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Recensione Libro: A scuola con la mente e con il cuore L'educazione socio affettiva con gli adolescenti di oggi
L'articolo " Recensione Libro: A scuola con la mente e con il cuore" parla di:
- Psicologia scolastica
La preadolescenza oggi Il progetto "Io con gli altri"
Articolo: 'Recensione Libro: A scuola con la mente e con il cuore L'educazione socio affettiva con gli adolescenti di oggi'
Scheda libro
Titolo: A scuola con la mente e con il cuore
Sottotitolo: L'educazione socio affettiva con gli adolescenti di oggi
Autore: Paolo Bozzato
Casa editrice: Pietro Macchione Editore
Anno: 2017
Pagine: 211
INDICE: Recensione Libro: A scuola con la mente e con il cuore
- L'autore
- Il Libro: A scuola con la mente e con il cuore
- La preadolescenza oggi
- Io con gli altri: la progettazione socio-affettiva nella scuola secondaria di primo grado
- La cornice teorica
- Educazione socio-affettiva nella scuola: perché?
- Il Progetto in azione
- "Io con gli altri": i laboratori e le attività
- Ruoli e tempi
- Conclusioni: da leggere perché
- Bibliografia
- Altre letture su HT
L'autore
Paolo Bozzato è uno psicologo, psicoterapeuta e formatore che lavora nel campo dell'educazione e dell'insegnamento. Professore a
contratto presso l'Università degli Studi dell'Insubria, è anche formatore sui temi della psicologia dello sviluppo e della
comunicazione.
Il libro: A scuola con la mente e con il cuore
A scuola con la mente e con il cuore è un libro che si pone l'obiettivo di fornire un esempio di progettualità
all'interno della scuola di oggi, che si fonda sui principi dell'inclusione (di ruoli e di professionalità) e del rispetto. Lontano
dal voler essere un esempio statico e dogmatico di progettualità scolastica, il libro offre spunti pratici e una strutturazione chiara
del progetto "Io con gli altri" portato avanti in una scuola secondaria di primo grado.
Aspetto molto interessante è sicuramente la sfida lanciata da due fattori cruciali inerenti il progetto: l'utenza del progetto nella
scuola di oggi, ovvero i ragazzi ma anche le famiglie e i professori che ruotano intorno al macrocosmo scuola nella società moderna,
e la specifica età evolutiva a cui il progetto è indirizzato, ovvero la preadolescenza, fase evolutiva sicuramente complessa.
La preadolescenza oggi
La preadolescenza è un termine che fa riferimento e si allaccia alla fase evolutiva riconosciuta come adolescenza. Molti autori
(Erikson, 1963; Maggiolini e Pietropolli Charmet, 2004; Palmonari, 1993) si sono interrogati negli anni rispetto alla classificazione e alla
definizione dell'adolescenza e della preadolescenza, delimitandone alcuni punti fermi ma altrettante aree sfuocate. Se da un lato abbiamo
degli aspetti fisiologici, psicologici e sociali a cui fare riferimento quando si parla di adolescenza e preadolescenza, dall'altro si riconosce
ormai l'incapacità di delineare un inizio ed una fine chiari di questa fase evolutiva.
Basandosi sulla definizione di Maggiolini e Pietropolli Charmet (2004), possiamo individuare l'adolescenza come una fase che va dagli 11
ai 18 anni circa, dove la preadolescenza occupa la prima parte e va a concludere la fase dell'infanzia e precedere quella dell'adolescenza.
Una fase di transizione, dunque, che è importante riconoscere e valorizzare evitando di vedere i preadolescenti come bambini o, al
contrario, di spingerli verso un'adolescenza anticipata.
Se da un punto di vista quantitativo è difficile delineare la preadolescenza, qualitativamente ritroviamo degli aspetti tipici e
caratteristici che compaiono in questa fase evolutiva e ne determinano il completamento. Questi si possono riassumere con: l'acquisizione del
pensiero ipotetico-deduttivo, l'ampliamento degli interessi e degli orizzonti di vita, lo sviluppo emotivo, la presa di distanza dai genitori,
la riorganizzazione dell'identità, l'interiorizzazione di norme e valori, lo sviluppo fisico e sessuale.
Tutte queste capacità e obiettivi di sviluppo si trovano a lavorare all'interno del preadolescente all'unisono, in una spinta verso
la maturità che impegna moltissimo la persona sotto tantissimi aspetti.
Per questo motivo lavorare efficacemente con i preadolescenti non può prescindere dal tenere in considerazione tutti gli aspetti
evolutivi che avvengono all'interno della persona.
Se da un lato gli interventi socio affettivi in questa fase della vita sono estremamente utili poiché intervengono in un momento
in cui la maturazione è in via di sviluppo, dall'altro non possiamo ignorare i limiti strutturali dati dalla mancata maturazione di
determinati aspetti, come ad esempio l'instabilità emotiva data da un sistema nervoso che "perde facilmente l'equilibrio" (Chrone,
2008).
Le criticità derivanti dalle specifiche caratteristiche evolutive si incastonano anche in una società caratterizzata
dall'aumento esponenziale di prodotti tecnologici e di Medium che fanno parte della vita quotidiana di ragazzi. La tecnologia diventa, dunque,
parte integrante nello sviluppo dell'identità del preadolescente, che vede in essa una possibilità per aumentare l'autonomia
dal genitore, comunicare con i coetanei e riempire i momenti di noia.
L'aumento della complessità data da tutti questi fattori sta mettendo in crisi le figure educative che ruotano intorno alla
preadolescenza; tra queste, in particolar modo genitori insegnanti.
In questa cornice di riferimento la progettazione socio-affettiva si riveste di una importanza fondamentale, per andare a supportare e
potenziare lo sviluppo dei ragazzi e per fornire supporto alle figure educative che vi ruotano intorno.
Io con gli altri: la progettazione socio-affettiva nella scuola secondaria di primo grado
La cornice teorica
Il progetto "Io con gli altri" è stato strutturato sotto una sinergia di cornici teoriche, utilizzando l'approccio teorico
umanistico rogersiano in combinazione con l'approccio psicoanalitico, i cui autori Carl Rogers e Wilfred Bion ne sono i principali autori.
Questa sinergia di approcci ha permesso di focalizzarsi su degli aspetti chiave e complementari, forniti da entrambi gli approcci. Grazie
all'approccio rogersiano ci si è presi cura degli aspetti dell'autorealizzazione e dell'accettazione del gruppo classe,
garantendo al gruppo classe il diritto di essere sé stessi. Ecco come l'autore parla del principio dell'accettazione e delle sue
implicazioni in campo educativo:
«L'accettazione, inoltre, contrasta con il tradizionale spirito educativo ove porre delle condizioni, soprattutto rispetto
all'agire degli individui in crescita, è considerato un dovere irrinunciabile.[...] Una prima modalità è quella di
riconoscere ciascun alunno per quello che è, nutrire per lui o lei un sincero interessamento, al di là dei comportamenti che
mette in atto.»
Grazie invece ai principi di congruenza ed empatia, il facilitatore del progetto si è messo in una posizione di ascolto
empatico dell'utenza, rimanendo focalizzato e congruente con i propri vissuti. Questo movimento psichico tra il sé e l'altro ha permesso
di ricercare come principio guida una giusta distanza emotiva funzionale allo svolgimento e all'efficacia del progetto.
Attraverso l'approccio psicoanalitico il facilitatore si è potuto focalizzare sugli aspetti relazionali ed emotivi dell'apprendimento,
facendosi garante degli aspetti educativi e di crescita come un contenitore (Bion, 1962) dei vissuti emotivi dei ragazzi.
La sinergia creata da queste due correnti teoriche ha posto le basi per una profonda accettazione e penetrazione del progetto e dei suoi
obiettivi all'interno dell'istituzione ma anche delle persone coinvolte a vario livello.
Educazione socio-affettiva nella scuola: perché?
Il XX secolo ha visto una trasformazione importante delle teorie educative e dell'apprendimento, ricalibrando e spostando il focus dagli
aspetti prettamente cognitivi agli aspetti emotivi e sociali che caratterizzano lo sviluppo psicologico e l'apprendimento.
Come indica l'autore:
«La ricerca psicologica ha chiarito progressivamente che le competenze emotive e sociali possono essere un potente fattore
facilitante l'apprendimento, oltre che un efficace strumento per prevenire varie forme di disagio psicologico e relazionale (bullismo,
insicurezze, comportamenti, disturbi alimentari, dipendenze di vario tipo, ecc.).»
Ecco come, in un quadro di grande difficoltà delle istituzioni educative (famiglia e scuola), nel trovare modalità efficaci
per educare i ragazzi l'educazione socio-affettiva ci viene incontro, offrendo spunti educativi su cui far crescere interventi strutturati e
solidi, fornire le basi per la prevenzione del disagio psicologico e strumenti educativi per insegnanti e genitori.
Con educazione socio-affettiva si intende, dunque, un processo educativo che si occupa di atteggiamenti, credenze ed emozioni. (Lang, 1998)
Si rifà all'ambito dello sviluppo personale e dell'autostima in relazione al sé, ma anche all'altro, considerando, infatti, le
relazioni interpersonali come fattore chiave dello sviluppo.
Le aree che fanno parte dell'educazione socio affettiva sono dunque: il sé e l'identità personale, le emozioni e i sentimenti,
l'autostima e le abilità personali, aspetti certamente centrali nel preadolescente e che vengono ripresi in modo chiaro e strutturato
nel progetto "Io con gli altri".
Il Progetto in azione
"Io con gli altri" è un progetto che si è posto l'obiettivo di sostenere lo sviluppo di competenze socio-emotive nei
preadolescenti della scuola secondaria di primo grado, coinvolgendo insieme a loro tutti i protagonisti che prendono parte al processo educativo,
ovvero i genitori e gli insegnanti.
Con "competenze emozionali" si indicano: la capacità di saper riconoscere, esprimere, nominare e tollerare le emozioni (positive e
negative) proprie ed altrui; sviluppare un atteggiamento positivo verso la vita, la scuola, le regole; aumentare l'autostima e l'autoefficacia.
Per "competenze interpersonali" si intende, invece, il saper ascoltare gli altri; saper comunicare efficacemente e con rispetto emozioni e
vissuti; essere empatici; saper collaborare; saper rispettare le norme e gestire i conflitti.
Il progetto si è svolto da Ottobre a Maggio e ha visto l'intervento dello psicologo su diversi piani e attraverso diversi interventi.
Dopo una prima fase di presentazione del progetto e raccolta dei bisogni/aspettative degli insegnanti, si è passati alla restituzione
delle richieste e alla proposta del lavoro impostato dallo psicologo.
Il progetto è poi stato presentato ai genitori, dando la possibilità di chiarire domande e dubbi.
Gli incontri con i ragazzi sono stati sei, a cadenza mensile, seguiti da uno o più incontri di restituzione agli insegnanti e ai genitori.
Molto interessante è anche l'implementazione di eventi formativi aggiuntivi sia per gli insegnanti che per i genitori, con l'obiettivo
di fornire strumenti aggiuntivi per l'implementazione delle capacità socio-affettive anche in diversi ambiti. A questo proposito si sono
offerti gruppi di incontro tra insegnanti, facilitati dallo psicologo, corsi di formazione sul benessere psicologico per poter effettuare
interventi in autonomia e corsi per genitori sull'educazione socio-affettiva in famiglia.
Questi corsi aggiuntivi si presentano come una possibilità preziosa per genitore e insegnanti per poter sviluppare le proprie capacità
socio-affettive e garantire una continuità del progetto, e fungono da empowerment delle proprie capacità personali nel relazionarsi
con i ragazzi.
Ed è proprio questo aspetto di supporto implementato per autoalimentarsi e proseguire nel tempo che crea le basi per un dialogo
fruttuoso sulla presa in carico educativa dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado.
Il bisogno di "risposte" e "metodi" preconfezionati vengono sostituiti, facilitati e rimandati dallo psicologo sotto forma di domande, spunti
di riflessione, costruzione di soluzioni personalizzate.
"Io con gli altri": i laboratori e le attività
Il progetto si è svolto dallo psicologo in collaborazione con alcuni insegnanti che, coinvolti nelle attività in classe,
hanno agito in compresenza con lo psicologo assumendo il ruolo di "osservatore scrivente". Questo ruolo ha avuto una duplice funzione: quella
di raccogliere l'intervento nella classe e quella di captare le dinamiche del gruppo durante l'intervento.
Ogni laboratorio aveva l'obiettivo di stimolare nei ragazzi la riflessione sui temi del benessere in classe, del vivere bene a scuola,
dell'avere buoni rapporti con i compagni di classe e gli insegnanti.
La cornice di lavoro è stata creata dalla richiesta del patto di confidenzialità tra i ragazzi e la stesura di alcune semplici
regole di comportamento durante il laboratorio.
Ad ogni laboratorio, tramite le tecniche di role-play, schede di lavoro, disegni e giochi interattivi, sono stati fatti emergere i vissuti
dei ragazzi rispetto alle tematiche target.
Come spiega l'autore:
«Le attivazioni, infatti, permettono solitamente l'emergere dei vissuti dei ragazzi, di difficoltà e problemi che possono
essere accolte e comprese dallo psicologo, ma che richiedono però anche una presa in carico pratica.»
Alcune problematiche, infatti, come la difficoltà di mantenere l'attenzione durante certe lezioni, hanno richiesto la modifica
dell'orario, o ancora le difficoltà con un particolare insegnante hanno portato ad un incontro ad hoc con quest'ultimo, mediato dallo
psicologo.
Vediamo, dunque, come gli interventi del progetto si sono mossi su un continuum tra l'esperienza pratica e quella emotiva, rispecchiando
gli obiettivi iniziali del progetto e mettendoli in pratica a tutti i livelli di intervento.
Ruoli e tempi
Questo progetto di educazione socio-affettiva ha anche evidenziato due aspetti estremamente cruciali nella scuola di oggi e dei soggetti
che la compongono: l'aspetto relativo ai ruoli e quello relativo ai tempi.
La società odierna, la profonda digitalizzazione e il continuo cambiamento hanno sicuramente messo in crisi le figure educative che
ruotano intorno all'adolescenza. Così il ruolo dell'insegnante, come quello del genitore, si sono dovuti modificare e plasmare a bisogni
educativi e soprattutto relazionali sempre più complessi.
La figura dell'insegnante come semplice dispensatore di conoscenze è stata sostituita dall'insegnante educatore della persona che
usa una "didattica basata sulla persona" (Recalcati, 2014); questo cambiamento non è stato necessariamente affiancato da una formazione
adeguata o non è semplicemente combaciato con le idee più tradizionaliste di alcuni insegnanti, portando a differenze, talvolta
sostanziali, nei metodi usati in classe.
Il progetto si è posto il duplice obiettivo di avvicinare tutti gli insegnanti al concetto di educazione socio-affettiva e ad una
gestione più empatica della classe, ma anche quello di accettare e rispettare gli insegnanti nelle loro diversità, sia in termini
di personalità che di metodologia didattica. Questo rispetto del ruolo deve essere riconosciuto da alunni e genitori, che si trovano
ad interagire e spesso a confondere i ruoli, creando spazio per incomprensioni e conflittualità.
Allo stesso modo, anche il ruolo del genitore si trova ad affrontare crisi e cambiamenti che richiedono una presa in carico e un processo
di comunicazione attivo con gli istituti educativi, per garantire supporto ma soprattutto interventi efficaci nei confronti dei ragazzi.
Un altro aspetto cruciale del progetto è stato quello relativo ai "tempi".
Le aspettative di genitori e scuola rispetto ai progetti sono spesso troppo alte, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche relative
all'efficacia. Nel mondo del "tutto e subito" calibrare le aspettative è senz'altro cruciale, soprattutto quando si ha a che fare con
una fase evolutiva in costante cambiamento e con tempistiche di maturazione estremamente differenti.
L'efficacia degli interventi socio-affettivi si misura infatti nel tempo e può non arrivare immediatamente o nella forma
immaginata/fantasticata da insegnanti e genitori.
Alcuni risultati possono avvenire nell'immediato, come ad esempio un miglior comportamento in classe, mentre altri possono arrivare dopo anni.
Certamente, come in ogni progetto che ha come obiettivo la costruzione di skills socio affettive ma anche la prevenzione di comportamenti a
rischio specifici della fase evolutiva, bisogna considerare gli effetti di costruzione a lungo termine. Concretamente possiamo usare la metafora
del seme che viene piantato e che nascerà e si svilupperà solo se determinate condizioni si manifesteranno.
Conclusioni: da leggere perché
A scuola con la mente e con il cuore è un libro che riporta un esempio pratico e ben documentato di progettualità
scolastica, costruito e pensato con una base metodologica solida e una cornice teorica ben amalgamata ai bisogni pratici dei soggetti coinvolti.
Il libro parla di un tema estremamente attuale, l'educazione socio affettiva nella scuola, diretta ad una fase evolutiva troppo spesso
lasciata in secondo piano, quella della preadolescenza.
Pieno di esempi pratici e di spunti di riflessione attuali, il libro offre un ottimo esempio di presa in carico completa, di attenzione
ai reali bisogni dell'utenza, di interventi mirati ai bisogni, di comunicazione efficace e coinvolgimento attivo dei soggetti coinvolti.
Grazie alla sua ricchezza e chiarezza, può essere utile sia ad un pubblico in formazione che al professionista che si vuole affacciare
al mondo della progettualità scolastica.
Bibliografia
- Recalcati M. (2014), L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento, Einaudi, Torino
- Maggiolini A., Pietropolli Charmet G., a cura (2004), Manuale di psicologia dell'adolescenza: compiti e conflitti, Franco Angeli,
Milano
- Crone E. (2008), Nella testa degli adolescenti. I nostri ragazzi spiegati attraverso lo studio del loro cervello, Feltrinelli,
Milano, 2015
- Erikson E. H. (1963), Infanzia e società, Armando, Roma, 1967
- Palmonari A. (1993), Psicologia dell'adolescenza, Il Mulino, Bologna
Altre letture su HT
- Monica Pratelli, "La Psicologia
Scolastica", articolo pubblicato su Psicologia-Psicoterapia.it - HT Network - Psico-Pratika nr. 60, 2011
- Silvia Adiutori e Vincenzo Chiodo, "Arteterapia
e sostegno alla didattica: esperienza in un liceo di Roma", articolo pubblicato su Psicologia-Psicoterapia.it - HT Network -
Psico-Pratika nr. 69, 2011
- Claudia Nissi, "Progetto: l'intervento
psico-educativo a scuola. Il caso Omar", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 69, 2011
- Luciano Provenzano, "Conoscersi in adolescenza:
ascolto e dialogo", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 5, 2003
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