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Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili

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Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili

L'articolo "Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili" parla di:

  • L'elaborazione del lutto del protagonista
  • I messaggi di Amore, Tempo e Morte
  • La bellezza collaterale degli eventi difficili
Psico-Pratika:
Numero 173 Anno 2021

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Articolo: 'Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili'

A cura di: Claudia Nissi Collaboratore HT
Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili


Scheda Film
Anno: 2016
Durata: 97 minuti
Sceneggiatura: Allan Loeb
Regia: David Frankel
Cast: Will Smith, Edward Norton, Keira Knightley, Kate Winslet, Helen Mirren, Naomie Harris, Michael Peña, Enrique Murciano, Kylie Rogers
Genere: Drammatico

    INDICE: Film e Psicologia: Collateral beauty, attivare le risorse nei momenti difficili
  • Introduzione
  • Trama del film
  • Elaborazione del lutto
  • Amore
  • Tempo
  • Morte
  • Conclusioni
  • Altre letture su HT
Introduzione

Attenzione: spoiler

Questo articolo prende spunto da "Collateral beauty", film del 2016 diretto da David Frankel.
Ho trovato molto interessante il messaggio positivo del film, nonostante il protagonista Will Smith affronti un lutto grave con conseguenze molto profonde dal punto di vista emotivo, personale e relazionale.
Il film spinge a cercare gli effetti collaterali di "bellezza", intesi come messaggi o insegnamenti, rispetto a un evento gravissimo e devastante come la morte di un figlio.

In qualità di psicologi abbiamo il compito di promuovere la salute; questo significa poter rivalutare gli aspetti della vita, accettando necessariamente gli eventi sia positivi che negativi e considerando gli effetti collaterali di un evento, le risorse personali e la possibilità di scelta che è nelle mani di ognuno di noi.

Trama del film

Un uomo di successo, socio di maggioranza di un'azienda pubblicitaria, perde la figlia di 6 anni per un tumore al cervello.
L'effetto domino di questo evento farà cadere a pezzi tutti i tasselli della sua vita: si lascia con la moglie, perde i maggiori clienti dell'azienda, si allontana dai suoi amici e si ritira in se stesso. Il protagonista tende a mistificare il lutto comportandosi come se non avesse mai avuto una figlia e annullandosi come persona.
L'unico legame con quanto accaduto è rintracciabile nella rabbia che lo spinge a scrivere una lettera per ognuna delle tre "entità inanimate" che lui ritiene essere i pilastri e i motori del mondo: amore, tempo e morte.
Secondo lui anche la pubblicità che la sua azienda promuove si deve incentrare su questi temi: l'acquisto di qualcosa avviene per amore, per aver più tempo e per sfuggire alla morte.

Insieme al protagonista lavorano tre amici e colleghi che, preoccupati per il loro capo e per le sorti dell'azienda, cercano un modo per aiutarlo.
Assecondando così un pensiero al limite tra realtà e psicosi, ingaggiano tre attori per impersonare le tre entità e rispondere "dal vivo" alle lettere che il protagonista aveva "inviato" all'Amore, alla Morte e al Tempo.

Elaborazione del lutto

Bowlby J., psicologo e psicanalista, in "Attaccamento e trauma" individua tre fasi di elaborazione del lutto:

  • Negazione, il soggetto manifesta principalmente rabbia con difficoltà di accettazione;
  • Depressione per la perdita della persona amata, che comporta un profondo dolore;
  • Accettazione e riorganizzazione.

Le fasi sono differenziate solo sul piano teorico, mentre come vediamo anche nel film, durante un lutto si può oscillare tra stadi ed emozioni differenti (negazione, rabbia, disperazione,...).
Il lavoro terapeutico consiste in una prima fase di esplicitazione del dolore, della disperazione e della rabbia. Una volta accolte tutte queste emozioni negative, la persona può iniziare ad accettare quanto accaduto e ristrutturare la sua vita in linea con la nuova situazione. Questo processo richiede necessariamente un tempo che varia da persona a persona.

Nel film il protagonista era in una fase di assoluta negazione della morte della figlia, tanto da non riuscire a pronunciare il suo nome o a parlarne, ad accettare di prendere delle responsabilità al lavoro, a frequentare un gruppo di aiuto per genitori che avevano perso un bambino, a firmare le pratiche legate alla morte della figlia.

Il protagonista manifesta la sintomatologia in maniera "cronica" (per un periodo superiore a 6 mesi) e una fissazione sulla fase di negazione.
Probabilmente la sua situazione non si sarebbe evoluta positivamente se gli amici non fossero intervenuti per aiutarlo.

Amore

L'Amore nel film è interpretato da una giovane ragazza, abbinata a un amico del protagonista che ha un rapporto conflittuale con la figlia nella fase della preadolescenza.
Nel film questo personaggio non riesce ad avere un ruolo cardine nella vita della ragazzina che vive con l'ex moglie e che lo "snobba". Le sue proposte per incontrarsi non vengono prese sul serio e lei gli nega sempre la possibilità di vedersi.
Il messaggio dell'Amore all'amico è di combattere per riconquistare la relazione con sua figlia; è lui, come adulto e padre, che deve andarle incontro e dimostrare quanto tiene a lei.
La situazione allora cambia quando lui, motivato dalle parole di Amore e sensibilizzato dalla situazione di perdita vissuta dall'amico, decide di presentarsi alla figlia in una modalità molto più determinata e sicura, tanto da non poter ricevere un no come risposta. La sua determinazione fa sì che la figlia accetti la presenza del padre nella sua vita e si dia la possibilità di frequentarlo perché per la prima volta sente di essere voluta.
Il messaggio dell'Amore è quello di mostrare questo affetto senza paura di essere respinti. La bellezza sta nel fatto che non solo il padre riesce a farsi sentire emotivamente, ma anche la figlia coglie questa nuova sfumatura di significato nel rapporto con il padre.

Nel film il protagonista scrive all'Amore di quanto sia arrabbiato con lei, come entità, in quanto da quando la figlia è morta ha perso quell'amore che vedeva riflesso nei suoi occhi e nel suo sorriso.
L'Amore fa presente al protagonista che il sentimento di bene verso la figlia risiede ancora nella sua disperazione. Proprio l'affetto che lo lega alla figlia mantiene viva la sua rabbia e l'incapacità di accettare la situazione. Non si può vivere senza amore, perché l'amore è in ogni cosa, anche negli aspetti più negativi della vita.
Il messaggio di Amore rispetto all'impossibilità di vivere senza affetto, farà "svegliare" il protagonista dall'idea di poter continuare a vivere in questa alessitimia emotiva.
Decide così di ascoltare il vissuto di altre persone che affrontano una situazione simile alla sua e, prendendo parte al gruppo di auto-aiuto, il protagonista impara a dare voce al suo dolore.
Riconoscere il proprio dolore sarà il primo atto d'amore verso se stesso e per l'elaborazione del lutto.

Tempo

Il Tempo è rappresentato da un giovane ragazzo spavaldo e incosciente e viene associato a una donna amica del protagonista, che ha rinunciato alla sua vita affettiva per dedicarsi al lavoro.
La donna si trova in quella fase personale, intorno ai 40 anni, in cui di solito si tende a fare un bilancio e a confrontarsi con il proprio orologio biologico, che le dice che a breve potrebbe non avere più un figlio suo.
Senza un compagno di vita, la donna consulta siti sulla genitorialità coltivando il desiderio di avere un figlio in maniera autonoma.
Ovviamente la donna si confronta con il tempo in maniera preminente, avendo appunto poche possibilità per realizzare il suo sogno di diventare madre naturalmente.
Il messaggio del Tempo alla donna è che si può essere madri in tanti modi diversi e questo amore generativo non ha età. In ogni momento della vita si ha la possibilità di scegliere come vivere e come donare questo amore materno. Si può decidere in maniera consapevole se voler diventare madre oppure cogliere la possibilità proposta dal Tempo, trovando un modo alternativo di donare amore nella quotidianità.
Altro messaggio positivo del tempo è stare nell'hic et nunc, nella dimensione filosofica del presente visto che il passato non può essere vissuto nuovamente né tantomeno si può vivere il futuro che deve ancora arrivare.

Il protagonista à arrabbiato con il Tempo, come entità, perché alla sua bambina è stata tolta la possibilità di crescere. Proprio in virtù del fatto che il protagonista è vivo, ha l'impegno morale anche nei confronti della figlia e della sua vita di vivere.
Nel Qui e Ora ognuno di noi deve fare i conti con quello che c'è nella realtà "adesso", anche se non sempre ci piace ciò che accade. Questo il protagonista lo impara dal confronto con il Tempo.

La forza generativa di un padre che perde un figlio, in quale nuova forma di amore si può riversare nel qui e ora?
Il protagonista rinnova il rapporto con la moglie interrotto dopo la morte della figlia e riprende in mano le redini della sua azienda, riconoscendo agli amici il grande valore del loro legame.

Morte

La morte, nel film, è associata ad un'eccentrica ed energica signora anziana, che metaforicamente appare quando una persona sta per morire.
Questo personaggio è associato al terzo amico del protagonista. Un uomo malato terminale che non ha ancora detto alla sua famiglia che gli resta poco tempo da vivere.
Il messaggio della Morte al terzo amico è relativo all'importanza di condividere quel dolore con la propria famiglia in modo da preparare anche loro a quello che necessariamente sarebbe avvenuto. L'uomo lo dice alla moglie. La donna gli risponde candidamente che già sapeva che le sue condizioni di salute erano peggiorate. Questo dialogo permette ad entrambi di dare voce al dolore e alla disperazione che la solitudine di quei mesi aveva amplificato. Ovviamente il loro compito come genitori era di dirlo alla figlie, ma da quel momento sarebbero stati in due a portare quel fardello.
L'insegnamento, di fronte alla morte, è di permettersi di vivere il dolore ma anche lasciare agli altri la possibilità di starci vicino in un momento così difficile.

Nel film il protagonista si arrabbia con la morte per aver portato via la sua bambina e non aver rispettato l'accordo. Prima che la bambina morisse, infatti, lui aveva pregato la morte affinché facesse morire lui al posto della figlia.
La Morte gli insegna che smettere di vivere non gli avrebbe restituito la figlia e annullarsi non avrebbe alleggerito il suo dolore. Accettare la morte della figlia è il primo passo del protagonista per ricominciare a vivere, compiendo quegli atti burocratici che fino a quel momento aveva procrastinato.
Accogliere ciò che non poteva essere cambiato ridimensiona il suo potere di padre e il suo senso di colpa per non aver potuto salvare la figlia.

Conclusioni

Come sempre, l'individuo con libero arbitrio può scegliere tra l'effetto domino che conduce alla morte e un effetto domino che porta ai "collateral beauty" di un'esperienza emotivamente molto pesante per tutti.
Il finale sorprendente del film apre alla seconda ipotesi, alla prospettiva che si possa ritrovare una bellezza collaterale (messaggi, insegnamenti) nell'affrontare gli eventi difficili che la vita ci pone davanti.
Nonostante il protagonista avesse vissuto fino a quel momento in una bolla, lui aveva percepito come i suoi amici si sentissero e come stessero sprecando la loro vita. In un discorso finale, l'uomo è finalmente in grado di vedere le persone che ha intorno e che gli vogliono bene e per ognuno elenca cosa stavano perdendo non vivendo il presente: la donna il desiderio di diventare mamma, l'amico il rapporto con la figlia, l'altro il prendersi cura di sé, della sua salute e della sua famiglia in un momento molto delicato della sua vita.
Di fronte ad un lutto, situazione che non è possibile controllare, il protagonista ci insegna che noi possiamo fare la differenza iniziando a cambiare delle piccole cose, per guardare qualsiasi momento in maniera diversa.
La bellezza collaterale è riuscire a "far nascere un fiore nell'asfalto".

La dimensione terapeutica e il lavoro psicologico da fare in questi casi risponde alla domanda: cosa posso fare di tutto questo dolore?
Promuovere una cultura del benessere e della salute ed educare a vedere il bello è una scelta responsabile che ognuno di noi può assumere per sé e gli altri. Il lavoro terapeutico nell'elaborazione del lutto assume necessariamente anche questo compito.

Concludo con alcune righe della Preghiera della Serenità del Pastore Friedrich Christoph (XX secolo).
Al di là della dimensione religiosa, queste parole possono concedere uno spunto di riflessione su come possiamo affrontare i momenti bui della vita.
Mi preme sottolineare che al termine fede non voglio dare una connotazione religiosa, ma semplicemente aprirci alla speranza di dare un significato diverso a eventi profondamente tristi.

"Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare; la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare; e la saggezza di conoscerne la differenza."

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