliti i punteggi vi possono essere varie strade da percorrere, "matematicamente" disquisendo, ed essenzialmente sono quattro:
- Calcolare i punteggi medi per ogni scala, permettendo così il definirsi di un profilo del funzionamento mentale del soggetto
per ogni singola dimensione (che si può poi confrontare coi risultati ottenuti da differenti gruppi).
- Calcolare la moda per ciascuna scala, se sono palesi deviazioni significative nei punteggi.
- Si può calcolare la frequenza totale dei punteggi di livello 1 per ogni scala, consentendo di focalizzarsi dunque sugli aspetti
probabilmente patologici.
- Si può confrontare frequenza, moda e media dei punteggi di livello 1 tra le scale CEI+TA versus CCS+CR (di un soggetto
o di gruppi) per sottolineare le diversità inerenti l'affettività piuttosto che la dimensione cognitiva nello sviluppo delle
relazioni oggettuali.
Il punto di forza della SCORS
E, al di là del tecnicismo, viene da chiedersi quale sia la peculiarità vincente della SCORS: è che essa ha una maggiore
affidabilità psicometrica e, più precisamente, la SCORS mostra ottime inter-rater reliability e validità convergente
e discriminante, e ha ottenuto risultati positivi per quel che concerne il livello della coerenza interna e della validità di costrutto,
mentre viene a mancare l'attendibilità test-retest.
Questi risultati l'hanno resa idonea per valutare la situazione relativa alle qualità delle relazioni oggettuali (il loro essere
positive, mature e appaganti versus caratteristiche patologiche nello stabilire rapporti, ovviamente lungo un asse che prevede innumerevoli
sfumature).
Lo stesso Westen ha spiegato:
«Sebbene i teorici clinici spesso parlino delle relazioni oggettuali come di un fenomeno unitario che si sviluppa lungo un
continuum maturo-immaturo oggi il termine Object Relations va riferito a un insieme di funzioni e strutture cognitive e affettive che includono:
modi di rappresentare gli altri nelle relazioni, affetti, conflitti, modi caratteristici di attribuzione causale, capacità di investimento
nelle relazioni».
(in Abbate L., Massaro V., pag. 9)
Il fatto che questa concezione sia così estesa e approfondita rende il TAT, in questa veste e in questo contesto di scoring,
estremamente utile e complementare a molti altri test e al colloquio. La sua applicazione può indagare, o confermare una diagnosi,
piuttosto che verificare la maturazione di un iter psicoterapeutico.
Il punto di forza di questo metodo di scoring, in generale largamente applicabile, risiede nell'essere stato in grado di avvicinare la teoria
psicoanalitica a realtà più empiriche, ricordandoci però di non dimenticare un'osservazione molto importante fatta dallo
stesso Henry Murray:
«Il futuro del TAT dipende dalla capacità di perfezionare l'interprete (dimenticato strumento della Psicologia)
più che dal perfezionamento del materiale».
(in Abbate L., Massaro V., pag 4)
Un consiglio che, nella nostra professione, è da non scordare mai.
Utilità per la professione
Nel diverso processo che porta alla diagnosi, lo Psicologo può avvalersi di numerosi metodi e strumenti, con tutte le inquietudini
che derivano dall'avere per oggetto di studio qualcosa di così complesso come la mente umana.
Per quanto non esistano "test infallibili", proprio per la delicatezza di ciò di cui ci occupiamo, molti di questi test trovano
un'applicazione nella pratica quotidiana e rappresentano un prezioso ausilio ulteriore per la clinica.
In questa ottica, rendersi conto che il TAT, apparentemente "datato", ha in realtà avuto un'evoluzione recente e interessante,
potrebbe stimolare qualche collega ad avvicinarsi a questo non semplice ma profondamente affascinante test.
Note
- La validità convergente si definisce dal confronto e dalla correlazione dei punteggi avuti dalla misura da validare con i punteggi
ottenuti dalla misura di un altro costrutto connesso al primo.
In altre parole, se intendo misurare un costrutto X devo confermare che il test in uso correli con altri test che misurano il medesimo costrutto
X.
- La validità discriminante indica la capacità di uno strumento di distinguere - in una popolazione - un insieme di casi
accomunati da distinte caratteristiche. È speculare alla convergente.
- La validità di costrutto è la forma di validità che si occupa di valutare se un test misura effettivamente il costrutto
che è destinato a misurare.
- La coerenza interna rappresenta il grado in cui sono tra loro correlati i punteggi dei singoli item e quelli totali del test.
- Il test-retest valuta la stabilità dei punteggi che si ottengono quando il test viene somministrato in momenti diversi.
Bibliografia essenziale
- Abbate L., Massaro V., "La valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali con il TAT. La Social Cognition and
Object Relations Scale di Drew Westen", Raffaello Cortina, Milano, 2007
- Chabert C., "I test proiettivi in adolescenza. Rorschach e T.A.T.", Raffaello Cortina, Milano, 1994
- Cramer P., "Storytelling, Narrative, and the Thematic Apperception Test", The Guildford Press, New York, 2004
- Del Corno F., Lang M. (a cura di), "La diagnosi testologica. Test neuropsicologici, test d'intelligenza, test di personalità,
testing computerizzato", Franco Angeli, Milano, 2009
Sitografia
- Encyclopedia of Mental Disorders, "Thematic Apperception Test", articolo pubblicato su Minddisorders.com,
www.minddisorders.com/Py-Z/Thematic-Apperception-Test.html
- Lots Of Essays, "Introduction the Thematic Apperception Test", articolo pubblicato su LotsOfEssays.com,
www.lotsofessays.com/viewpaper/1703211.html
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