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Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John

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Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John

L'articolo "Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John" parla di:

  • Da Reginald Kenneth Dwight a Elton John
  • Significato di "tornare a casa" a livello terapeutico
  • Il processo di cambiamento terapeutico
Psico-Pratika:
Numero 163 Anno 2020

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Articolo: 'Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John'

A cura di: Claudia Nissi Collaboratore HT
Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John


Scheda Film
Anno: 2019
Durata: 121 minuti
Sceneggiatura: Lee Hall
Regia: Dexter Fletcher
Cast: Taron Egerton, Bryce Dallas Howard, Richard Madden, Jamie Bell, Steven Mackintosh, Kamil Lemieszewski, Tate Donovan, Stephen Graham, Harriet Walter, Charlie Rowe, Gemma Jones, Tom Bennett, Kit Connor, Bern Collaço, Graham Fletcher-Cook
Genere: Biografico, Musicale

    INDICE: Film e Psicologia: Rocketman, la storia di Elton John
  • Introduzione
  • Nascita di una star
  • Home again
  • Il processo di cambiamento terapeutico
  • Conclusioni
  • Altre letture su HT
Introduzione

Attenzione: spoiler

Rocketman è un film del 2019 diretto da Dexter Fletcher.
La pellicola narra la vita di Elton John, interpretato da Taron Egerton; in lui c'è una storia che vuole essere raccontata, vista, esorcizzata, drammatizzata e superata.

Come vedremo, l'infanzia del protagonista ha degli elementi che possono aver provocato delle ferite nella vita del piccolo Reginald (nome vero dell'artista).
Quelle stesse ferite hanno permesso la nascita di una star di fama internazionale. Infatti, è su quelle ferite che l'artista ha costruito una carriera fino a spingersi al punto in cui tutto il suo mondo è franato, essendo stato edificato sulle sue fragilità.

Quali ferite hanno portato il protagonista a diventare la celebrità istrionica e spesso eccessiva? Come la star ha "ingannato" se stesso e gli altri fino a diventare un animale da palcoscenico, molto diverso dal suo vero sé?
Quale processo terapeutico ha portato l'uomo dietro la star a risanare le proprie ferite?
Nell'articolo proviamo a rispondere a queste domande.

Nascita di una star

Reginald Kenneth Dwight, famoso con lo pseudonimo di Elton John, è; un bambino timido e insicuro.
L'infanzia è caratterizzata da un rapporto molto freddo con la madre, presa da una storia extraconiugale e da un rapporto con un padre eccessivamente rigido e incapace di amare.
Nato a Londra il 25 marzo 1947, Reginald mostra fin da subito una propensione a suonare il piano e per la musica classica.
Per una serie di eventi, conosce e inizia una collaborazione con il paroliere Bernie Taupin, con il quale continuerà a scrivere per il resto della sua carriera.
Il piccolo Reginald, dopo aver imparato a suonare il pianoforte a 3 anni, ad orecchio, a 11 anni vince una borsa di studio che gli apre le porte della prestigiosa Accademia Reale di Musica di Londra.

Dopo un periodo di gavetta in una band londinese, Reginald decise di adottare il nome d'arte con il quale sarebbe diventato famoso e di tentare una carriera solista.
Di lì a pochi anni il ragazzo schivo avrebbe lasciato il posto ad un estroverso ed eccentrico pianista e cantante, capace di infiammare l'animo di numerosi fans con la sua presenza, le sue acrobazie al pianoforte e il suo look.
Durante i suoi concerti Elton si dimostrò in grado di coniugare il suo grande talento artistico a travestimenti inverosimili, invenzioni scenografiche e soprattutto di stupire con colorate e stravaganti montature di occhiali, di cui è tuttora un collezionista.
L'immagine eccessiva che accompagnava Elton John non rifletteva affatto la sua personalità, in realtà molto riservata e capace di liberarsi solo grazie alla musica.

Nel 1976 in un'intervista a "Rolling Stone" l'ormai famosissimo Elton John dichiarò al mondo la propria omosessualità suscitando uno scandalo; negli anni '80 cominciò ad abusare pesantemente di alcol e di stupefacenti.
Negli anni '90, Elton John si è sempre più distanziato dalla musica per trasformarsi in un personaggio più interessato alla vita mondana, un'icona con problemi di droga e alcool.

Home again

Metaforicamente tornare "a casa di nuovo" può significare anche avere una base sicura a cui far ritorno nei momenti di difficoltà.
Prima di spiccare il volo rispetto al proprio nido, ognuno di noi dovrebbe decidere in maniera consapevole cosa portare con sé e cosa lasciare andare, capire la propria storia per poi poter scegliere la strada più adatta. Molto spesso, invece, l'allontanamento da casa avviene senza consapevolezza. Questo processo lungo ed emotivamente intenso è un lavoro che tiene impegnati per molto tempo, soprattutto quando non si è molto consapevoli di alcuni aspetti personali.
In questo processo di elaborazione è possibile muoversi per reazione alla risposta dell'altro e fare per sfida l'opposto di quello che vorrebbero i genitori: l'uso di droga, di alcool, il comportamento dissennato, può essere un modo forte e dirompente per distinguersi dalla propria famiglia di origine.
Riprendo una delle canzoni di Elton, "Home again"; il testo ci parla metaforicamente di un ritorno a casa. Si può tornare a casa in tanti modi, fisicamente o anche solo con la mente.
A livello terapeutico tornare a casa significa fare i conti con la propria storia, con i fantasmi, con l'immagine dei genitori o dei familiari che la persona porta dentro.
Tutti noi abbiamo bisogno di una casa in cui poter tornare. Nel processo di differenziazione e crescita dalla propria famiglia di origine, tornare a casa significa scegliere quali aspetti di appartenenza tenere e quali lasciare andare.

"...se solo potessi tornare di nuovo a casa
Se potessi tornare a casa,
se potessi tornare a casa.
Se non fossi mai partito, non avrei mai saputo.
Tutti noi sogniamo di partire, ma finiamo col passare
tutto il nostro tempo cercando di ritornare di nuovo a casa"

Nel film tutto il racconto della vita di Elton viene narrato all'interno di un gruppo terapeutico a cui il protagonista si è rivolto per chiedere aiuto, dopo essere scappato da un concerto.
Nel film è presente simbolicamente il lavoro terapeutico che ora andrò a illustrare.

Il processo di cambiamento terapeutico

Perché consiglio di vedere questo film?
Perché nella parte finale è riassunta l'essenza della terapia e anche il processo di differenziazione che deve avvenire necessariamente rispetto alle proprie famiglie di origine.

In un passaggio molto bello al protagonista appaiono i vari personaggi della sua vita; vede la nonna, l'unica che lo aveva sempre sostenuto e che, nonostante riconoscesse la sua diversità, è stata in grado di cogliere anche la sua genialità e di accompagnarlo alla scuola dove poi avrebbe preso la borsa di studio.
Vede se stesso da bambino. Da molti anni non è più quel bambino; ha infatti cambiato nome, prendendo il nome d'arte di Elton John e abbandonando il nome di Reginald.
La sua strada di vita e la sua carriera artistica lo hanno portato lontano dal piccolo Sé bambino, ma sul finale del film la star si riappacifica con il suo bambino interiore, timido e introverso e molto diverso dal personaggio da palcoscenico che è diventato.
Il protagonista abbraccia se stesso da piccolo e si dona quel gesto di affetto che né la madre né il padre erano stati in grado di dargli, nonostante le sue continue richieste di attenzioni.
Nel gruppo terapeutico, attraverso il racconto della sua infanzia, può coccolare quel bambino impaurito e schivo che si sentiva diverso dagli altri ma che sapeva trovare nella musica la magia della vita.

A livello simbolico Elton la star incontra anche la madre e le dice che non può far altro che perdonarla. Una mamma fredda e incapace di empatia, che non è mai riuscita a dare amore a questo figlio, ma anzi ha tentato più volte di manipolarlo per avere i suoi soldi e un tenore di vita agiato.
Lei così spietata che le aveva detto che nessuno l'avrebbe mai amato.
Alla fine Elton la perdona in quanto può fare "solo quello", consapevole dei limiti della madre e di quello che lei gli può dare.
Il protagonista riesce quindi a rendersi conto delle effimere richieste di lei e del suo compagno, che nonostante non fosse una figura affettiva significativa, lui chiamava papà.

Il padre, invece, uomo freddo e rigido, nel secondo matrimonio si trasforma con i suoi due nuovi figli in un padre ideale, presente, attento e affettuoso.
Quando Elton va a trovarlo, lui gli chiede un autografo sul disco per un suo amico, nonostante si capiva che il disco fosse il suo.
L'orgoglio di quest'uomo è imbarazzante e doloroso, in quanto neanche in questa occasione riesce a chiedere perdono al figlio per non averlo amato come fa con gli altri due.
Elton perdona anche lui.

Un'altra figura sana, oltre a quella della nonna, è l'amico di Elton, Bernie, collega compositore, con cui ha collaborato durante tutta la sua carriera.
L'amico gli dice: "Siamo come fratelli, io ti voglio bene".
Un rapporto che non si incrina neanche quando Elton prova a baciarlo perché la risposta chiara e semplice dell'amico non ammette ambiguità e il rapporto professionale e affettivo può continuare come se nulla fosse.
Nel suo immaginario Elton incontra anche il suo ex compagno, nonché manager, che lo aveva allontanato dalle amicizie vere e gli dice: "Bisogna riconoscere chi non ti ha mai amato per sua incapacità", e forse per la prima volta in vita sua il ragazzo introverso e schivo non si prende la colpa di qualche errore che non ha commesso.
Essere amato è un suo diritto.
Lui infatti questa volta è consapevole del fatto che ha dato tutto ma non ha ricevuto nulla in cambio, avendo scelto, come in una profezia che si auto-avvera rispetto alle parole della madre "non sarai mai amato da nessuno", questo manager con tratti narcisisti e pieno di sé come compagno di vita.

Inizialmente quello che Elton racconta al gruppo è molto diverso dalla realtà vissuta, ma a poco a poco inizia a capire che mentire a loro significa mentire a se stesso.
Grazie al gruppo terapeutico, il protagonista è tornato lì nell'infanzia a concedersi quell'abbraccio che il padre gli aveva negato perché "non doveva fare il pappamolla" e la madre non aveva avuto il tempo di dargli perché troppo occupata a fare altro.
Elton si spoglia a poco a poco delle sue maschere e inizia a raccontarsi.
Al collega psicologo consiglio di guardare il film in quanto si può vedere a livello cinematografico il cambiamento che avviene nel lavoro terapeutico.

Conclusioni

Ogni film lascia un segno profondo nell'animo di chi lo guarda.
Mi piaceva condividere con altri colleghi le mie considerazioni.
La psicologia può aiutarci a vedere il mondo da diverse sfumature e farlo tiene noi psicologi in allenamento.
Nel film si vede chiaramente come all'inizio con il gruppo terapeutico "il paziente" condivide solo quello che vuole; si cela nuovamente dietro una maschera, questa volta si nasconde dietro una storia insipida che potrebbe essere di chiunque: "la mia infanzia era normale". Ma questo significa prima di tutto mentire a se stessi... le scene che raccontano la sua storia, infatti, si discostano molto da quanto detto.
Nel procedere del film il personaggio si spoglia: fisicamente togliendosi la maschera da "diavolo" che indossava al concerto da cui era scappato e psicologicamente raccontando la storia vera della sua vita, spiegando le sue ferite, la voglia di essere visto, riconosciuto e amato.
Cosa che la sua famiglia non era riuscita a fare.
Questo spiega a noi che vediamo il film, e a livello terapeutico a lui, il perché dei suoi vuoti e delle sue ferite, che è costretto a colmare con l'uso di droga e alcool.

Non conoscevo molto le canzoni di Elton né la sua storia, ma il film mi è piaciuto perché viene illustrato molto bene come questi personaggi istrionici, spavaldi ed estroversi, nascondano una storia tutt'altro che facile e un vissuto da timidi.
Possiamo vedere dalle ferite come il personaggio scelga per tutta la vita di rincorrere un moto di rivalsa, fino ad essere finalmente visto e ammirato. "Non ti rendi conto di quanto sia umiliante essere tua madre" gli diceva la madre, "non fare la femminuccia" gli diceva il padre; nessuno dei due ha visto il figlio per quello che era.
La storia ci racconta proprio un'incapacità familiare di riconoscere un figlio e i suoi bisogni.
La sofferenza del figlio è la risultate di tanti vuoti e tante mancanze accumulate nell'infanzia e nel tentativo spasmodico di trovare un riempimento, il protagonista usa quello che c'è, anche se disfunzionale.
Il sintomo, le relazioni promiscue, l'uso di droga, di alcool, i costumi appariscenti, nascondono questo eterno bisogno del protagonista di essere amato e visto.
Il suo ritorno a casa avviene quando vede tutti questi aspetti e perdona gli adulti significativi per non essere stati in grado di prendersi cura di lui.
Ora può prendere le distanze da tutto questo ed essere un compagno e un padre migliore o semplicemente diverso da quello prospettato dai suoi modelli familiari.

"Se non fossi mai partito, non avrei mai saputo.
Tutti noi sogniamo di partire, ma finiamo col passare
tutto il nostro tempo cercando di ritornare di nuovo a casa"

Elton si è disintossicato, ora è felicemente sposato con un uomo e ha due figli.

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