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L'ansia dello psicologo: come gestire l'ansia da prestazione dei primi colloqui con i pazientiL'articolo "L'ansia dello psicologo: come gestire l'ansia da prestazione dei primi colloqui con i pazienti" parla di:
Articolo: 'L'ansia dello psicologo: come gestire l'ansia da prestazione dei primi colloqui con i pazienti'A cura di: Luisa Fossati
L'ansia dello psicologoCapita spesso, sia a me che ai colleghi che lavorano come psicologi, di sentirsi ansiosi nei primi incontri con i clienti. Questo succede in vari contesti: clinico, psicoterapeutico, diagnostico, organizzativo, e così via. È un'ansia che ci assale quando il cliente sembra disperato, magari dicendo cose come: "Ho provato altri percorsi ma non sono serviti a niente"; "Spero che lei possa aiutarmi, perché finora nulla ha fatto la differenza"; "Non credo nella psicologia, ma mia moglie mi ha convinto a venire"; "Non posso più sopportare di stare così male". Queste frasi possono farci sentire molto ansiosi e possono apparire come una sorta di spada di Damocle: se il cliente non cambia idea è perché non sono bravo. Tuttavia, l'ansia può diventare un ostacolo nel nostro lavoro perché:
L'ansia è anche alla base di comportamenti che escono dal setting nella clinica, ad esempio risposte a messaggi fuori orari di lavoro,
eccesso di adattamento alle richieste dei clienti o sconti sulla tariffa. Prendiamo ad esempio una situazione tipica di consulenza aziendale: ci viene chiesto di organizzare un training formativo sulla comunicazione
per dieci persone del reparto produttivo. Tuttavia, all'ultimo momento, la situazione cambia e vengono aggiunte altre cinque persone da un altro
reparto, e l'obiettivo del training si estende alla gestione dei conflitti. Inoltre, solo cinque persone si presentano in aula. Ecco perché è importante riconoscere come l'ansia possa influenzare il nostro lavoro. Quando siamo in ansia, possiamo perdere di vista gli obiettivi e concentrarci troppo sull'adattarci alle richieste del cliente, invece che sul fornire un servizio di qualità. Questo può portare a un'efficacia ridotta delle nostre azioni e a una percezione di inadeguatezza. Come fare? Cinque consigli per uscirneDiciamo subito una cosa importante: è fondamentale imparare a dire di no. Soprattutto all'inizio (ma non solo), c'è
spesso la tentazione di accontentare i clienti a tutti i costi, spinti anche dal senso di colpa per non sentirsi abbastanza efficaci. Inoltre, se non ci sono le condizioni giuste in termini di tempo, costi e metodi per lavorare efficacemente, è necessario
valutare la possibilità di dire di no o di rivedere gli accordi del progetto. Questo vale soprattutto in ambito aziendale. In queste situazioni è essenziale imparare a dire di no e a stabilire dei limiti per lavorare al meglio. Infatti, accontentare
tutte le richieste di un cliente non solo porta lo psicologo a provare ansia, frustrazione e stanchezza (dannosi per qualsiasi relazione
terapeutica), ma induce anche il cliente (sia privato che aziendale) a non porre limiti al proprio problema, senza comprendere cosa sia
realistico chiedere e cosa no. Un'altra risorsa importante per sganciarsi dall'ansia da prestazione sono le sessioni di supervisione e i confronti con colleghi.
Scegliete supervisori e colleghi che vi aiutino a imparare dagli errori e a modificare i vostri comportamenti. Evitate, invece, persone che
si limitano a giudicarvi e ad alimentare il senso di inadeguatezza. Non vi sono di alcun aiuto. La formazione è, inoltre, fondamentale per consolidare la sicurezza professionale, ma è altrettanto importante evitare la "sindrome del non formato", ovvero il sentimento di non essere mai abbastanza preparati che porta a cercare continuamente nuovi corsi nella speranza di trovare la tecnica o il metodo miracoloso che ci renda sicuri di noi. Nessun metodo è magico: è importante scegliere quelli che ci fanno sentire più sicuri ed efficaci in base alle nostre inclinazioni, anche se è normale passare attraverso periodi iniziali in cui con i nuovi metodi non abbiamo tanta dimestichezza. Imparare richiede esperienza, studio e confronto, e tutto ciò richiede tempo. Infine, ricordatevi sempre che c'è un Ordine professionale regionale a cui vi potete rivolgere in caso di dubbi di natura etica o deontologica. Inoltre, gli Ordini professionali organizzano spesso corsi, momenti di incontro o di formazione su argomenti direttamente connessi alla professione. Parteciparvi può essere utile per avere informazioni, conoscere colleghi con cui confrontarsi e chiedere supporto professionale. ConclusioneL'ansia da prestazione da un lato parla anche della nostra determinazione nel voler portare valore e benessere nella vita delle persone.
Tuttavia occorre fare un passo indietro e non perdere la visione di insieme. Cosa mi consente di lavorare bene e cosa no? Avere chiaro questo
consente di lavorare in condizioni di efficacia per noi e per i nostri clienti, così come ci ricorda l'Articolo 6 del nostro Codice
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