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A fil di rete: la fiaba delle Sorelle FontanaL'articolo "A fil di rete: la fiaba delle Sorelle Fontana" parla di:
Articolo: 'A fil di rete: la fiaba delle Sorelle Fontana'A cura di: Tamara Marchetti Autore HT
Scheda film
IntroduzioneLa famiglia è una grande risorsa verso il successo, quando c'è sentore di appartenenza e coesione tra i membri. Zoe, Micol e Giovanna, tre donne talentuose, unite e solidali che imparano il mestiere. Il filo che unisceLa loro laboriosità nel non tirarsi indietro di fronte anche al duro ed estenuante lavoro, insieme alla continuità rispetto
alle origini, fa delle radici il filo che unisce, conducendole al successo come una sorta di tappeto rosso. La famiglia Fontana era una famiglia ricca di tradizioni, tra la cucina genuina della pasta fatta in casa e le buone maniere, accuratamente
trasmesse dai genitori alle tre figlie. I rapporti privilegiati all'interno di una famiglia, dette anche "alleanze", possono essere indici di come la famiglia intende le relazioni tra i diversi ruoli parentali. La diversità caratteriale, o lo stile di vita particolare di uno può non mettere tutti d'accordo, ma si trascrive all'interno di una cornice relazionale che caratterizza eventi, sviluppi e condizioni previste dalla matrice familiare d'appartenenza. L'audacia di MicolMicol infatti, la figlia mezzana, aveva un carattere determinato e tenace. Quando si prefiggeva un obiettivo non la fermavano neanche i rimproveri e le punizioni impartite dalla madre, con la quale aveva un rapporto fortemente affettivo ma al contempo conflittuale. Il padre invece dava fiducia all'audacia di Micol; audacia che determinò il loro successo lavorativo da una parte ma anche pene e sofferenze nella sua vita privata: scegliendo, senza desistere, di sposare l'uomo sbagliato. L'alleanza della madre con le due figlie, la maggiore e la minore, consente a quella di mezzo di rinforzare la sua diversità all'interno del gruppo dell'ultima generazione, senza distaccarsene, come se la sua funzione fosse di agire la diversità Sarà proprio Micol ad avere la giusta intuizione di trasferirsi a Roma per aprire una sartoria che potesse conoscere il successo, che
non avrebbe potuto ottenere rimanendo nel piccolo paese d'origine. Le tre sorelle si trasferirono insieme e con loro anche il marito di Zoe,
la quale nel frattempo aspettava un bambino. Gli ingredienti del successoGli abiti da sposa e le intarsiature nei modelli creati, furono le componenti stilistiche giuste che aprirono loro le porte del successo nella
capitale italiana, dove lusso e nobiltà crearono lo spazio necessario per l'alta moda. Passarono gli anni e la sonorità del successo, che trasformò l'impresa familiare in un affermato marchio, s'impose nelle vette della moda internazionale, senza mai sfaldare l'unione affettiva nel gruppo delle tre sorelle, seppur chiamate ad affrontare momenti di alta crisi individuale. Le vicissitudini nella vita privata di MicolVita professionale e quella privata non sempre vanno di pari passo, e i traguardi del successo professionale ad un certo punto si scontrarono con aspetti drammatici nella vita personale di Micol. Ancora lei, la figlia che si differenziò di più tra le tre, dovette affrontare un'atroce realtà: la morte della piccola figlia a seguito di una malattia non volutamente trascurata. Erano gli anni della guerra e in Italia, come in molti altri paesi, la medicina non era ancora in grado di fare prevenzione. Il legame di Micol con sua figlia era forte e persino morboso, aveva scelto di crescerla da sola allontanando di casa il padre; sposato per amore da parte di lei, lui invece rimase lo "sciupa femmine" di sempre: incapace di guadagnarsi uno stipendio. L'America scopre le sorelle FontanaL'evento sconvolgente della perdita della figlia provocò un lungo periodo di lontananza per la pionieristica Micol dal mondo della
moda. Nel tentativo di distrarsi mentalmente prese l'aereo per andare a trovare la sua amica Linda in America. Questa organizzò in onore
di Micol una sfilata di moda per le sue amiche, con gli abiti che la sorella Giovanna aveva messo di nascosto nella valigia di Micol, in segno
di vicinanza ed affettiva presenza. Il successo internazionale non sconvolse la stabilità familiareNella sartoria il lavoro di squadra trova basi solide che si rinnovano e si modificano nelle diverse fasi della vita delle sorelle che, ad un certo punto del loro percorso evolutivo, oltre a coordinare il loro cospicuo gruppo di sarte, continuavano a lavorare in prima persona. Gli affetti con la famiglia d'origine sono sempre andati di pari passo con il successo dell'Atelier Fontana. Il Papa, conosciuta la loro storia, volle incontrare la mamma delle tre stiliste per congratularsi con lei. Le consegnò un premio di riconoscimento sia per quanto avesse trasmesso alle proprie figlie sia per sottolineare quanto il loro successo fosse il successo dell'intera famiglia: unita ed aggregata nei valori e nella fede. Il profilo psicologicoLa ripartizione dei ruoli nel gruppo della fratria Da un punto di vista psico-pedagogico, il figlio mezzano di tre è quello di solito più smarrito e in difficoltà nel trovare una collocazione relazionale nella famiglia d'origine. Questo aspetto si è evidenziato a pieno titolo anche nel caso delle sorelle Fontana. Micol aveva ripetuti e consistenti scontri con la madre: il ruolo che si era ritagliata in famiglia, era quello dello spirito ribelle e non poteva fare altro. Non poteva fare altro perché aveva trovato già occupati ruoli più morbidi e remissivi tipici del figlio primogenito, per lo più responsabile e di buon esempio per gli altri quale era Zoe; poi c'era Giovanna, di un solo anno più piccola di Micol, che era la bambina di casa, con un ruolo relegato a chi ha una crescita moderata e lo è anche nell'avanzare richieste ai genitori o prendere iniziative personali. Poiché la famiglia, come avviene in una squadra di calcio, si conforma attraverso ruoli diversi e complementari e raramente sovrapponibili, per Micol si può parlare, da un punto di vista della psicologia sistemica, di come ci siano state poche possibilità alternative alla scelta intrapresa rispetto al suo ruolo e alle sue funzioni nell'ambito familiare. La stabilità di base e l'equilibrio familiare hanno fatto poi il resto: l'osare di Micol non rappresentava follia, ma capacità e talentuosa intuizione. Una lettura in chiave sistemico-relazionaleIn questo film, che racconta la biografia delle sorelle Fontana sia nella loro vita personale e familiare, sia nell'evoluzione e crescita
professionale, da un punto di vista della psicologia sistemico-relazionale, è possibile notare come l'ingrediente principale del loro
successo ed il successo della loro moda nel mondo sia stato, dall'inizio alla fine: l'appartenenza ai valori, ed i contenuti proposti
dal loro sistema familiare di origine. Il concetto di tempo e di vissuto familiareOgni famiglia presenta una propria architettura temporale complessa e singolare, caratterizzata da un intreccio di storie individuali,
da legami intergenerazionali e da esperienze condivise. Gli intrecci tra l'aspetto familiare e quello lavorativo sono stati rappresentati nella fiction come le cuciture degli abiti dell'atelier Fontana: armonici e senza strappi, anche nei momenti critici vissuti dalla famiglia e dai singoli membri. Il concetto di appartenenza familiareAppartenere ad un sistema familiare significa infatti sapersi individualizzare e anche uscire per poi rientrare senza che sia perduto nulla: né a livello affettivo, né a livello di crescita gruppale. A volte il silenzio e lo stare con se stessi è una necessità importante che ogni individuo deve riconoscersi e soprattutto sapersi concedere nel momento in cui ne sente la necessità. Solo così è possibile mettere alla prova la stabilità e la veridicità dell'essere famiglia. Seguendo un'ottica sistemico-relazionale, si può avanzare l'ipotesi che è come se Micol avesse avuto il mandato familiare,
ovvero l'incarico, di essere un pioniere: colei cioè che nel gruppo delle sorelle è andata più delle altre all'avanscoperta
di innovazioni. L'identità culturale della famigliaAltro aspetto deducibile in chiave sistemico-relazionale è anche quello che, nella famiglia Fontana, vigeva il "matriarcato". Nella coppia genitoriale la madre era l'esponente più severo che dettava regole tra le figlie e con le figlie, per giunta tutte e tre femmine, altro fondamentale ingrediente per continuare in un'altra generazione la sartoria già fondata dalla nonna materna. La storia delle generazioni precedenti trasmette significati anche quando ad essa non si attinge in maniera diretta e consapevole. Attraverso la mediazione dei genitori che con i ricordi, le abitudini di vita ed il loro modo di rapportarsi ad altri significativi, ci informano su relazioni passate e su valori acquisiti nel corso dell'esistenza. Per questo è lecito supporre l'esistenza di una continuità storica ed evolutiva tra i significati che contraddistinguono,
come afferma Marco Rossi (psicoterapeuta familiare), i modelli relazionali del passato e quelli attuali. Tutto ciò consente di parlare
di identità culturale di una famiglia, ossia di un sistema di valori ideo-affettivi modellato nel tempo da più generazioni e
riguardante comportamenti ed aspettative che caratterizzano l'esercizio dei ruoli (come essere madre, padre, etc.), oltre al modo di affrontare
determinati eventi significativi (quali ad esempio, lutti, separazioni, nascite). Sensazioni personali sulla fictionA livello personale ho trovato questa fiction molto gradevole. Ricordo che nella metà degli anni '90 partecipai ad un convegno sulle aziende a conduzione familiare: la loro storia, il loro evolversi e quindi il loro tramonto. Se queste sono scelte di mercato e non di cultura, certo è che per un Paese come l'Italia, per antonomasia legato alla "cultura delle tradizioni" e della continuità, estirpare queste tradizioni a vantaggio delle multinazionali o delle catene di grandi negozi su scala internazionale è qualcosa a cui siamo stati costretti per adeguarci al passo economico, ma che non sentiamo emotivamente, non è nelle nostre corde. Pertanto posso dire che la fiction trasmessa da Rai 1 mi ha regalato il ritorno al sapore della casa: della famiglia, delle cose genuine. Tutto questo, dulcis in fundo, è stato il processo verso un successo che sicuramente non capita in tutte le famiglie unite. L'unitarietà e l'appartenenza, insieme alla capacità di crescere senza cronicizzarsi, hanno scandito un trionfo che rimane scritto nella storia sì della moda, ma anche del nostro Paese. La storia delle sorelle Fontana è infatti priva di cronicizzazioni, in quanto la continuità "familiare" si è realizzata in senso evolutivo. Non è stata quindi la mera riproposizione reiterata di un modello familiare del passato nel presente. Si tratta pertanto di aver mantenuto un canovaccio familiare, cambiandone al tempo stesso la trama. Considerazioni di una psicoterapeuta familiareVedendo il film, la mia impressione è stata quella di una famiglia in cui c'era spazio per la crescita e l'evoluzione; al contempo vi era anche un mandato familiare ricaduto sulla terza generazione. In altri termini, è come se Zoe, Micol e Giovanna fossero sì tre persone distinte e diverse, ma al contempo dovevano anche incarnare un ruolo comune: quello di fare della loro vita una storia il più possibile intrecciata, dove lo spazio per la condivisione era assai più esteso di quello che potesse avere la differenziazione. Infatti, poteva ad esempio affermarsi nel mondo della moda una sola delle tre sorelle e le altre due scegliere ciascuna la propria strada, come spesso capita nelle famiglie numerose. In casa Fontana, invece, era come se ci fosse stato posto solo per tre. La famiglia dunque presenta sempre un canovaccio, dove ogni individuo che viene al mondo ha delle coordinate da seguire. Anche quello più ribelle, che fa il contrario di quanto previsto dalle regole della sua famiglia, per "uscire dal seminato" deve comunque fare i conti con ciò che trova già delineato davanti a sé: tradizioni, riti e stili di vita. Guardare un film come questo, dove la famiglia ed il lavoro sono le due colonne portanti nella vita dei protagonisti e dove le radici sono le basi per l'evoluzione del sistema, consente allo psicoterapeuta familiare di guardare gli episodi che scorrono nella pellicola attraverso un'ottica trigenerazionale, cogliendo i nessi impliciti tra comportamenti e vissuti attuali e bisogni insoddisfatti del passato. Perché la fiabaNella miniserie televisiva, la storia delle sorelle Fontana si trasforma per diventare ancora più favolistica. La biografia delle tre stiliste rispecchia a pieno titolo lo stile di una fiaba: c'è dell'incredibile sì, ma soprattutto un'evoluzione rapida (in quanto il loro successo arrivò in giovane età) attraverso i fatti, e una morale ben cucita al ciclo evolutivo nella storia di vita delle protagoniste. Da una piccola sartoria in un paese di provincia, all'alta moda internazionale, quasi come Cenerentola che da domestica della matrigna e delle sorellastre divenne poi principessa. La tenacia, la capacità di osare e il desiderio di mettersi in gioco, hanno pagato il conto allo stupore del loro nome, diventato il fiore all'occhiello del made in Italy nel mondo, nel periodo storico che le ha viste protagoniste. Cosa ne pensi? Lascia un commento
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