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Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi

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Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi
Manuale di Camerini, Test di valutazione, attaccamento e SAT

L'articolo "Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi" parla di:

  • Valutazione delle competenze genitoriali
  • Test utilizzati durante la valutazione
  • Valutazione dell'attaccamento
Psico-Pratika:
Numero 128 Anno 2016

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Articolo: 'Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi
Manuale di Camerini, Test di valutazione, attaccamento e SAT'

A cura di: Francesca Emili Autore HT
    INDICE: Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi
  • Premessa
  • La valutazione delle competenze genitoriali con il Manuale di valutazione delle capacità genitoriali di Camerini
  • L'uso dei test nella valutazione
  • L'attaccamento in breve
  • Valutazione dell'attaccamento: presentazione di alcuni strumenti
  • Riflessioni sul SAT
  • Conclusioni
  • Bibliografia
  • Altre letture su HT
Premessa

Nel mio lavoro come psicologa mi sono avvicinata al mondo della Psicodiagnosi solo negli ultimi anni.
Avendo studiato alla Facoltà di Psicologia di Roma scegliendo l'indirizzo di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione, ormai parecchi anni fa, e avendo sempre sentito più affine l'approccio sistemico, il mondo dei test mi rimaneva lontano e quasi ostico.
Dopo aver lavorato in comunità per minori, comunità per ragazze madri e per un'associazione che si occupava di tutela dei bambini vittime di abuso e di Psicologia dell'emergenza, ho gradualmente iniziato a dedicarmi alle relazioni famigliari soprattutto nell'ambito delle separazioni e dei divorzi.
Negli ultimi anni, quando ho cominciato ad occuparmi di consulenze tecniche come consulente di parte, ho sentito la necessità di approfondire alcuni test per avere gli strumenti per poter valutare il corretto lavoro svolto da un CTU all'interno di una valutazione più completa delle competenze genitoriali, che andasse al di là dell'analisi clinica dei colloqui.

La valutazione delle competenze genitoriali con il Manuale di valutazione delle capacità genitoriali di Camerini

La valutazione delle competenze genitoriali è negli ultimi anni sempre più al centro di studi che stanno cercando di proporre una struttura di lavoro sufficientemente completa e condivisa dai diversi professionisti.

Abbastanza recentemente si fa riferimento a Camerini (Manuale di valutazione delle capacità genitoriali, Maggioli 2011), che propone una serie di protocolli per valutare situazioni di pregiudizio (nelle decisioni in merito alla perdita della potestà e alla messa in adozione, all'affidamento e collocazione dei figli minori) rispetto a:

  1. salute psicofisica del minore;
  2. rischio di abuso o trascuratezza;
  3. situazioni di abbandono;
  4. situazioni di separazione dei genitori.

Lo strumento di Camerini permette la valutazione delle competenze genitoriali che può essere svolta in contesti anche molto diversi tra loro.

In un contesto giuridico all'interno di una CTU (Consulenza Tecnica d'Ufficio) per valutare le capacità genitoriali in situazioni di separazioni conflittuali, affido o adozione, in situazioni di forte pregiudizio per il minore, maltrattamenti o abuso.
In un contesto di tutela minori quando i servizi sociali vengono incaricati dal Tribunale di svolgere un'indagine psicosociale su una famiglia che ha dimostrato segnali di disagio.
Nelle indagini di coppia svolte dalle Equipe adozioni per la domanda di disponibilità per l'Adozione Nazionale e Internazionale.

Il servizio pubblico segue a propria discrezione il Manuale o i test, ogni equipe si organizza come meglio crede. In genere l'uso di alcuni test è affiancato ai colloqui per sostenere le osservazioni di fronte al Tribunale.

L'uso dei test nella valutazione
Le competenze genitoriali: manuale di valutazione e psicodiagnosi

La decisione di usare dei test durante una CTU, o una valutazione delle competenze genitoriali, dipende dai professionisti e dalle richieste che sono state fatte dal Tribunale.

Obiettivi. L'esame di personalità dei minori e dei genitori può essere fatto facendo riferimento a tre obiettivi diversi:

  • valutazione comportamentale e di personalità: indaga l'atteggiamento dei genitori durante i colloqui, è soprattutto a carattere descrittivo. I test che possono essere impiegati sono ad esempio MMPI2 o BIG FIVE;
  • valutazione clinica: indaga approfonditamente la struttura di personalità e il funzionamento dell'Io, avvalendosi di modelli psicopatologici psichiatrici o psicodinamici, facendo riferimento al DSM IV o ICD-10;
  • valutazione delle relazioni: indaga le relazioni tra i genitori e tra i genitori e i figli. Possono essere impiegati test come il PARI, l'IRF, il test della Doppia luna, il disegno congiunto.

Aree di indagine. I test psicologici utilizzati nelle valutazioni si possono suddividere in aree di indagine:

  1. area cognitivo intellettiva: test di intelligenza (ad esempio: WAIS-R, WISC IV, Matrici di Raven), test di sviluppo (per esempio: Test grafici - persona, albero, famiglia - o la BVN, Batteria di Valutazione Neuropsicologica per l'età evolutiva);
  2. area della personalità, tecniche proiettive (ad esempio: Rorschach, TAT, CAT, test di Wartegg), questionari di personalità (MMPI2, SAR, impiegata per la valutazione delle capacità di riconoscere, esprimere e verbalizzare le emozioni);
  3. area relazionale: test di valutazione dell'attaccamento (ASCT; AQS; SAT; ORT).

Modalità. Per quanto riguarda invece le modalità che utilizzano abbiamo:

  1. tecniche di tipo associativo: vengono presentati degli stimoli al soggetto che vi deve associare la prima frase o parola che gli viene in mente, ad esempio nell'ORT;
  2. procedimenti di tipo costruttivo: viene chiesto di costruire qualche cosa, ad esempio una storia come nel TAT o nelle Favole della Duss;
  3. metodi espressivi: si chiede di costruire o creare qualcosa valutando il risultato finale ma anche la modalità con cui si esegue il compito, ad esempio nei test grafici dell'albero o della persona.

In ambito giuridico quelli che personalmente ho visto più volte impiegati sono l'MMPI-2 o il Big Five per l'indagine della personalità, il Rorschach, TAT e CAT per i proiettivi e il SAT per la valutazione dell'attaccamento.
È importante valutare l'attaccamento anche negli adulti perché i suoi modelli interni trovano riscontro nelle sue modalità di gestione del figlio.

Come si propone il test. L'introduzione di un test all'interno di un rapporto tra Professionista e cliente implica l'attenzione a nuovi aspetti.
La somministrazione e la successiva codifica del test devono necessariamente seguire precise norme non modificabili a discrezione dello psicologo.

Fiducia. È necessario prima dei test instaurare un rapporto di fiducia con il cliente, informarlo sugli obiettivi dell'indagine psicodiagnostica e osservare e prendere nota di come il soggetto accetta la proposta e reagisce alla somministrazione dei test.

Scelta della batteria di test. La scelta della batteria di test (mai si parla di un unico test!) da somministrare dipende dagli obiettivi della consultazione, dal tipo di informazioni che si vogliono avere, dal tipo di problema o disturbo, dall'età dei soggetti, dall'indirizzo teorico dello psicologo (sistemico, psicodinamico, ecc.).

Somministrazione. L'ordine di somministrazione dei test facenti parte della batteria che abbiamo scelto segue il principio per cui, tendendo a creare un clima sereno e di collaborazione, si parte dallo strumento meno stressante per terminare con quello più impegnativo (in genere prima quelli di intelligenza e poi quelli di personalità e proiettivi).

Interpretazione. Nell'interpretazione dei test lo psicologo deve tenere conto sempre perché li ha applicati e quali informazioni vuole ottenere e deve prendere in considerazione, oltre agli aspetti quantitativi, anche tutte le osservazioni riguardanti la comunicazione non verbale.

L'attaccamento in breve

In una valutazione è utile, e secondo me importante, indagare anche lo stile di attaccamento dell'adulto che influenza i comportamenti che mette in atto nella relazione con il figlio (e in generale nelle relazioni affettive).
L'attaccamento è un legame che una persona ha con un'altra persona, un legame che unisce nello spazio e che si protrae nel tempo.
L'obiettivo del comportamento di attaccamento è di tentare di raggiungere e mantenere un certo livello di vicinanza con l'adulto, in particolare nelle situazioni di pericolo, e questo fa derivare un sentimento di sicurezza nel bambino.
Si può parlare di relazione di attaccamento quando siamo di fronte alla presenza di tre caratteristiche fondamentali:

  1. ricerca di vicinanza alla figura di attaccamento da parte del bambino come necessaria per sentirsi al sicuro. Il bisogno di vicinanza fisica varia in base a diversi fattori, come l'età, il temperamento del bambino, le situazioni e il contesto e le condizioni personali del momento (stanco, ammalato, impaurito, ...);
  2. tendenza a cercare nell'adulto la presenza di una base sicura a cui fare riferimento. Per base sicura si intende un riferimento stabile, un "porto sicuro" in cui rifugiarsi nelle situazioni di pericolo e dal quale ripartire per esplorare il mondo;
  3. protesta per la separazione dalla figura di attaccamento da parte del bambino.

L'attaccamento nella descrizione di Bowlby (Attili 2001) veniva suddiviso in 3 categorie:

  1. sicuro: i bambini protestano al momento della separazione e al momento della riunione si avvicinano cercando il contatto fisico;
  2. insicuro: piangono angosciati nel momento dell'allontanamento e ricercano il contatto nel momento della riunione;
  3. evitante: non protestano per l'allontanamento concentrando l'attenzione sull'ambiente e hanno un comportamento amichevole con l'estraneo; al ritorno della madre la ignorano.

È importante capire il meccanismo su come ci si "attacca" e ci si "separa" perché nella vita adulta in situazioni di difficoltà riproponiamo atteggiamenti nati nei primi anni di vita. Semplificando, provando a fare un esempio, se si è avuto un attaccamento insicuro con la propria madre si avrà incertezza nei rapporti affettivi, sempre con l'ansia o la paura di perdere qualcuno.
Sono importantissimi i primi due anni di vita, ma anche il periodo dello sviluppo puberale e dell'adolescenza.

Il modello di attaccamento può essere corretto qualora si incontrino figure significative che modificano il primo modello operativo interno, ma se anche la seconda figura è deficitaria viene confermato il primo modello.
Dopo l'età adolescenziale il modello diventa più difficile da modificare.

Valutazione dell'attaccamento: presentazione di alcuni strumenti

Il metodo più diffuso per valutare l'attaccamento nella prima infanzia è rappresentato da una procedura osservativa chiamata Strange Situation Procedure (Ainsworth 1978) che si basa sulla registrazione di otto episodi di separazione e di riunione tra madre e bambino in condizione di stress crescente e sulla registrazione delle emozioni che il bambino esprime in tale contesto e che suddivide ulteriormente la categoria dell'attaccamento insicuro in ambivalente, disorganizzato e misto.

Ma per quanto riguarda altre procedure o test, queste sono quelle maggiormente usate (Cavedon, Magro 2010).

Attachment Story Completion Task (ASCT)
Questa procedura di valutazione dell'attaccamento (Bretherton, Ridgeway e Cassidy, 1990) è rivolta a bambini in età prescolare e scolare.
Si presentano al bambino alcune storie, che evocano tematiche importanti rispetto all'attaccamento, tramite l'uso di personaggi-giocattolo.
La procedura è molto semplice, realizzata con materiali facilmente reperibili, e non genera stress al bambino perché è presentata sotto forma di gioco.

Lo psicologo, utilizzando i componenti di una famiglia di personaggi-giocattolo, inizia a raccontare una storia e invita il bambino a completare la narrazione, muovendo i personaggi e facendoli parlare. Ogni storia dura circa 2 minuti.

Le storie e le tematiche indagate sono:

  1. figura di attaccamento in relazione di autorità con il bambino;
  2. sentimenti che suscitano comportamenti di attaccamento e protezione (paura/dolore);
  3. ansia da separazione e abilità di risolvere i problemi;
  4. modalità e strategie di ricongiungimento dopo la separazione.

Al termine si possono attribuire al bambino comportamenti che identificano un attaccamento Sicuro, un attaccamento Insicuro Evitante o un attaccamento Insicuro Disorganizzato.

Attachment Q-Sort (ASQ)
L'uso dell'ASQ è indicato per la valutazione dell'attaccamento per bambini da 1 a 5 anni. Il metodo (Waters e Deane 1985) si basa su osservazioni fatte dal professionista a casa della famiglia nelle normali situazioni di vita quotidiana.
È costituito da novanta items descrittivi per valutare il comportamento di attaccamento verso la madre di un determinato soggetto.
Si organizzano gli items in nove gruppi in base al loro grado di somiglianza o meno con il soggetto descritto; gli items che meglio descrivono il soggetto esaminato riceveranno un punteggio alto di somiglianza, mentre quelli che riportano caratteristiche opposte ottengono un punteggio più basso.
L'insieme dei punteggi ottenuti rappresenta il profilo di ogni bambino.
I profili che se ne ricavano sono quello di "sicurezza" e "dipendenza", ma non distingue l'attaccamento sicuro dall'attaccamento insicuro.

Separation Anxiety Test (SAT)
In questo articolo mi riferisco alla versione elaborata da Grazia Attili (2001). L'autrice presenta una revisione e un adattamento italiano del Separation Anxiety Test (SAT) di Klagsbrun e Bowlby (1976).
È uno strumento di tipo semiproiettivo utilizzabile sia per fini clinici che di ricerca, che nella versione italiana permette di rilevare i modelli mentali dell'attaccamento a partire dai 4 anni di età.

Cosa valuta e come si compone. Permette di evidenziare i rischi di insorgenza di patologie legate alla condotta e individuare i modelli mentali dell'attaccamento.
Misura l'attaccamento, chiedendo risposte su ipotetiche situazioni di separazione, illustrate in sei tavole per i maschi e sei per le femmine, cominciando da quella emotivamente più pesante a quella più leggera.

Somministrazione. Le tavole vengono mostrate una alla volta e si descrive al soggetto chi sono i personaggi e cosa stanno facendo nella vignetta.
Al termine vengono fatte 4 domande: la prima e la seconda domanda indagano le emozioni legate alla separazione, la terza come il bambino affronta la separazione e la quarta indaga le reazioni al ricongiungimento.

Scoring. Le risposte alle prime tre domande, che vengono annotate letteralmente insieme al comportamento non verbale sulla scheda di risposta, vengono classificate in 17 categorie che descrivono le emozioni provate.
Queste categorie vengono poi raggruppate in otto classi derivate dalla teoria dell'attaccamento: attaccamento, mancanza di autostima, ostilità, fidarsi di se stesso, evitamento, ansia, ansia incontrollabile/angoscia, confusione.

A queste classi è possibile dare un punteggio da -2 a +2 in base a quali attaccamenti è possibile ricondurle.
Le risposte alla terza domanda vengono anche analizzate rispetto al modo in cui vengono affrontate le situazioni e classificate nelle categorie: attività appropriate, attività di controllo, attività inappropriate, pessimismo irrealistico, ottimismo irrealistico, evitamento, mancanza di azione, pessimismo catastrofico.
Le risposte alla quarta domanda non prevedono uno scoring perché hanno solo un valore descrittivo.

Interpretazione. La classificazione del modello di attaccamento si può basare sia su un punteggio globale dato dalla somma dei punteggi, sia sull'analisi della classe preponderante:

  • Sicuro. Il soggetto non si disinteressa della separazione ma sa che i suoi movimenti di autonomia saranno approvati dalla madre dalla quale può tornare.
  • Ambivalente. Il soggetto presenta ansia e angoscia da separazione, descrive in modo esagerato le emozioni, dimostra un atteggiamento di rabbia.
  • Evitante. Ha difficoltà ad accedere alle emozioni, spesso ha genitori svalutanti e distaccati che non aiutano a esprimere emozioni.
  • Disorganizzato. Vede la realtà esterna catastrofica, spesso ha genitori con drammi irrisolti.
  • Confuso. Non sa leggere le intenzioni degli altri, che vengono visti come imprevedibili.
Riflessioni sul SAT

Ho voluto parlare qui principalmente del SAT sia perché lo ritengo uno strumento semplice e immediato, facile da usare anche se si è alle prime esperienze, sia perché è uno strumento economicamente accessibile (Grazia Attili, Ansia da separazione e misura dell'attaccamento normale e patologico, edizioni Unicopli, 2001).

Durante la somministrazione il soggetto apprezza le vignette, che presentano una grafica semplice e chiara (meno ansiogena delle tavole del TAT o dell'ORT), è facilitato dalla descrizione della situazione e facilmente risponde alle semplici domande.

Avendolo usato anche con adolescenti ho visto che è piacevole e veloce da somministrare.
Lo scoring è semplice da fare (anche la prima volta) perché le indicazioni del manuale sono chiare e lasciano poco spazio a dubbi o interpretazioni personali.

Conclusioni

In conclusione ritengo che, accanto ai classici test che ogni psicologo deve sapere gestire con disinvoltura, il SAT è un test che vale la pena imparare per la semplicità di somministrazione e di scoring e per la chiarezza di indicazioni rispetto all'attaccamento.

Bibliografia
  • Attili G., "Ansia da separazione e misura dell'attaccamento normale e patologico", Edizioni Unicopli, Milano, 2001
  • Cavedon A., Magro T., "Dalla separazione all'alienazione parentale. Come giungere a una valutazione peritale", Franco Angeli, Milano, 2010
  • Camerini G.B., "Manuale di valutazione delle capacità genitoriali", Maggioli Editore, Rimini, 2011
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