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Interpretazione di un sogno: imago materna e omosessualitàL'articolo "Interpretazione di un sogno: imago materna e omosessualità" parla di:
Articolo: 'Interpretazione di un sogno: imago materna e omosessualità'A cura di: Enrico Palumbo
Il sogno di G.Un paziente - G. - ha sognato di essere baciato in modo appassionato dal suo analista. Il commento di alcuni colleghi a questo sogno si può riassumere così:
Si tenga presente che G. è un culturista, e che va a pagamento con prostitute transessuali, il che fa immaginare che ci possa essere una qualche difficoltà di identità sessuale. La necessità di mostrare la propria mascolinità quasi per rassicurarsi di essere uomo, la paura di avvicinare l'altro sesso potrebbero mettere a nudo e accrescere la sua debolezza di genere. La battaglia dell'Io con la Grande MadreIl mondo del femminile è percepito da G. come esterno e lontano, pericoloso, castrante, ostile: è una rappresentazione di Ecate, la dea primordiale e onnipotente, madre di Empusa, la divoratrice di uomini, e delle terribili Lamie, è il drago privato di G. "Non puoi abbandonarmi, non puoi avere altre donne oltre me, nessuna ti può meritare". Ciò rivela quanto ancora ci sia nel suo carattere di una disposizione - più ancora che francamente omosessuale - direi infantile, caratterizzata dal prevalere dell'imago materna. Un individuo infantile è tale perché non si è liberato sufficientemente, o per niente, dall'ambiente dell'infanzia. Non è in grado di vivere la propria vita o di trovare un proprio carattere. Citando Jung in merito al passo shakespeariano: «Il fatto psicologicamente importante che qui solleviamo è la prova che Cassio è infantile e si identifica con la madre. Il comportamento isterico va attribuito al fatto che, in parte, Cassio è ancora un agnello, cioè un bambino innocente e candido; per quanto riguarda la sua vita emotiva, egli è quindi rimasto indietro rispetto a sé stesso».1 G. pratica quel tipo di sessualità sia perché è ancora troppo fuso, troppo invischiato, con una madre che non lo lascia emanciparsi, e quindi possiede realmente troppi caratteri femminili, sia perché teme la madre, teme la sua vendetta in caso di tradimento, teme quella madre primordiale, l'unica che conosce, che vede nascondersi dietro le donne. Non ha avuto ancora la forza, la possibilità, il coraggio, di spezzare il giogo, di costruire un sano rapporto con l'Anima. Ancora Jung mi viene in aiuto quando afferma che: «Il rapporto con l'Anima è infatti anche una prova di coraggio, una prova del fuoco per le forze spirituali e morali dell'uomo. Non bisogna mai dimenticare che, nel caso dell'Anima, si tratta di fatti psichici mai stati prima in possesso dell'uomo, in quanto, come proiezioni, erano quasi sempre lasciati al di fuori del suo campo psichico. Per il figlio l'Anima si cela nella superiorità della madre, che spesso resta legata a lui sentimentalmente per tutta la vita, pregiudicando nel modo più grave il destino dell'uomo fatto, o, al contrario, dando ali al suo coraggio nel compimento delle azioni più ardite».2 Evidentemente G. non ha completato il processo di crescita e differenziazione del proprio Io. In questo processo l'Io aumenta le sue richieste di energia, di libido, da sottrarre alla Grande Madre, e aumenta la sua tendenza a cercare e ad appropriarsi di tutto ciò di buono e fecondo che in essa trova. La Grande Madre così viene divisa in opposti:
Quante madri reali conosciamo che negano ai figli, in vari modi e con varia intensità, una vita autonoma, psicologicamente autonoma. Questo aspetto negativo della Grande Madre è percepito dall'Io di G. come preponderante rispetto al lato benevolo, ed esercita una forza tale che gli impedisce di raggiungere e appropriarsi dell'energia e delle qualità benefiche della Madre Buona che lo trasformerebbero in un Io più potente e più capace di opporsi alle minacce (e alle lusinghe) della Madre Cattiva. Questa imago materna così sbilanciata verso il lato ostile, non vuole farsi penetrare e cedere la sue ricchezze, ma anzi tenta a sua volta di annientare l'Io, ed è dunque temuta e vissuta come un nemico. Ecco perché i muscoli esagerati di G. sono un sintomo, un vero e proprio simbolo, della lotta interiore che egli combatte nel tentativo di affermare la propria maturità, la propria virilità. La battaglia per affermare il proprio diritto a un'esistenza autonoma è una battaglia durissima, poiché «ogni pulsione e ogni istinto, ogni tendenza arcaica e ogni tendenza del collettivo può allearsi con l'immagine della Grande Madre e opporsi all'Io3, e l'immagine di questa Grande Madre onnipotente e terribile nella sua indifferenza all'Io, può arrivare ad assumere anche dei tratti altamente sconvolgenti (si pensi ad esempio dalle "Madri" faustiane). L'Io deve trovare un alleato che gli dia la forza e il coraggio necessari per affrontare questa importantissima battaglia. È letteralmente in gioco la propria vita, dove morire non significa morire per il mondo, ma morire a sé stessi, perdere la possibilità di essere ciò che la nostra natura è. Torniamo al sogno di G. L'interpretazione del bacioBaciarsi è compenetrarsi, incorporarsi, pervadersi, penetrarsi e venire occupati, fondersi l'uno nell'altro, diventare l'altro. A tutti noi è certamente capitato di ammirare statue e immagini di amanti con i corpi avvinghiati quasi da non poterli distinguere.
E tutti noi abbiamo pensato che la saliva che si scambiano le bocche non è certo un semplice liquido organico, poiché non ha
nessuna funzione fisiologica, e difatti nessun altro animale si bacia come noi. Pensiamo tutti che il bacio d'amore possa trascendere l'atto fisico, perché è fortemente legato all'atto sessuale e alla riproduzione, quindi alla creazione, alla trasformazione di due in uno, al nuovo, ma proprio perché rimanda all'amplesso senza esserlo, il bacio ha una carica simbolica ancora maggiore, e ancora di più ha a che fare con lo spirito, con l'immateriale. Con un bacio viene svegliata la Bella Addormentata nel bosco e con un bacio viene riportata in vita Biancaneve. I credenti che baciano i piedi del Crocifisso, la donna pia che bacia i volti dei santini, non sono certo dei feticisti. Piuttosto con quei baci, oltre a fare atto di devozione, assimilano la santità, la incorporano, assumono attraverso la bocca le caratteristiche del baciato, il suo potere: il coraggio di San... la pazienza di Santa... Dunque baciando me G. non faceva una dichiarazione di omosessualità, ma tutto il contrario: diventava più uomo, acquisiva elementi maschili, riconosceva quelli che possedeva, si identificava, tramite la figura che rappresentavo, con la mascolinità che in lui era ancora debole e infantile e la rafforzava dandogli l'aiuto dello "spirito maschile". Non baciava me come un altro uomo, ma baciava l'essere uomo, l'idea di uomo, e questo bacio lo riportava in vita, lo svegliava.
Rappresenta i padri e l'idea di padre, e cosa rappresenta l'idea di padre? E cosa rappresenta baciare questo padre? E questo alleato, questa forza interiore, questo potere è proprio ciò di cui G. ha bisogno per contrastare l'influenza della Madre Cattiva, per uccidere il suo drago interno. ConclusioniEcco un interessante passo di Teocrito tratto dagli "Idilli" - canto VI° - I Poeti Pastori: «Così cantò Dameta e baciò Dafni Due uomini si baciano, ma non si tratta affatto di omosessuali, e tutto il testo della poesia lo esprime chiaramente. Addirittura a questo bacio segue uno scambio di oggetti fallici, con i quali i due uomini fanno danzare le giovenche. La differenza di interpretazione non è formale, tutt'altro. La seconda rappresenta già la via di elaborazione del proprio disagio relazionale: il sogno ha creato l'immagine di un padre buono, che infonde al figlio la sua forza con un bacio, avvicinando così in forma potente e virtuale G. al suo complesso e mostrandoglielo con la forza emotiva del sogno in una nuova prospettiva. Non capirlo da parte nostra significa rinunciare a un potente strumento terapeutico. Note
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