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Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"

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Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"

L'articolo "Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"" parla di:

  • Il processo di individuazione
  • L'assenza del maschile
  • L'incontro con l'Anima
Psico-Pratika:
Numero 60 Anno 2011

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Articolo: 'Interpretazione analitica del film "Buon compleanno Mr. Grape"'

A cura di: Francesca Piccolo
Interpretazione analitica del film Buon compleanno Mr. Grape


Scheda tecnica
Anno: 1993
Durata: 118 minuti
Regia: Lasse Hallström
Cast: Johnny Depp, Leonardo DiCaprio, Juliette Lewis, Mary Steenburgen, John C. Reilly, Crispin Glover


L'ASSENZA DEL MASCHILE

Le ombre nella vita di Gilbert, come in parte abbiamo già visto, hanno origini lontane.
Questo ragazzo, improvvisamente si è ritrovato imprigionato in un ruolo non suo, si è dovuto sostituire a suo padre, senza avere quindi quella figura maschile di riferimento in grado di facilitare il suo "andare verso il mondo".

La funzione del padre è fondamentale nell'uomo poiché rappresenta quell'insieme di possibilità che danno luogo al pensiero creativo, alla mediazione simbolica e all'agire finalizzato cosciente, in altre parole costituisce la premessa per il procedere umano, per separarsi dalla madre e cominciare ad andare verso e incontro al mondo.

E' il padre che ha il compito di strappare il bambino dalla totalità fusionale con il mondo materno per trasformarlo in un adulto, per iniziarlo alla vita e alle sue prove: alle lotte, alle sconfitte e alle esperienze di separazione che la vita inevitabilmente riserva.
Inserendosi nel rapporto diadico madre-figlio, il padre introduce una triangolazione che aiuta il bambino a riconoscere quel principio di autorità, il Logos, attraverso il quale sarà in grado di riconoscere la sua propria forma.

Alcuni studi sull'importanza della figura del padre mostrano come l'assenza di questa figura fondamentale abbia una notevole incidenza sullo sviluppo di un disagio diffuso tra i giovani della società contemporanea, che in alcuni casi può diventare vera e propria devianza.
In questo senso, venendo a mancare il riconoscimento dell'autorità paterna, si crea una parallela incapacità di reggere un sano confronto con la realtà che porta al rifiuto della norma e all'utilizzazione della trasgressione come modalità di identificazione.

Il personaggio di questo film porta con sé una ferità profonda e arcaica: per lui l'assenza del maschile non ha soltanto comportato l'interruzione del suo processo di individuazione, Gilbert ha anche rinunciato alla trasgressione.
Più esattamente, non avendo mai avuto la possibilità di confrontarsi con un Logos in grado di definire dei confini chiari, ha perso, o forse non ha mai avuto, l'opportunità di sviluppare la capacità di differenziarsi.
Non ha potuto neanche scegliere di travalicare i confini, di non rispettare la norma perché non c'è mai stata, per lui, alcuna norma che lo potesse proteggere, non c'è mai stato nessuno che gli insegnasse il peso della responsabilità nella costruzione della propria identità.

Gilbert non appare nemmeno spaventato all'idea di compiere un movimento nuovo, piuttosto, drammaticamente non è capace di immaginare per se stesso un progetto di vita: la Persona che è diventato è la sua unica certezza e rinunciare a questo stato di cose significherebbe perdersi in un'oscurità ancora più disarmante.

Non possiede la forza di affrontare questa paura e, quando gli viene offerta la possibilità di compiere un primo passo, scendendo nella cantina dove si ucciso suo padre e iniziare così ad affrontare la sua Ombra, Gilbert si blocca.
La sua incapacità di andare incontro a quella parte di sé è ancora più chiara quando chiede ad Arnie di scendere in quel luogo spaventoso al suo posto.

E' la prima volta che possiamo riconoscere in maniera evidente la difficoltà di Gilbert ed è questo, probabilmente, il momento in cui si rende conto anche lui che esiste qualcosa di irrisolto: in questa occasione non può attribuire a cause esterne il suo atteggiamento rinunciatario nei confronti della vita (non deve preoccuparsi di alcuna necessità di suo fratello o di qualunque altro membro della sua famiglia), è lui stesso che si impedisce di affrontare ciò che lo sta tenendo immobile e lontano dall'individuazione e dalla realizzazione dei suoi desideri.

L'assenza del maschile è profonda e presente in tutte le storie raccontate nel film, la ritroviamo infatti anche nella vita di Becky.
La ragazza, che vive e viaggia in caravan con sua nonna, non ha radici, ha vissuto in paesi diversi e per questo sente di appartenere al mondo.
Sebbene la sua storia sia molto diversa da quella Gilbert, in fondo non si è lasciata immobilizzare in un ruolo o in un luogo, anche lei vive una vita solitaria e per questo incompleta.
I due ragazzi scopriranno di essere l'uno per l'altra l'inizio di un nuovo percorso, stavolta veramente ricco in quanto accompagnato dalla riscoperta dell'anima che sembrava non avere più spazio per esprimersi.

Nonostante una mancanza tanto evidente, il film ci offre comunque l'occasione di renderci conto della necessità di un Logos ordinatore e dei suoi effetti energeticamente positivi attraverso due personaggi minori: Tucker, il migliore amico di Gilbert, e lo sceriffo di Endora.

Tucker è una presenza costante e discreta che rappresenta un modello positivo di quel senso progettuale del fare che solo una figura paterna può trasmettere.
E' un uomo su cui Gilbert può sempre contare, è colui che dimostra come sia possibile e legittimo sognare, progettare e veder realizzare i propri desideri, nel caso specifico il maggior riferimento è attinente alla sfera lavorativa e, dunque, sociale che è parte di un mondo adulto al quale si accede attraverso una sana identificazione con il proprio padre.
E' Tucker che cerca di redimere Bonnie agli occhi del figlio, tenta infatti di restituirle la dignità di essere umano che Gilbert non riesce a concederle tanta è la rabbia che si porta dentro nei suoi confronti e che non riesce ad elaborare.
E' sempre Tucker che, provvedendo alla riparazione del pavimento della casa che sta crollando a causa del peso insopportabile di Bonnie, offre a Gilbert un esempio di forza, solidità, affidabilità e responsabilità che il ragazzo non ha mai avuto.

Il secondo personaggio, la cui presenza dimostra l'importanza del Logos, è lo sceriffo, il rappresentante della legge per eccellenza.
Lo vediamo molte volte alle prese con i guai combinati da Arnie: essendo il simbolo dell'autorità nella cittadina di Endora cerca di trasmettere le regole e farle rispettare.
E' l'unico che riesce ad alterare un equilibrio radicato da anni nella famiglia Grape, infatti all'ennesima occasione in cui Arnie si arrampica sul pluviometro, lo arresta senza ammettere la possibilità di altre scuse.
Il suo comportamento determina la forte reazione di Bonnie che si rende conto di dover fare necessariamente qualcosa per riprendersi suo figlio.
Dimenticando per un attimo il suo terrore di uscire di casa e di essere vista, Bonnie compie un grande atto di coraggio, come farà notare Becky in seguito: affronta lo sceriffo carica di un'energia che aveva tenuto congelata in tutti gli anni passati, tornando a sentirsi e mostrarsi nuovamente madre.

Vediamo, in questo momento, i segni importanti di un processo di cambiamento che coinvolge sia Gilbert che Bonnie e che sarà in grado di ridare pace a tutta famiglia, attraverso un nuovo contatto più intimo e profondo che i due costruiranno tra di loro e ognuno con il proprio inconscio.

L'INCONTRO DEL MASCHILE CON IL FEMMINILE

La grande impresa di Gilbert nel suo cammino di separazione dagli archetipi parentali (e soprattutto da quello materno), che segnerà l'inizio del suo processo di individuazione, inizia già quando Becky si ferma con il suo caravan nei pressi di Endora.
La ragazza incarna i valori positivi dell'archetipo dell'Anima che spingerà Gilbert verso l'esperienza del Sé.

Secondo Jung l'Anima assolve importantissime funzioni:

"quando la mentalità logica dell'uomo non riesce a individuare i fatti che restano occultati al livello dell'inconscio è l'Anima che lo aiuta a precisarli e a riconoscerli. Ancor più importante è il ruolo che l'Anima svolge sintonizzando la mente dell'uomo con i più vitali valori interiori, aprendo così la via verso la conoscenza delle profondità più recondite dell'inconscio. (...) Nel consentire la percezione di questa voce interiore l'Anima assume un ruolo di guida, o di mediatrice, fra il mondo interiore e il sé."

L'incontro con questo femminile positivo stimolerà Gilbert a riconoscersi come individuo, a contattare la propria anima e avviare così quel processo di conquista di uno stadio di maturità psicologica superiore che lo spingerà a iniziare una nuova vita, la sua.

Il compito arduo dell'Io è rendere coscienti le immagini e gli affetti che vivono nell'Inconscio, e questo divenire cosciente dovrebbe passare attraverso la capacità eroica di accoglimento ed elaborazione degli stessi.
L'assimilazione di contenuti inconsci, di qualsiasi forma essi siano (immagini, sogni, fantasie o altro), dunque, oltre ad arricchire la Coscienza di materiale oggettivo, fornisce un'elevata quantità di energia vitale, di libido che riaccende l'esistenza dell'essere umano.

Il fine ultimo del combattimento contro il Drago è quasi sempre la liberazione della prigioniera o, più in generale, la conquista del tesoro e simbolicamente può rappresentare l'incontro del maschile con il femminile.

La prigioniera è un elemento interno, è lo stesso archetipo dell'"Anima", cioè un elemento psichico collettivo dell'umanità.

Psicologicamente possiamo considerare la liberazione della prigioniera (in altre parole dell'Anima) come uno stadio dell'evoluzione della Coscienza successivo al superamento dell'archetipo della Grande Madre, uno stadio in cui si assiste alla separazione dell'Anima dall'immagine della Madre terrificante.

In alcuni miti, l'eroe trova nella figura femminile un sostegno e un alleato concreto ed attivo nella lotta contro il drago.
In questi casi la donna già si presenta come alternativa positiva all'archetipo materno divorante e, in questo senso, può stare accanto all'Eroe come amata.

A livello simbolico, con il successo della sua impresa, l'eroe, non solo libera il femminile e l'energia che questo porta con sé, ma si protende verso l'esterno liberando se stesso dai legami parentali.
Non è per niente inusuale, infatti, leggere nei miti o nelle fiabe del matrimonio celebrato tra l'eroe e la prigioniera liberata.

Le esperienze a cui Gilbert si apre dopo l'incontro con Becky sembrano ricalcare le fasi di individuazione raccontate nei miti.
La ragazza non rappresenta una principessa da salvare, piuttosto indossa le vesti di una guida che gli si avvicina creando un'iniziale complicità con il fratello più piccolo, come se avesse già capito che un primo passo da compiere è risvegliare e recuperare gli aspetti del Puer che Gilbert non si è potuto concedere e che Arnie incarna alla perfezione.
E' già a seguito del loro primo incontro che qualche vecchio equilibrio comincia a incrinarsi: iniziano le prime crisi in famiglia dovute principalmente alla stanchezza di Gilbert rispetto al peso delle responsabilità che non ha scelto di assumersi consapevolmente.
Dopo una di queste discussioni, il ragazzo comincia a manifestare apertamente parte dei suoi sentimenti di rabbia.
E' interessante notare che, non solo Gilbert sta iniziando a concedersi la possibilità di trasgredire al ruolo che ha sempre ricoperto e, conseguentemente, di andare oltre le aspettative che il resto della famiglia nutre nei suoi confronti, ma questo avviene in misura tanto maggiore, e con qualche inevitabile contraccolpo doloroso, quanto più intimo diventa il suo legame con Becky; è da lei infatti che va a rifugiarsi ogni volta che un pezzo della sua maschera va perso facendolo sentire, almeno in quel momento, solo e smarrito ed è con lei che inizia ad agire facendo qualcosa per sé.
Concretamente passano insieme un pomeriggio importante: Becky, semplicemente chiedendogli "Cosa ti va di fare?", comincia ad aiutarlo nella riscoperta di un Sé autonomo.
Seppur con una certa difficoltà, d'altra parte non si è mai chiesto cosa veramente desiderasse per sé né tantomeno qualcuno gli ha posto questa domanda, Gilbert si lascia coinvolgere dalla nuova sensazione di condivisione che sta provando insieme a Becky.
Comincia a concedersi uno spazio per se stesso, avviando così un processo irreversibile le cui conseguenze diventano immediatamente evidenti.

Crescere significa fare delle scelte per le quali è necessario assumersi consapevolmente la responsabilità; la vita di Gilbert, fino a quel momento, sembrava essere governata da un destino ineluttabile a causa del quale non poteva esistere il diritto di scegliere per sé.
Ognuno dei personaggi di questo film ha rinunciato a una parte importante del proprio Sé perché convinto di non avere la possibilità di agire diversamente.

L'INCONTRO CON L'ANIMA

L'incontro con l'Anima ha risvegliato in Gilbert qualcosa di profondo, gli ha permesso di cominciare a liberare emozioni che si è negato per molti anni, è con Becky infatti che si apre nel parlare dei suoi genitori.
Questo nuovo contatto con la sua anima, senza dubbio è catalizzatore di una nuova energia vitale, ma allo stesso tempo può esporre un Io non ancora forte a sufficienza ad uno straziante conflitto interno.
In questo senso, il ragazzo paga un prezzo alto per il tempo dedicato a Becky: finisce per dimenticare il fratellino nella vasca da bagno per una notte intera e per questo viene accusato dal resto della famiglia di essere un irresponsabile su cui non si può fare affidamento.
L'alterazione di equilibri consolidati, ad opera di chi intraprende un percorso individuativo, può generare inizialmente smarrimento, frustrazione e rabbia in coloro i quali vivono tale processo soltanto di riflesso, senza capirne le ragioni intrinseche.

Nel superare certi suoi limiti, Gilbert inizia a sperimentare il proprio diritto alla libertà, rassicurato dalla presenza di Becky, che è il ponte che permette lo scambio fecondo di cui abbiamo precedentemente parlato tra la coscienza e la parte più profonda dell'inconscio del ragazzo e che facilita l'integrazione dei nuovi contenuti emergenti.
Simbolicamente possiamo rappresentare l'incontro tra la coscienza e l'inconscio con il momento in cui Gilbert si lascia convincere da Becky a raggiungerla nelle acque del lago.
Da questo rinnovato dialogo nasce dunque un nuovo atteggiamento che rende Gilbert protagonista di un agire sempre più autentico.
Viene infatti dal profondo la rabbia che egli prova nei confronti del fratello che, il giorno prima della festa di compleanno, vanifica gli sforzi suoi e degli altri componenti della famiglia che da settimane lavorano per rendere quel giorno davvero speciale.
Infatti Arnie fa prima cadere la torta che la sorella aveva preparato per lui e mangia, in un secondo momento, quella che Gilbert, con enorme sacrificio, era andato a comprare da Foodland.

Questo episodio rappresenta un momento importante che segna una svolta significativa nel viaggio di Gilbert: la sua rabbia non solo viene espressa ma viene anche agita.
Il ragazzo, picchiando il fratello e vivendo il senso di colpa che da questo comportamento scaturisce, compie un altro passo verso il confronto con la propria Ombra.
Affronta con una maturità diversa i sentimenti contrastanti circa la sua vita famigliare, tanto che inizia a sentire il bisogno di aprirsi completamente con Becky parlando anche di suo padre.
E' in questo momento che la sua coscienza comincia ad integrare ciò che nel profondo ha significato la perdita della figura paterna: Becky, in maniera molto naturale, gli fa notare come alcuni suoi atteggiamenti ricordino quelli del padre, Gilbert sembra poter accettare le debolezze di un uomo che non è riuscito a rimanere accanto alla sua famiglia e a poter smettere di provare rabbia nei suoi confronti.
Allo stesso tempo sembra aver recuperato anche qualcosa per sé: dopo essersi riappacificato con il fratello, Gilbert prosegue il confronto con la propria Ombra, affrontando la delusione e il dolore che sua madre sta provando verso di lui.
Si avvicina a lei come fa un figlio amorevole, recuperando quell'atteggiamento che avevamo solo percepito in apertura di film quando il ragazzo descriveva la bellezza di sua madre.
Sentendosi nuovamente figlio, Gilbert può finalmente permettersi di chiedere a Bonnie di essere, per lui ed esclusivamente per lui, una Buona Madre, e di fare un gesto di amore incontrando la donna di cui si è innamorato.
Questa nuova e, rispetto al passato, creativa modalità di relazione consente anche a Bonnie di aprirsi con suo figlio, di lasciar cadere la sua maschera costruita sulla paura di essere abbandonata anche dal resto della sua famiglia e mostrarsi, dunque, con tutte le sue debolezze.

Questo incontro di anime determina la liberazione di un alto livello di energia vitale che servirà ad entrambi i personaggi per proseguire il viaggio della propria vita.
Per entrambi costituirà un momento di catarsi che porterà in ciascuno un nuovo adattamento creativo.
In particolare, Bonnie tornerà ad essere una madre buona per Gilbert, riconoscendolo finalmente nel ruolo di figlio e, allo stesso tempo, come uomo che ormai è in grado di lottare per i suoi desideri: prima di morire, infatti, con tutto l'amore che una madre può provare per il proprio figlio, lo immaginerà come "un cavaliere con la corazza che abbaglia" restituendogli la forza necessaria per spingersi verso le sue nuove imprese.

Dall'altro lato, anche Gilbert ha riscoperto le parti di sé che aveva dimenticato, assapora l'affetto di Becky e ritrova l'amore per (e di) sua madre.

Per lui è decisamente iniziato il processo di individuazione: il distacco dalle figure parentali, che era iniziato quando Gilbert aveva restituito ai propri genitori un aspetto umano e non più terrificante, termina simbolicamente con l'incendio della casa subito dopo la morte della madre; si conclude così, in maniera quasi catartica, il suo processo di differenziazione da questa madre che per molto tempo lo aveva tenuto morbosamente legato a sé.

Il finale della storia lascia immaginare la possibilità di un futuro felice per Gilbert: lui ed Arnie sono ancora lì, sulla desolata statale di Endora che attendono, come nel loro rito annuale, il passaggio dei caravan; questa volta i due fratelli finalmente lasceranno la città per continuare il viaggio insieme a Becky.
Ciò che all'inizio del film era quasi impensabile, si realizza quando il ragazzo sale sul caravan pronto a guardare avanti con occhi più speranzosi e ottimisti.
Partendo Gilbert porta con sé suo fratello Arnie, il Puer ritrovato, come se, per sostenere e affrontare le complessità del viaggio della propria individuazione, ognuno di noi dovesse conservare dentro di sé, oltre al bagaglio delle proprie risorse anche il ricordo delle proprie mancanze.

BIBLIOGRAFIA
  • Luigi Zoja, "Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre", Bollati Boringhieri, Torino, 2010
  • Carol S. Pearson, "L'eroe dentro di noi. Sei archetipi della nostra vita", Casa Editrice Astrolabio - Ubaldini Editore, Roma, 1990
  • Marie-Louise von Franz, "L'Animus e l'Anima nelle fiabe", Edizioni Scientifiche Ma.Gi., Roma, 2009
  • Carl G. Jung, "Opere - Simboli della trasformazione", Bollati Boringhieri, Torino, 2006
  • Carl G. Jung, "Opere - Due testi di psicologia analitica", Bollati Boringhieri, Torino, 2006
  • Carl G. Jung, "Opere - Gli archetipi e l'inconscio collettivo", Bollati Boringhieri, Torino, 2008
  • Carl G. Jung, "L'uomo e i suoi simboli", Tascabili degli Editori Associati, Milano, 2007
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