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Dalì, Psicoanalisi, tempo, inconscio e metodo paranoico critico Dalì... a qui: un viaggio nel tempo dell'inconscio
L'articolo " Dalì, Psicoanalisi, tempo, inconscio e metodo paranoico critico" parla di:
- Il metodo paranoico critico
La rappresentazione del tempo Tempo e vissuto emotivo in terapia
Articolo: 'Dalì, Psicoanalisi, tempo, inconscio e metodo paranoico critico Dalì... a qui: un viaggio nel tempo dell'inconscio'
INDICE: Dalì, Psicoanalisi, tempo, inconscio e metodo paranoico critico
- Introduzione
- Dalì e il tempo
- Tempo, ricordi e terapia
- Conclusioni
- Altre letture su HT
Introduzione
Ho avuto finalmente il tempo di visitare a Matera la mostra di Salvador Dalì (1904-1989), uno dei più importanti artisti
del XX secolo ed uno dei maggiori esponenti del Surrealismo, e ho potuto assaporare alcune delle sue sculture, oltre che immergermi nel genio
di questo artista senza tempo.
Per surrealismo si intende il movimento artistico e letterario nato dopo la Prima Guerra Mondiale, che afferma l'importanza dell'inconscio
nel processo di creazione, in contrapposizione al dominio della ragione.
Dalì si immerge nelle suggestioni psicologiche di Freud, padre della Psicanalisi, e da lì assorbe le influenze sul sogno,
sull'inconscio, sulla contrapposizione tra gli opposti.
La sua genialità è, a mio avviso, nel riuscire a tramutare queste suggestioni in quadri e sculture e far parlare le sue opere
con il "linguaggio dell'inconscio".
Dalì considerava i sogni e le fantasie come chiavi di lettura per la conoscenza del pensiero umano ed era convito che l'inconscio
influenzasse nettamente la vita quotidiana, la realtà del soggetto e ovviamente i suoi sogni.
Il materiale inconscio traspare in tutte le sue opere. Infatti, attraverso il "metodo paranoico critico" da lui ideato, Dalì
riesce ad osservare molto bene la sua interiorità e ad esprimerla su tela e nelle sue sculture.
Questo metodo è una tecnica ideata dall'artista che coinvolge illusioni ottiche, immagini multiple e associazioni interpretative dei
fenomeni deliranti.
Nella storia familiare di Dalì mi ha colpito che i suoi genitori gli hanno dato il nome del fratello morto e gli hanno fatto credere
che lui fosse la sua reincarnazione, facendolo crescere in una campana di vetro per paura che gli succedesse qualcosa. Questa dimensione
familiare delirante ha generato la "paranoia" di Dalì, che lui stesso definisce "una malattia mentale cronica, la cui sintomatologia
più caratteristica consiste nelle delusioni sistematiche, con o senza allucinazioni dei sensi. Le delusioni possono prendere la forma
di mania di persecuzione o di grandezza e ambizione".
Tra i temi trattati nella sua arte (le donne, gli angeli, le farfalle, le metamorfosi, ...) il tempo è il tema che mi ha entusiasmato
di più.
Dalì definisce il tempo una "costante incostante", rappresentabile nella sua "mollezza" e non fisso e uguale per tutti.
Dalì e il tempo
Il tempo è un concetto creato dall'uomo per darsi una coordinata temporale oltre che spaziale.
Dalì mette in relazione il concetto di tempo con la teoria della relatività di Einstein e asserisce che il tempo è relativo
e connesso al soggetto.
Se ci divertiamo, infatti, il tempo passa velocemente, a differenza di quando ci annoiamo.
Anche la memoria del tempo viene intaccata e quindi il tempo del ricordo scorre in maniera diversa secondo la soggettività e la percezione
di ognuno.
Dal quadro "La persistenza della memoria" (1931) vengono riprodotte le sculture più famose relative alla "Danza del tempo", l'omonima
scultura "Persistenza della memoria", la "Sovranità del tempo" e il "Profilo del tempo".
Le raffigurazioni nel dipinto e nelle sculture di orologi liquefatti, appesi, molli, si rifanno all'idea che il tempo abbia una dimensione
fluida e influenzata dalla psiche di ognuno.
I ricordi e lo stato d'animo condizionano la nostra memoria, per questo il paesaggio brullo del quadro è ornato da orologi
diversi tra loro, adagiati sui rami e sul terreno arido.
Nel quadro ogni orologio simboleggia una tipologia di memoria differente; l'orologio intatto rappresenta la memoria funzionante, l'orologio
deformato simboleggia la memoria inesistente, l'altro orologio senza lancette indica il tempo del sogno, con la sua dimensione irrazionale e inconscia.
Il tempo rappresentato nelle sculture come un orologio danza a un ritmo tutto suo (l'orologio è fluido, molle, sembra ballare);
è sovrano dell'uomo (l'orologio è rappresentato con una corona) e suo tiranno, in quanto l'essere umano non può fare a
meno di correre alla ricerca "del tempo perduto".
L'orologio è, inoltre, raffigurato molle in quanto il tempo dell'uomo fluisce in base alla sua percezione, al suo vissuto, al suo stato
d'animo.
Infine, l'orologio si liquefa e forma un volto con una lacrima che scorre sul viso a testimonianza che l'uomo deve necessariamente seguire
la strada della vita e lo scorrere del tempo.
Tra le sculture c'è anche un omaggio ad Alice nel Paese delle Meraviglie.
Il sogno della protagonista ha inizio con un coniglio bianco che corre perché troppo tardi e la successiva perdita nella storia della
dimensione del tempo, dello spazio, delle forme e del reale. In questo paesaggio onirico completamente diverso dalla realtà, l'orologio
che scandisce il tempo perde il suo significato. Il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie fornirà degli elementi di crescita e
arricchimento per la protagonista.
Nel sogno, infatti, la cronologia e la logica presente nella realtà è completamente inesistente. Il tempo onirico è molto
diverso dal tempo reale e si dilata o scorre lentamente a seconda della percezione della nostra psiche.
Tempo, ricordi e terapia
In terapia il tempo è una variante che si collega al concetto di vissuto emotivo, varia in base allo stato d'animo della persona e,
pertanto, non è una dimensione affidabile.
Bowlby, Psicologo Medico e Psicanalista, aveva teorizzato che i nostri ricordi sono influenzati dal nostro stile di attaccamento.
Pertanto, noi ricordiamo con più facilità gli eventi e gli episodi che maggiormente richiamano situazioni in linea con il nostro
stile di attaccamento e che confermano la nostra visione del mondo, di noi e degli altri.
Possiamo chiederci, come psicologi: questo falsa il lavoro terapeutico?
Immaginiamo che l'evento non sia avvenuto come il paziente lo riporta, ma sia diverso. In realtà a noi terapeuti non cambia molto,
in quanto noi dobbiamo sempre lavorare con quello che il paziente porta in testa.
Anche la famiglia "mentale" del paziente potrebbe essere parzialmente diversa da quella reale, ma sono i fantasmi del paziente con i quali
bisogna dialogare per aiutarlo a costruire una nuova storia.
Pertanto il tema del tempo, della memoria, del ricordo attiva inevitabilmente in noi terapeuti tante domande e sollecitazioni sulle quali
siamo chiamati a riflettere.
La terapia diventa un percorso dinamico, proprio perché non si ha un'unica realtà ma tante sfaccettature emotive che vanno a
costruire l'io del paziente e la sua storia.
Conclusioni
L'uomo contemporaneo a Dalì è afflitto dall'ansia dello scorrere del tempo, dalla paura della morte e dall'ansia di non riuscire a
far tutto.
L'uomo moderno, in maniera più marcata, ha paura di invecchiare e pertanto combatte lo scorrere del tempo con interventi di chirurgia
estetica e estenuanti sessioni in palestra, dove il personal trainer diventa l'equivalente del proprio medico di base.
Per questo ho deciso di concludere questo articolo con una poesia di Madre Teresa di Calcutta, che ci dona una dimensione del tempo "pieno",
spirituale... ma soprattutto personale, perché ognuno ha il diritto di avere tempo per la propria persona e coltivare il suo
vero sé.
«Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere.
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla terra
È la musica dell'anima.
Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare.
È il segreto dell'eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare.
È la fonte della saggezza
È la strada della felicità
È il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità
È la chiave del Paradiso»
Altre letture su HT
- Redazione, "Sigmund Freud: introduzione, opere, video e link",
articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 24, 2006
- Redazione, "John Bowlby", articolo pubblicato su HumanTrainer.com,
Psico-Pratika nr. 146, 2018
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