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Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"
L'articolo " Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"" parla di:
- Il processo di individuazione
L'assenza del maschile L'incontro con l'Anima
Articolo: 'Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"'
A cura di: Francesca Piccolo
Scheda tecnica
Anno: 1993
Durata: 118 minuti
Regia: Lasse Hallström
Cast: Johnny Depp, Leonardo DiCaprio, Juliette Lewis, Mary Steenburgen, John C. Reilly, Crispin Glover
TRAMA DEL FILM"What's eating Gilbert Grape", questo il titolo originale del film, racconta la storia di una famiglia americana che vive in una
piccola cittadina dell'Iowa, Endora.
Gilbert è un giovane uomo, poco più che un ragazzo, lavora, per sostenere economicamente la sua famiglia, nella piccola
drogheria del paese che è minacciata dall'apertura di un enorme ed affollato supermercato.
Dopo il suicidio del padre, infatti, con l'aiuto delle sorelle, ha dovuto occuparsi della madre Bonnie il cui peso, oltre 200 chili, sta
lentamente distruggendo le fondamenta della casa.
Bonnie è incapace di vivere, non esce di casa da anni e trascorre le sue giornate mangiando, fumando e guardando la televisione sul
divano; ormai è diventata una sorta di mostruosa attrazione, di "fenomeno da baraccone" per i ragazzini di Endora che vengono a spiarla
dalla finestra.
Gilbert si prende cura anche del fratello Arnie, diciassettenne, che ha un ritardo mentale ed è un "miracolo vivente": secondo i
medici sarebbe dovuto morire intorno ai dieci, ne ha quasi diciotto ed è ancora vivo ma potrebbe andarsene da un momento all'altro.
La famiglia è composta da altri tre componenti: Amy, la maggiore, che più che una sorella sembra una mamma, Ellen,
la più piccola con cui Gilbert non ha un buon rapporto e Larry, che se n'è andato dopo aver finito gli studi.
Le giornate di Gilbert si dividono tra le esigenze del fratello, che spesso corre ad arrampicarsi sul pluviometro di Endora, attirando
l'attenzione di tutta la città, e il suo lavoro da Lamson, intervallato da incontri clandestini con Betty, una cliente della drogheria
alla quale consegna frequentemente la spesa, sposata con un assicuratore della città, il signor Carver.
Gilbert e Arnie, come ogni anno, compiono il solito rito: aspettano il passaggio dei caravan che "fanno l'unica cosa da fare,
passano e se ne vanno".
In realtà, in questa occasione, il caravan di Becky e sua nonna ha un'avaria ed è costretto a fermarsi per alcuni giorni ad
Endora.
Questo piccolo evento comporterà cambiamenti fondamentali nella vita di Gilbert.
Durante una delle consegne fatte per il signor Lamson, Gilbert ha l'occasione di conoscere Becky, con la quale nasce un'intesa che
diventerà sempre maggiore con il prosieguo della storia.
Nel corso di una cena di famiglia nella quale i Grape discutono i dettagli della festa di compleanno di Arnie, Gilbert ed Ellen hanno
una discussione che porta ad una reazione violenta della madre; proprio in quel momento Gilbert si accorge che il peso della madre ha
seriamente compromesso la sicurezza del pavimento della casa e chiede aiuto al suo amico Tucker per evitarne il crollo, senza però
trovare il coraggio di scendere nella cantina dove si è tolto la vita il padre.
Dopo un altro litigio con Ellen, la quale ha picchiato Arnie che si stava arrampicando ancora sul pluviometro, ed esasperato dalla
situazione familiare, Gilbert sale in macchina per raggiunge Becky.
I due trascorrono del tempo insieme osservando il tramonto, finché Gilbert si ricorda di dover tornare da Arnie e si allontana per un
po', promettendole però di tornare presto.
Arrivato a casa aiuta il fratellino a fare il bagno, ma la voglia di tornare da Becky lo induce a credere che Arnie possa continuare a fare
il bagno autonomamente e lo lascia da solo nella vasca da bagno.
Gilbert rientra a notte fonda e va direttamente a dormire, si accorge che Arnie è ancora nella vasca da bagno, completamente infreddolito,
soltanto il mattino successivo.
Lo spavento è talmente grande per il ragazzo che da quel momento svilupperà una fobia per l'acqua.
Gilbert intensifica il suo rapporto con Becky, trascurando così Betty che lascerà la città dopo la morte del marito.
In un momento in cui il protagonista è distratto dalla compagnia di Becky, Arnie si allontana e corre ad arrampicarsi ancora
sul pluviometro della città, questa volta però lo sceriffo non può essere clemente con lui e decide di arrestarlo.
La notizia sconvolge Bonnie che, dopo sette anni di completo immobilismo in casa, esce per andare a riprendersi suo figlio, non curante degli
sguardi delle persone che incontra.
All'uscita dalla prigione Bonnie torna alla realtà: sente i commenti delle persone che sono lì proprio per vedere lei
e si accorge del modo in cui viene guardata.
Soffre terribilmente per una tale situazione e si chiude ancora di più in se stessa, tanto da decidere che non parteciperà alla
festa di compleanno di suo figlio.
I preparativi per la festa sono quasi terminati, Amy ha praticamente finito di preparare la torta di compleanno ma accidentalmente
Arnie la fa cadere, costringendo Gilbert a fare qualcosa che non avrebbe voluto: acquistare prodotti da Foodland.
Arnie ha di nuovo una torta di compleanno ma riesce a rovinare anche questa mangiandone un po' e facendo infuriare Gilbert che, per la prima
volta, lo picchia.
Sconvolto e pieno di sensi di colpa, Gilbert sale in macchina e corre via, senza pronunciare una parola.
Anche Arnie scappa di casa, va da Becky che si prende cura di lui per tutta la serata fino all'arrivo delle sorelle.
Con lei il ragazzo si tranquillizza fino a superare addirittura la sua paura dell'acqua facendo il bagno nel lago.
Nel frattempo anche Gilbert è arrivato a cercare conforto da Becky, la osserva di nascosto giocare con suo fratello che ha ritrovato
la serenità perduta con la lite.
Gilbert si avvicina a lei soltanto quando Arnie torna a casa con Amy ed Ellen; si apre con lei, le confessa i suoi sensi di colpa per
aver fatto del male al fratello più piccolo, le dice "non so dove andare", trovando finalmente il coraggio di non fuggire,
le racconta la storia della sua famiglia, parla della morte di suo padre e di come sua madre non abbia superato quel dolore.
Passano la notte insieme in riva al lago e al risveglio Gilbert raggiunge la famiglia per riappacificarsi con Arnie che sta per festeggiare
il suo diciottesimo compleanno.
Durante la festa Gilbert trova l'occasione di chiarirsi anche con sua madre, stabilendo con lei un contatto profondo che non c'era
stato fino ad allora e che sembra dare vita ad un nuovo legame tra i due.
Infatti Bonnie, nonostante sia ancora scossa dalle umiliazioni ricevute in paese, per amore del figlio decide di conoscere Becky.
Intanto il caravan è stato riparato, Becky e sua nonna lasciano la città subito dopo la festa.
Quella stessa sera Bonnie decide di tornare nella sua camera da letto, faticosamente sale le scale per arrivare nel letto in cui ha smesso di
dormire sette anni prima.
Stremata si stende sul letto per riposare e, a suo modo, da il suo ultimo saluto a Gilbert.
Poco dopo la donna muore e i figli, per evitarle un'altra pubblica umiliazione, per non lasciare che tutta la città accorra per
vedere il suo enorme corpo e prendersi ancora gioco di lei, decidono di bruciare la casa con all'interno il corpo della madre.
Il film si chiude con la stessa scena iniziale: è il compleanno di Arnie, il diciannovesimo, e con Gilbert aspettano, come ogni anno,
l'arrivo dei caravan, tra cui quello di Becky che subito si ferma e li fa salire portandoli via con sé, lontano da Endora.
INTRODUZIONE DEI TEMI ANALITICILa mia attenzione si è rivolta immediatamente al protagonista, Gilbert, e al suo essere il bravo ragazzo che non delude mai
le aspettative di chi lo circonda.
E' giovane, avrebbe la possibilità di scegliere la sua strada, come del resto ha fatto il fratello maggiore, eppure si fa carico di
buona parte delle necessità della sua famiglia.
Lavora per sostenerla economicamente, si prende cura quotidianamente di Arnie proteggendolo da se stesso e dagli altri, si occupa delle
riparazioni della casa; forse l'unico spazio che ritaglia per sé, ma dal quale comunque non nasce alcuno sprazzo di vitalità,
di speranza, di movimento, è la sua relazione segreta con una donna sposata della città.
Questo suo senso di responsabilità maschera una immobilità disarmante, presentata nel film in diversi momenti e
attraverso una simbologia interessante che, nell'ottica junghiana, mostra comunque, come vedremo in seguito, la possibilità di un
diverso fluire dell'energia verso nuovi movimenti e nuovi equilibri.
Il secondo elemento da cui sono stata colpita è la presenza, a dir poco ingombrante, di una madre che, incapace di continuare
a vivere dopo il suicidio del marito, va incontro ad una trasformazione fisica ed emotiva drammaticamente irreversibile che le garantisce,
in qualche modo, un controllo sul resto della famiglia.
Un materno fagocitante che si impone come centro della famiglia con la sua sofferenza diventando una minaccia concreta alla sicurezza della
casa e della famiglia stessa.
Il suo rapporto con Gilbert è quasi inesistente, riguarda per lo più il rinforzo delle responsabilità e del senso del
dovere che il ragazzo sente nei confronti del fratello minore.
La sua capacità e disponibilità a prendersi cura con tanto amore del fratello non viene mai riconosciuta, il più delle
volte è data per scontata e qualche volta, addirittura, ritenuta insufficiente.
Bonnie stabilisce un legame profondo soltanto con Arnie ma anche con lui si dimostra soffocante e iperprotettiva.
Nonostante la pochezza delle relazioni affettive di questa famiglia, riesce ad emozionare il sentire l'enorme senso di protezione che
Gilbert ha per il fratello in difficoltà.
In contrapposizione all'eccedenza di questo femminile colpisce fortemente l'assenza della figura paterna e, più in generale,
di un maschile positivo.
E' un'assenza trasversale a tutto il film: il signor Grape è morto suicida, il signor Carver è un marito e un padre decisamente
poco valorizzato se non addirittura ignorato, e infine c'è il nucleo familiare di Becky che, praticamente abbandonata da entrambi i
suoi genitori, viaggia in un caravan con sua nonna.
E' Gilbert a prendere il posto di suo padre, lavora per mantenere la famiglia, si occupa delle riparazioni della casa, ma nel momento in
cui si rende conto che questa sta crollando e diventa necessario scendere nella cantina dove il padre si è tolto la vita è
costretto a chiedere aiuto al suo amico Tucker perché non riesce ad affrontare quel luogo così carico di significati mai
affrontati.
Immobile nel tempo e nello spazio, Gilbert si trova in un'impasse in cui si è rassegnato a vivere da anni e da cui si tirerà
fuori solo con la presenza di un femminile positivo come quello di Becky.
Ad ogni visione, dunque, si imponeva un tema diverso, ognuno dei quali partecipa alla descrizione del viaggio che porterà l'eroe
Gilbert a riscoprire e ricontattare la sua anima.
Secondo quanto riportato da Pearson l'archetipo dell'eroe ben descrive e rappresenta lo sviluppo dell'individuo, soprattutto in
riferimento all'uomo occidentale.
Il protagonista del film è presentato come il "martire" che ormai si è rassegnato nella sua condizione, incapace di
trasformare la sua energia vitale in un qualunque atto creativo, e per questo abbandona il suo viaggio rinunciando alla sua anima.
Come Gilbert, molti avranno avuto la sensazione di "ballare senza musica" fin quando, dolorosamente, hanno iniziato il proprio
viaggio guardando, come scrive Jung, la propria immagine nello specchio dell'acqua e attraversando quella "porta angusta la cui
stretta non è risparmiata a chiunque discenda alla profonda sorgente".
In fondo, prosegue Jung, "dobbiamo imparare a conoscere noi stessi per sapere chi siamo, poiché inaspettatamente al di là
della porta si spalanca una illimitata distesa".
INTERPRETAZIONE ANALITICA DELL'OPERA: L'EVOLUZIONE DEL VIAGGIOIl film si apre con l'inquadratura di una lunga strada fatta di leggere salite e piccole discese, completamente deserta e assolata.
I fratelli Grape anche quest'anno, come tutti gli anni, compiono il loro rito aspettando il passaggio dei caravan che attraversano la strada
luccicando al sole.
Nei primi due minuti di narrazione si intuisce un tema importante che caratterizza la storia del protagonista: Gilbert Grape da
molti anni, probabilmente da quando il padre si è ucciso (sicuramente da quando la madre ha smesso di vivere sette anni prima),
trascorre una vita ogni giorno uguale a se stessa, sembra essersi congelato in un tempo e in uno spazio che non gli appartengono, come se
avesse rinunciato ad alcune parti del sé.
L'interruzione che Gilbert ha avuto nel viaggio della sua vita, nel suo processo di individuazione ha generato in lui rassegnazione;
assistiamo infatti, fin dai primi minuti, ad una condizione di immobilità che comporta la perdita di speranza o, come la chiama
Jung, di energia psichica vitale, per la quale, almeno agli occhi di Gilbert, non esiste ancora un'alternativa.
Il ragazzo è incapace di affrontare questo immobilismo e si illude di avere il controllo della sua vita.
Anche nella descrizione della città in cui vive ritroviamo quanto stiamo affermando: Endora, infatti, rappresenta un movimento senza
una vera anima, è come un ballare senza musica.
L'eroe di questo viaggio è un uomo che non sa scegliere nulla per sé, che ripete spesso di voler essere soltanto una
"brava persona", che si lascia travolgere dalle storie altrui, come nel caso del fratello Arnie o come nella storia adultera con
Betty: non agisce mai in modo da portare nuova vita a se stesso, è come se scegliesse di rinunciare a vivere pienamente, o non potesse
farlo perché imprigionato nel ruolo di un guerriero che ha perso la sua forza e non riesce neanche più ad immaginare una
condizione diversa da quella in cui si trova.
In contrapposizione a questa stasi consolidata, ci viene fornito, come spesso accade quando c'è un intervento dell'inconscio, un
simbolo che indica che un movimento è assolutamente possibile: i caravan, infatti, "fanno l'unica cosa da fare, passano e
se ne vanno".
Questo passaggio è rappresentato nel film attraverso una "casa mobile" che ci rassicura sul fatto che si possa proseguire il
proprio cammino e allo stesso tempo ci appare come un luogo sicuro per il sé in evoluzione, è un luogo che è in grado
di fornire protezione qualora si presentassero degli inevitabili ostacoli nel proprio viaggio.
IL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONELa storia riflette problematiche che riguardano il processo di individuazione e che possiamo considerare appartenenti all'intero
genere umano.
Come ci ricorda Pearson
"il bisogno di intraprendere il Viaggio è innato nella specie. Se non rischiamo, se giochiamo i ruoli sociali prescritti
invece di intraprendere il nostro Viaggio, ci sentiamo spenti, proviamo un senso di alienazione, di mancanza, di vuoto interiore. Le persone
che hanno avuto paura di uccidere il drago, interiorizzano l'impulso e uccidono se stesse, dichiarando guerra al proprio corpo, ... al
proprio carattere, ... o a qualche altro loro attributo che ritengono non piaccia."
La funzione sostanziale del mito dell'eroe, nell'ottica junghiana, è quella di descrivere e favorire lo sviluppo della
coscienza individuale dell'Io, strutturarne la forza e la debolezza insieme per fornirgli gli strumenti adatti a superare le difficoltà
che la vita gli presenta.
In altre parole, l'avventura dell'eroe può diventare lo spunto per avviare lo sviluppo di un rapporto tra il "mondo di sotto",
che diventa meno ignoto e minaccioso, e il "mondo di sopra" che si fa meno sterile e meno chiuso in se stesso.
Questa dimensione dialettica può senz'altro rafforzare l'Io e aumentare le sue capacità di controllo dei conflitti interiori;
al contrario, la mancanza di vitalità e di creatività, che comporta una scissione dalle proprie emozioni, provoca un impoverimento
dell'Io che non riesce ad incontrare l'inconscio ed instaurare con esso quel dialogo fecondo che sappiamo essere fondamentale e vitale per
l'individuo.
Per le difficoltà che ha dovuto affrontare nella sua esistenza Gilbert è andato costruendosi nel tempo una maschera
che gli ha consentito di portare il peso del dolore per la perdita del padre, per la resa e la trasformazione della madre in conseguenza al
drammatico evento.
Gilbert è diventato la Persona su cui si può sempre contare, quello che sostiene economicamente la famiglia, quello che si prende
cura del fratello senza mai considerare ciò che vorrebbe per sé, quello che non farebbe mai la spesa in un grosso e moderno
supermercato, simbolo probabilmente di un nuovo adattamento alla realtà e di una certa evoluzione anche culturale.
Accuratamente dunque nel corso degli anni si è creato una corazza che gli ha impedito, e attraverso la quale si è impedito,
di affrontare le due più grandi perdite della sua vita e in ultima analisi procedere con il proprio processo di individuazione.
Per una buona parte del film possiamo notare come Gilbert congeli ogni profonda emozione riguardante un qualunque membro della sua
famiglia, ad esclusione di Arnie che, pur avendo quasi diciotto anni, a causa del suo ritardo mentale è praticamente un bambino.
E' come se Arnie rappresentasse il Puer: l'amore e l'attenzione del tutto speciali verso di lui avrebbero lo scopo di preservare quella
parte di sé a cui Gilbert ha dovuto rinunciare per diventare precocemente adulto, ma che potrebbe ancora avere la possibilità,
sul piano individuativo, di rinnovarsi creativamente.
IL RAPPORTO CON IL RESTO DELLA FAMIGLIAIl rapporto che il protagonista ha con il resto della famiglia, tutta al femminile, è tutt'altro che positivo.
Il legame con le sorelle si declina sempre attraverso il suo ruolo nei confronti di Arnie: con la maggiore riesce ad instaurare una
certa complicità nel prendersi cura del fratello, infatti giocano spesso insieme a "dov'è Arnie?"; con Ellen è
un continuo conflitto, un continuo squalificarsi perché hanno due modi opposti di approcciarsi alla vita e al rapporto con il
fratellino.
In entrambi i casi non si crea mai un legame intimo fino in fondo che sia fecondo per le loro vite, piuttosto sembra essere lo specchio
dell'aridità di un ragazzo che ha progressivamente perso la sua anima.
Ancor più devastante è il rapporto con sua madre: in un primo momento sembra esserci comprensione, tenerezza e, allo
stesso tempo, dispiacere nei confronti di una donna che ha rinunciato alla sua bellezza, al suo essere donna e madre, abbandonandosi al cibo
e al divano, acquisendo uno spazio fisico sempre maggiore e inversamente proporzionale allo spazio psichico ed emotivo.
E' diventata una donna che non conosce più mezze misure, che passa le sue giornate a fagocitare quantità illimitate di cibo e
che, nello stesso modo, sta fagocitando la sua famiglia.
E' una donna che è spaventosamente regredita rinunciando ad essere madre, costringendo i propri figli ad accudirla e impedendo loro
di percorrere la propria strada: soltanto Larry, l'unico di cui non si sa nulla, sembra essersi salvato andando via di casa dopo gli studi.
La pericolosa regressione di Bonnie mette in pericolo l'intera famiglia minando l'integrità fisica e psicologica di ciascun membro.
Il "peso" che Bonnie porta con sé ha lentamente divorato l'energia psichica dei suoi figli intrappolandoli in un legame
simbiotico e asfittico che impedisce loro di crescere, rendersi autonomi e individuarsi.
La difficoltà che, a livello psicologico, vivono i Grape, e in particolare Gilbert, è ben rappresentata anche
dall'instabilità del pavimento della casa che rischia di crollare a causa della gravità di questa condizione familiare.
Il pavimento può cedere da un momento all'altro e cadere giù trascinando con sé tutto quanto esiste nella casa.
Simbolicamente con il crollo potremmo assistere ad una "discesa agli inferi" di un Io che, non essendo più in grado di gestire
i conflitti interni e non potendo più sopportare il peso del mondo come Atlante, lascia drammaticamente il campo a forze inconsce non
elaborate né tantomeno integrate nella coscienza che potrebbero portare ad un tragico finale con tratti psicotici.
Gilbert è colui che più di tutti porta sulle spalle le conseguenze della trasformazione materna e molto presto ci si accorge
come nel rapporto di questo ragazzo con sua madre esista l'altra faccia della medaglia: un atteggiamento di apparente tranquillità,
quasi indifferenza, quando è in casa con il resto della famiglia, ma in realtà riversa su di lei una rabbia repressa da anni.
E' un sentimento che certamente non può appartenere alla "Persona" affidabile e responsabile che Gilbert ha scelto di essere,
che emerge, in un atteggiamento passivo-aggressivo e squalificante, forse, come rivendicazione di quel ruolo di figlio cui ha rinunciato,
quando consente ai ragazzini del paese di spiare Bonnie dalla finestra lasciando che venga derisa come se fosse una cosa naturale, quando
la spoglia di ogni dignità parlando di lei come di una balena insabbiata, di un fenomeno da baraccone per il quale non c'è
possibilità di cambiamento né di redenzione.
Di certo non assume un aspetto migliore il rapporto con il femminile al di fuori della famiglia.
Quella con Betty è una relazione in cui, da parte di Gilbert, non c'è alcun investimento sentimentale ed emotivo, una relazione
che il ragazzo conduce in clandestinità e senza particolari entusiasmi: verrebbe quasi da pensare ad un'iniziale azione compensatoria
dell'Anima nei confronti della Persona, come se al "bravo ragazzo" venisse concessa una via di fuga, uno spazio soltanto suo scarico
dalle pesanti responsabilità quotidiane.
Tuttavia in questo legame è ancora assente una forza rigenerante capace di portare un rinnovamento creativo nella vita del protagonista,
è plausibile quindi immaginare l'ulteriore proiezione di un'Anima negativa che si esprime secondo i motivi archetipici di una
Madre che mantiene l'aspetto terrificante e dalla quale il protagonista non riesce, per il momento, a distaccarsi.
Gilbert appare, dunque, come un eroe incapace di affrontare il proprio drago.
Secondo Jung, il primo passo in quella direzione è affrontare il rapporto con la propria Ombra, dice, infatti, "l'incontro con
se stessi significa innanzitutto incontro con la propria Ombra", solo in questo modo sarà possibile integrarne i contenuti nella
propria coscienza.
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